Studio medico green: come rendere il proprio ambulatorio ecocompatibile
17/02/2023
Cosa fare per rendere il proprio studio medico ecocompatibile? Con l’esperto SIMA Guglielmino esaminiamo le scelte ecologiche da fare. Dall’uso di carta riciclata all’attenzione ai consumi energetici, fino alla scelta da fare in caso di ristrutturazione
Sommario
Attenzione ai consumi energetici, utilizzo di carta di riciclata o certificata e raccolta differenziata: ecco le tre mosse necessarie per trasformare il proprio studio medico in un ambulatorio ecosostenibile senza stravolgerne le fondamenta. Per chi avesse la possibilità di ristrutturare gli spazi, invece, la scelta di materiali basso emissivi e di impianti di ventilazione efficienti per filtrazione e consumo, permettere di abbattere ulteriormente l’impatto sull’ambiente.
«La sola sostituzione delle lampade obsolete, come quelle a tubo fluorescente, con led di ultima generazione consentirebbe un risparmio di energia elettrica di oltre 50%», assicura l’architetto Daniele Guglielmino, Ph.D, delegato SIMA (Società Italiana di Medicina Ambientale) per l’ambiente costruito e amministratore delegato di GET.
Studio medico green, il primo step: l’osservazione
Se l’intenzione non è semplicemente quella di abbassare i costi in bolletta, ma di convertire il vostro studio medico in un’area totalmente ecocompatibile allora è arrivato il momento di dotarsi di un bloc-notes e lasciarsi andare ad un’attenta osservazione degli spazi. «La prima cosa da fare – dice Guglielmino – è stilare un inventario di tutto ciò che consuma energia all’interno del proprio studio medico. Il passo numero due è chiedersi se ognuno degli elementi elencati è efficiente (ovvero offre un alto rendimento utilizzando poca energia) e se l’uso di ogni apparecchiatura è responsabilmente utilizzata, evitando eccessi».
Apparecchiature moderne ed efficienti
I macchinari, ad uso medico e no, presenti all’interno di uno studio medico possono variare per numero e dimensione, a seconda della tipologia di prestazioni sanitarie offerte. «A prescindere da quali siano le tecnologie utilizzate è sempre consigliabile controllarne i consumi e la classe energetica e valutare la necessità di sostituire le apparecchiature più obsolete ed energivore con strumentazioni più moderne ed efficienti: un investimento nell’immediato può trasformarsi in un duraturo risparmio futuro», assicura l’esperto.
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Studio medico a led
Anche le esigenze di illuminazioni sono variabili e strettamente connesse alle prestazioni offerte. Per uno studio di medicina generale sarà sufficiente una luce moderata. La postazione di un dentista, invece, avrà bisogno di un’illuminazione intensa. In quest’ultimo caso, non potendo incidere sulla quantità, l’unico accorgimento da prendere sarà sulla qualità: i led consumano poco, meno del 50% delle lampade tradizionali, e hanno una vita utile molto maggiore. È la spiegazione di Guglielmino.
Abituarsi a compiere piccoli gesti alla fine di ogni giornata aiuta ad azzerare gli sprechi: «Al fine di migliorare il risparmio energetico è molto utile controllare il corretto spegnimento di pc e schermi: anche quando sono in standby, restano accese una serie di piccole luci led. Un singolo led per una sola ora incide poco o nulla sul consumo finale, ma – sottolinea l’architetto – moltiplicato per tutte le ore di inattività dello studio medico, nell’arco dei 365 giorni, l’impatto è senza dubbio notevole».
Secondo step: l’analisi dei materiali non medicali
Passate al setaccio tutte le apparecchiature e gli elementi presenti all’interno dello studio medico che hanno bisogno di alimentarsi con energia elettrica, si passerà ad un secondo livello di osservazione: l’analisi dei materiali, che non hanno fini strettamente medicali, utilizzati con frequenza quotidiana.
Ne è un esempio la carta: da quella utilizzata per scrivere, agli asciugamani usa e getta fino ai rotoloni usati per coprire il lettino su cui si distende il paziente. Per diminuire l’impatto sull’ambiente è possibile optare per due tipologie di carta: quella che contiene materiale riciclato oppure la carta certificata, dice Guglielmino. La FSC (Forest Stewardship Council), ad esempio, è una certificazione internazionale che garantisce la gestione corretta e responsabile delle foreste, nel rispetto di rigorosi standard ambientali, sociali ed economici.
La climatizzazione
Un altro grande capitolo che chiunque voglia migliorare l’impatto del proprio studio medico sull’ambiente deve affrontare è la climatizzazione. Una buona gestione di rinfrescamento e riscaldamento può davvero fare la differenza. È normale che in un ambulatorio dove le persone si spogliano per sottoporsi ad una visita non si può risparmiare sul riscaldamento. Tuttavia, è possibile controllare che le temperature siano adeguate (la temperatura consigliata è di 22°) installando un termostato (dispositivo di regolazione della temperatura dell’ambiente), spiega l’architetto.
Come smaltire i rifiuti di uno studio medico
Da non sottovalutare nemmeno lo smaltimento dei rifiuti prodotti: se nulla si può fare per i cosiddetti rifiuti speciali, contaminati da residui organici, molti benefici possono derivare dalla raccolta differenziata di tutti gli altri scarti prodotti. «Dotare gli ambienti, dall’area d’attesa, al bagno, fino alla sala visita, di cestini ad hoc, anche i pazienti potranno contribuire alla raccolta differenziata, rendendone adeguato il successivo smaltimento», dice Guglielmino.
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La ristrutturazione degli spazi
I margini di efficientamento energetico con questi accorgimenti sono notevoli, ma possono essere ulteriormente migliorati se lo studio medico in questione può essere sottoposto ad una vera e propria ristrutturazione. Con un restyling strutturale degli ambienti si può agire su due aspetti: il contenimento degli impatti e la salubrità degli spazi. È fondamentale la scelta dei materiali per pavimentazione, intonaci, finiture e arredi. Ognuno di questi elementi è una potenziale sorgente di sostanze dannose per la salute delle persone, che possono essere inalate dall’uomo. Sono salubri tutti i materiali che non abbiano contenuti organici, dettaglio che può essere garantito da una certificazione ad hoc rilasciata dal venditore. I materiali inorganici non sono emissivi.
Come climatizzare uno studio medico
La qualità dell’aria può essere ulteriormente migliorata con impianti ad hoc. Adottare un sistema di ventilazione meccanica controllata all’interno dello studio medico è senza dubbio la scelta migliore. Si tratta di un’apparecchiatura in grado di filtrare l’aria che arriva dall’esterno e di immetterla all’interno in maniera regolare. In questo modo non solo si garantirà una costante areazione degli ambienti adeguata al numero di persone presenti, ma si eviterà di inquinare l’aria indoor con le sostante tossiche che normalmente circolano nelle trafficate strade cittadine. Ma non è tutto: la ventilazione meccanica può contribuire al riscaldamento ambientale, attraverso un recupero termico sull’aria espulsa, garantendo la massima efficienza energetica.
«Immaginate di dover arieggiare una stanza – spiega l’esperto – in cui è presente un radiatore in ghisa, aprendo la finestra. Durante l’inverno la stanza diventerà rapidamente fredda e il termosifone dovrà essere posizionato sul livello massimo per garantire che l’ambulatorio possa nuovamente riscaldarsi in tempi rapidi. Un impianto di ventilazione meccanica controllata con recuperatore di calore, invece, estraendo l’aria che si trova all’interno dell’ambiente, attraverso il cosiddetto “scambiatore”, è in grado di estrapolarne il calore e trasferirlo nell’aria aria pulita e filtrata in entrata».
Il benessere psicologico di chi frequenta gli ambienti
Con due macro-azioni, dunque, la scelta dei materiali e degli impianti di ventilazione, lo studio medico potrà essere convertito in uno spazio altamente ecocompatibile. Ma non è tutto: è possibile non solo tutelare il benessere dell’ambiente circostante, ma anche quello di chi staziona nell’ambulatorio in questione. «Adornare lo studio medico con piante che generino allergia, donando un adeguato tocco di verde contribuisce ulteriormente al rispetto dell’ambiente, ma anche al benessere psicologico di chi lo frequenta. Un ultimo tocco, che aiuta i pazienti a sentirsi a proprio agio prima di una visita medica, può essere dato dalla scelta dello spazio da adibire a sala d’attesa: una stanza dotata di una finestra che affaccia verso uno spazio aperto rassicura e trasmette la giusta serenità», conclude Guglielmino.
Isabella Faggiano, giornalista professionista