In pandemia e nel post-pandemia, il ruolo del farmacista è stato riconosciuto come un importante punto di riferimento, in grado di fornire la prima assistenza sanitaria e consigli riguardo ai farmaci, alle terapie e alla prevenzione delle malattie ai pazienti.
Il professionista spesso è chiamato a fornire assistenza diretta ai pazienti. I farmacisti, inoltre, svolgono un ruolo cruciale nell'educazione e nella formazione di altri professionisti sanitari, come medici, infermieri e tecnici di laboratorio, sul corretto uso dei farmaci e possono essere coinvolti nella ricerca clinica e nella gestione dei farmaci in ambito ospedaliero, partecipare a programmi di sorveglianza delle malattie e promuovere iniziative di prevenzione come le vaccinazioni.
Che futuro si prospetta per il farmacista?
L'immediato futuro della professione di farmacista sarà caratterizzato da diversi fattori che avranno un impatto significativo sull'evoluzione del ruolo. Prima di ogni cosa, dovrà fare i conti con la crescita dell'automazione. L'automazione dei processi in farmacia sta diventando sempre più comune, con l'introduzione di robot che preparano le ricette e sistemi digitali per la gestione dei dati dei pazienti. Questo avrà un impatto sull'attività quotidiana del farmacista, che dovrà adattarsi e sviluppare nuove competenze per lavorare in modo efficace con questi nuovi strumenti tecnologici. In secondo luogo, ma già il processo è in atto, il farmacista dovrà metabolizzare l'importanza dei servizi clinici. Ad esempio, sempre più farmacisti stanno diventando prescrittori di farmaci per le malattie comuni e stanno svolgendo ruoli attivi nella gestione della terapia farmacologica dei pazienti cronici. Questo significa che il farmacista dovrà acquisire competenze cliniche avanzate e collaborare strettamente con altri professionisti sanitari.
Inoltre, il suo ruolo nella prevenzione e nella promozione della salute è fondamentale. Inoltre, l'uso di tecnologie digitali come app mobili per la gestione dei farmaci e il monitoraggio dei parametri biometrici sta diventando sempre più diffuso. I farmacisti dovranno essere in grado di utilizzare queste tecnologie per migliorare la gestione dei farmaci dei pazienti e fornire consulenza personalizzata in base ai dati raccolti. Sarà inoltre importante garantire la sicurezza dei dati dei pazienti e la protezione della privacy.
Il futuro della professione di farmacista vedrà i professionisti adattarsi a questi cambiamenti, acquisire nuove competenze e migliorare continuamente la propria pratica per offrire un servizio di alta qualità ai pazienti.
A fare da sfondo a questi cambiamenti un unico obiettivo: la farmacologia personalizzata.
Che cos’è la farmacologia personalizzata?
La farmacologia personalizzata è un campo della medicina che si basa sull'utilizzo di informazioni genetiche, molecolari e cliniche per identificare i trattamenti farmacologici più adatti per ciascun paziente. Tradizionalmente, i trattamenti farmacologici sono stati sviluppati e prescritti in base alla media dei risultati ottenuti su un gruppo di pazienti. Tuttavia, poiché ogni individuo ha caratteristiche genetiche e biologiche uniche, la risposta ai farmaci può variare notevolmente da persona a persona. La farmacologia personalizzata mira a identificare in modo accurato quali pazienti trarranno beneficio da un determinato farmaco, al fine di massimizzare l'efficacia e ridurre gli effetti collaterali.
Per implementare la farmacologia personalizzata, vengono utilizzati diversi approcci, come l'analisi del DNA del paziente per identificare varianti genetiche che possono influenzare la risposta ai farmaci, la profilazione molecolare dei tumori per identificare bersagli terapeutici specifici o l'utilizzo di biomarcatori per la diagnosi precoce e il monitoraggio della malattia. Queste informazioni consentono di prendere decisioni più informate ed efficienti per scegliere i farmaci e regolare le dosi in base alle caratteristiche individuali dei pazienti. L'obiettivo della farmacologia personalizzata è quello di migliorare l'efficacia dei trattamenti farmacologici, ridurre gli effetti collaterali, favorire il trattamento mirato alle cause specifiche di una malattia e consentire una medicina più personalizzata e adattata alle esigenze di ciascun individuo.
La genetica e le terapie farmacologiche: il cambio della professione di farmacista
La genetica sta diventando sempre più rilevante nella pratica clinica e nella scelta dei trattamenti farmacologici. L'analisi del profilo genetico di un paziente può fornire informazioni importanti sul metabolismo dei farmaci e sulla loro efficacia. Il farmacista riveste un ruolo essenziale nel garantire un uso sicuro ed efficace dei farmaci, comprese le terapie farmacologiche basate sulla genetica. Il farmacista può collaborare con il medico nella valutazione e interpretazione dei test genetici, aiutando ad identificare i farmaci più adatti al paziente in base al suo profilo genetico e può anche fornire consulenza al paziente riguardo agli effetti collaterali dei farmaci e alle interazioni tra i farmaci prescritti. L'informazione sul profilo genetico del paziente può aiutare a prevedere eventuali reazioni avverse ai farmaci e a suggerire alternative più sicure e più efficaci. Inoltre, questo professionista sanitario può svolgere un ruolo importante nell'educazione del paziente sulle terapie farmacologiche basate sulla genetica. Può spiegare al paziente come funzionano le terapie, quali sono i loro obiettivi, i possibili effetti benefici e gli eventuali effetti collaterali.
Grazie al loro ruolo sempre più presente nella quotidianità degli stakeholder, è bene che vengano sempre più spesso coinvolti nella ricerca e nello sviluppo di nuove terapie farmacologiche basate sulla genetica. Possono partecipare a studi clinici per valutare l'efficacia e la sicurezza di nuovi farmaci e contribuire al progresso scientifico in questo campo.
Quale sarà il ruolo del farmacista nella farmacogenetica?
Dopo aver riflettuto sulle dovute premesse, il farmacista assume ruolo centrale anche nella farmacogenetica.
Partendo dal fatto che la farmacogenetica è la disciplina che studia come le differenze genetiche tra gli individui possano influenzare la risposta a un farmaco. In Italia, i farmacisti sono fondamentali nella gestione dei farmaci e nella consulenza ai pazienti sul corretto utilizzo dei farmaci prescritti e con riguardo alla disciplina specifica che stiamo trattando, a loro è demandato il compito di:
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educazione dei pazienti: i farmacisti possono fornire informazioni sulla farmacogenetica ai pazienti, spiegando loro come le differenze genetiche possono influenzare l'efficacia e la sicurezza dei farmaci;
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consulenza sui test genetici: i test genetici possono essere utilizzati per determinare se un individuo ha determinate varianti genetiche che possono influenzare la risposta ai farmaci. I farmacisti possono aiutare i pazienti a comprendere i risultati dei test e come questi possono influenzare il loro trattamento farmacologico;
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adattamento delle terapie: i farmacisti possono lavorare in collaborazione con i medici per adattare le terapie farmacologiche in base ai risultati dei test genetici. Ciò può consentire di personalizzare i trattamenti e massimizzare la sicurezza ed efficacia dei farmaci;
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monitoraggio degli effetti avversi dei farmaci: la farmacogenetica può aiutare a identificare pazienti che possono essere a rischio di sviluppare effetti avversi da farmaci specifici. I farmacisti possono monitorare i pazienti e segnalarli al medico per opportune modifiche della terapia;
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partecipazione alla ricerca scientifica: i farmacisti possono anche essere coinvolti nella ricerca scientifica sulla farmacogenetica, contribuendo a studi clinici o alla raccolta dei dati.
In conclusione, in Italia i farmacisti possono svolgere un ruolo chiave nel settore della farmacogenetica, fornendo consulenza ai pazienti, collaborando con i medici e contribuendo alla ricerca scientifica. La farmacogenetica offre l'opportunità di personalizzare i trattamenti farmacologici in base al profilo genetico dei pazienti, migliorando così l'efficacia e la sicurezza dei farmaci.
Esiste una disciplina normativa relativa alla farmacogenetica?
In Italia esiste una normativa che regola la farmacogenetica. La principale legge che disciplina questa area è il Decreto Legislativo n. 219 del 24 aprile 2006, "Attuazione della Direttiva 2001/20/CE concernente l'applicazione della buona pratica clinica nelle sperimentazioni cliniche dei medicinali per uso clinico".
In particolare, l'articolo 8 di questa legge si occupa di "Valutazione e promozione di studi su farmacogenetica", stabilendo che l'Agenzia italiana del farmaco (AIFA) può svolgere attività di promozione e sostegno dei programmi di ricerca, anche sulla farmacogenetica, al fine di favorire l'aggiornamento del corpo normativo.
Inoltre, il Decreto del Ministero della Salute del 3 marzo 2015, "Requisiti tecnici per l'autorizzazione, la messa in commercio e l'uso dei test farmacogenetici", specifica le procedure e i requisiti tecnici relativi all'autorizzazione, alla commercializzazione e all'utilizzo di test di farmacogenetica.
È importante sottolineare che la farmacogenetica è una disciplina in rapido sviluppo e la normativa potrebbe subire modifiche o integrazioni nel tempo per tener conto degli avanzamenti scientifici e tecnologici, cambiando anche il ruolo del farmacista stesso.