Come nasce un vaccino: pillole di informazione contro falsi miti e fake news
26/02/2021
Contributo di Barbara Illi, Istituto di Biologia e Patologia Molecolari, Consiglio Nazionale delle Ricerche (IBPM-CNR), c/o Dipartimento di Biologia e Biotecnologie “Charles Darwin”, Sapienza Università di Roma
Nel 1792 Edward Jenner iniettava il pus derivato dalle pustole del vaiolo dei bovini – da qui il termine vaccino – per immunizzare gli esseri umani contro il vaiolo. Il virus bovino era, infatti, molto meno pericoloso per gli uomini della sua controparte umana ma in grado di indurre equivalente risposta immunitaria e proteggere dalla malattia.
Da allora, i vaccini hanno salvato milioni di vite e continuano a salvarne. Si stima che essi prevengano 2-3 milioni di morti all’anno.
Un vaccino è un prodotto biologico in grado di scatenare la stessa risposta immunitaria di una specifica malattia senza che questa si estrinsechi. Impedire la trasmissione del virus non è il fine primario.
Le piattaforme tecnologiche per produrre vaccini sono diverse. I primissimi vaccini erano sostanzialmente vaccini vivi attenuati, ossia virus resi meno pericolosi da numerosi passaggi nelle cellule in coltura e/o coltivati a basse temperature, in modo da non potersi replicare alla temperatura del corpo umano. Un esempio su tutti, il vaccino contro la poliomielite. Sulla stessa scorta, i vaccini inattivati sono vaccini resi innocui da trattamenti con agenti chimici, radiazioni o calore che ne impediscono la replicazione. I vaccini “ricombinati”, invece, sono vaccini derivati da virus di specie diverse che si scambiano materiale genetico e che non sono più pericolosi per l’uomo.
Esistono, poi, vaccini basati solo su “porzioni” virali o batteriche , soprattutto proteine. Queste possono essere tossine rese non tossiche (anatossine; esempi sono i vaccini per tetano e difterite), proteine della superficie batterica o virale purificate dal microrganismo intero.
A partire dagli anni ’80 l’avvento dell’ingegneria genetica ha dato enorme impulso alla creazione di nuove piattaforme tecnologiche basate sulla tecnica del DNA ricombinante.
Ecco allora i vaccini basati su proteine ricombinanti, DNA ed RNA messaggeri, l’ultima frontiera della ricerca in questo ambito. Il CEPI (Coalition for Epidemic Prepardness Innovation), nato come organismo internazionale per il contrasto delle nuove epidemie, ha grandemente incentivato questo tipo di ricerche.
Qualunque sia il tipo di vaccino, il suo esito è sempre lo stesso: attivazione di cellule che presentano gli antigieni batterici e/o virali alle cellule del sistema immunitario, stimolazione di linfociti B e plasmacellule che producono anticorpi, stimolazione di linfociti T che letteralmente uccidono le cellule infettate e creazione di linfociti B di memoria dormienti, pronti a riattivarsi una volta che il patogeno si ripresenti.
Naturalmente, ogni vaccino – e ogni farmaco – deve essere rigorosamente sperimentato secondo fasi specifiche e determinate dalla comunità scientifica. Quindi, dopo una fase “preclinica” di studi sia in vitro che negli animali, si effettua una sperimentazione clinica in 3 fasi (il trial clinico) che, nel complesso, arruola migliaia di persone e il cui scopo è definire efficacia e sicurezza del vaccino che si sta sperimentando e che si vuole commercializzare.
La commercializzazione di un vaccino, ma di tutti i farmaci, è strettamente regolamentata da autorità che vigilano sull’immissione in commercio dei farmaci, che ne garantiscono la sicurezza per i cittadini. La Food & Drug Adminstration (FDA) statunitense, la European Medical Agency (EMA) e, a livello nazionale, l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), garantiscono non solo che ogni farmaco immesso in commercio sia sicuro ed efficace, ma anche un programma di farmacosorveglianza costante (fase 4 di una sperimentazione clinica), attraverso database integrati.
Il corso FAD ECM che ho realizzato insieme a Consulcesi e Sanità In-formazione “Come nasce un vaccino. Progettazione, sviluppo, sperimentazione e commercializzazione” ci consente di toccare tutti gli aspetti sopra citati: dalla biologia dei vaccini alle strategie di produzione, alla risposta immunitaria. Dalla regolamentazione all’immissione in commercio ad alcuni aspetti etici, relativi all’opportunità delle vaccinazioni di massa, alla produzione, alla sperimentazione dei vaccini stessi.
Ed infine getteremo uno sguardo alle strategie messe in campo per contrastare le nuove epidemie emergenti, purtroppo sempre più frequenti a causa della deforestazione, urbanizzazione, facilità di movimento. In una parola, a causa della globalizzazione.