Gestazione per altri in Italia: dall'iter legislativo alle proteste e questioni di legittimità

L'iter legislativo sulla gestazione per altri, le opinioni contrastanti dei professionisti sanitari e le implicazioni legali di questa pratica. Un'analisi approfondita.

Sommario

  1. Che cos'è la gestazione per altri?
  2. L'Iter legislativo in Italia: le proposte di legge e il dibattito politico
  3. Le proteste dei professionisti sanitari
  4. Le reazioni delle associazioni mediche
  5. Questioni di legittimità e controversie giuridiche
  6. Le ultime news sulla GPA
  7. La reazione dei professionisti sanitari alla GPA come reato universale

La gestazione per altri (GPA), conosciuta anche come “maternità surrogata”, è una pratica controversa e molto dibattuta, che riguarda non solo aspetti etici e sociali, ma anche questioni legislative e mediche.

In Italia, il dibattito attorno alla legalizzazione o alla regolamentazione della GPA ha visto coinvolti diversi attori sociali, tra cui politici, associazioni civili, professionisti della salute e semplici cittadini. Questo articolo analizza l'iter legislativo che ha accompagnato la proposta di regolamentazione della GPA in Italia, le proteste sollevate dai professionisti sanitari e le complesse questioni di legittimità che un simile disegno di legge inevitabilmente suscita.

Che cos'è la gestazione per altri?

La GPA è una pratica attraverso cui una donna porta a termine una gravidanza per conto di terze persone o coppie, le quali, per ragioni biologiche o personali, non possono affrontare una gravidanza. Le modalità di GPA possono variare: si va dalla “gestazione altruistica,” in cui la gestante non riceve compenso (ad eccezione delle spese mediche e di mantenimento), alla “gestazione commerciale,” in cui è previsto un compenso per la donna che porta a termine la gravidanza. A livello internazionale, la legislazione sulla GPA è variegata: alcuni paesi come l’India e gli Stati Uniti permettono anche la GPA commerciale, mentre altri, come la Germania e la Francia, vietano qualsiasi tipo di GPA. In Italia, la GPA è attualmente vietata in tutte le sue forme dall'articolo 12 della legge 40/2004 sulla procreazione medicalmente assistita, che stabilisce pesanti sanzioni per chi cerca di accedere alla pratica, sia a livello nazionale sia internazionale. Tuttavia, la crescente mobilità internazionale e il numero crescente di coppie italiane che ricorrono alla GPA in paesi esteri hanno riacceso il dibattito sull’opportunità di una regolamentazione nazionale.

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L'Iter legislativo in Italia: le proposte di legge e il dibattito politico

Il percorso legislativo relativo alla gestazione per altri in Italia è stato segnato da numerosi dibattiti e proposte di legge che, fino ad oggi, non hanno mai portato all'introduzione di una normativa specifica. La maggior parte delle proposte si divide tra chi vorrebbe legalizzare la GPA in forma altruistica e chi, invece, vorrebbe mantenere il divieto assoluto attualmente in vigore.

Nel 2023, è stato presentato in Parlamento un disegno di legge che mirava a regolamentare la GPA esclusivamente in forma altruistica. Il progetto di legge prevede che solo le coppie residenti in Italia possano ricorrere a questa pratica, escludendo qualsiasi forma di pagamento oltre al rimborso delle spese mediche e di mantenimento. La proposta ha immediatamente suscitato accesi dibattiti in sede parlamentare, con partiti come il Partito Democratico e alcuni movimenti di sinistra favorevoli a una regolamentazione, mentre altri, come Fratelli d'Italia e la Lega, hanno ribadito la necessità di mantenere il divieto per ragioni etiche e di tutela della famiglia.

Le proteste dei professionisti sanitari

Il mondo della sanità si è espresso in modo frammentato rispetto alla proposta di legge sulla GPA, ma non sono mancate le voci contrarie provenienti da medici, ostetriche e infermieri che hanno sollevato questioni etiche e pratiche. Secondo molti professionisti, la GPA comporta una serie di problematiche che non sono facilmente risolvibili tramite una semplice regolamentazione. Alcune delle principali critiche sollevate dai sanitari riguardano i seguenti punti:

Salute fisica e psicologica della gestante

Una delle principali preoccupazioni dei sanitari riguarda il benessere fisico e psicologico della donna che accetta di portare avanti una gravidanza per conto di altri. Durante la gravidanza, il corpo della gestante è sottoposto a cambiamenti significativi, con possibili rischi per la salute che non sempre possono essere previsti o controllati. Anche dal punto di vista psicologico, il legame che può svilupparsi tra la gestante e il nascituro può creare difficoltà emotive, specialmente nel momento della separazione post-parto.

Questioni etiche e morali

Molti professionisti sanitari ritengono che la GPA possa ridurre la donna a un semplice "contenitore" per il nascituro, una prospettiva che svilisce la complessità del ruolo materno e del processo della gravidanza. Alcuni ritengono che, anche in presenza di un contratto altruistico, vi sia il rischio di sfruttamento o coercizione, specialmente nei casi in cui la gestante proviene da contesti socio-economici svantaggiati.

Complicazioni mediche e gestione delle emergenze

Dal punto di vista clinico, la GPA può presentare rischi legati a eventuali complicanze mediche durante la gravidanza o il parto. I professionisti sanitari sostengono che la gestione delle emergenze in un contesto di GPA potrebbe comportare ulteriori difficoltà legali, poiché è necessario tenere in considerazione non solo la salute della gestante ma anche gli interessi dei genitori richiedenti e i diritti del nascituro.

Le reazioni delle associazioni mediche

Le associazioni mediche italiane hanno espresso posizioni variegate sulla GPA. Mentre alcune associazioni, come la Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri (FNOMCeO), hanno sollecitato il Parlamento a un confronto più ampio e trasparente, altre hanno ribadito la propria contrarietà a qualsiasi forma di GPA, citando il rischio di deriva commerciale e le difficoltà nell'applicazione della legge. 

Questioni di legittimità e controversie giuridiche

Oltre alle questioni sanitarie ed etiche, la GPA solleva una serie di problemi giuridici e di legittimità. Uno degli aspetti più complessi riguarda la definizione di genitorialità e la tutela dei diritti del nascituro. La giurisprudenza italiana si è trovata in più occasioni a dover esaminare casi di bambini nati da GPA all'estero e il riconoscimento della loro cittadinanza e dei loro genitori biologici è stato spesso controverso.

Diritti del Nascituro e Definizione di Genitorialità

Una delle questioni centrali della GPA è la definizione legale di chi ha il diritto di essere considerato genitore. La legislazione attuale definisce la madre come colei che partorisce, mentre la GPA introduce una complessità in questa definizione tradizionale, poiché prevede la possibilità di una madre genetica e una madre gestazionale. Alcuni giuristi sostengono che la GPA potrebbe creare situazioni di incertezza legale riguardo ai diritti del nascituro, specialmente in caso di conflitti tra la madre biologica e quella gestazionale.

Tutela dei diritti della gestante

La tutela dei diritti della gestante rappresenta un'altra importante questione giuridica. Nonostante la proposta di legge preveda solo la GPA altruistica, molti esperti ritengono che possa essere difficile garantire che le gestanti non subiscano pressioni psicologiche o economiche. In paesi come gli Stati Uniti, dove la GPA è legale, sono stati riscontrati casi in cui le gestanti hanno vissuto difficoltà psicologiche o problemi legati all'eccessiva ingerenza dei genitori richiedenti.

Compatibilità con il diritto internazionale 

L'introduzione della GPA in Italia solleva anche questioni di compatibilità con il diritto internazionale. Alcuni organismi, come il Parlamento Europeo, hanno espresso riserve sull'utilizzo della GPA a fini commerciali, ritenendo che possa costituire una forma di sfruttamento.

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Le ultime news sulla GPA

Recentemente, è stata annunciata la decisione di considerare la gestazione per altri (GPA) un reato universale. Questo cambiamento si inserisce in un contesto di crescente consenso internazionale tra legislatori e gruppi per i diritti umani, i quali sostengono che la GPA, specialmente nella sua forma commerciale, comporti seri rischi di sfruttamento per le donne. Con questa nuova disposizione, i governi sono ora chiamati ad adottare misure per perseguire chi promuove o partecipa a pratiche di GPA, a prescindere dalla giurisdizione in cui avvengono. Questo implica la necessità di accordi di cooperazione internazionale per affrontare i casi di GPA transnazionale.

Il dibattito sulla GPA è piuttosto polarizzato, con sostenitori e oppositori che esprimono opinioni contrastanti. Da un lato, ci sono coloro che supportano la GPA altruistica, sostenendo che essa possa rappresentare una valida opzione per le coppie che desiderano avere figli ma che, per ragioni mediche, non possono farlo. Dall'altro lato, gli oppositori mettono in evidenza come la GPA commerciale possa sfruttare le donne, in particolare quelle che provengono da contesti socio-economici svantaggiati, negando loro il diritto a una maternità consapevole e libera da pressioni. Le questioni etiche occupano un posto centrale in questo dibattito; molti esperti di bioetica avvertono che la GPA può ridurre la donna a un mero strumento di procreazione, sollevando interrogativi sulla sua autonomia e dignità. Ci sono timori anche riguardo alla capacità di una eventuale regolamentazione di prevenire situazioni di coercizione o sfruttamento.

La decisione di considerare la GPA un reato universale solleva ulteriori interrogativi riguardo ai diritti umani. Le organizzazioni internazionali stanno facendo pressione affinché i diritti delle donne siano tutelati a livello globale, e questa evoluzione potrebbe influenzare le politiche di quei paesi in cui la GPA è attualmente consentita. Inoltre, l'adeguamento delle leggi nazionali potrebbe portare a riforme legislative significative. Alcuni governi potrebbero decidere di vietare completamente la GPA, mentre altri potrebbero optare per una regolamentazione più rigorosa, mirando a garantire che le donne non siano sfruttate.

Con l'introduzione di questa nuova normativa, ci si aspetta un aumento dei casi giuridici legati alla GPA. I tribunali saranno chiamati a risolvere questioni complesse riguardanti la genitorialità, i diritti dei nascituri e le responsabilità delle agenzie che facilitano la GPA. Le coppie che desiderano accedere a questa pratica si troveranno di fronte a un panorama legislativo più complicato e, a causa del rischio di sanzioni legali o della possibilità di vedersi negati alcuni diritti, potrebbero essere spinte a considerare altre opzioni per la procreazione o a cercare la GPA in giurisdizioni più permissive.

Questa situazione stimola una riflessione più ampia sulle dinamiche familiari, sulla salute delle donne e sui diritti umani. La questione della GPA come reato universale porta a una maggiore consapevolezza riguardo a temi come la maternità, la genitorialità e l'uguaglianza di genere. Mentre si cerca di proteggere i diritti delle donne e di prevenire lo sfruttamento, emergono anche preoccupazioni legate alla libertà individuale e al diritto delle coppie di scegliere come formare una famiglia. In questo senso, il dibattito è destinato a continuare, richiedendo un attento bilanciamento tra etica, diritto e rispetto della dignità umana. La dichiarazione della GPA come reato universale segna quindi un cambiamento significativo nel panorama legislativo e sociale, e le sue implicazioni si faranno sentire per lungo tempo.

La reazione dei professionisti sanitari alla GPA come reato universale

La reazione dei professionisti sanitari alla decisione di considerare la gestazione per altri (GPA) come reato universale è stata variegata e complessa. Da un lato, ci sono stati molti esperti, in particolare quelli legati all’ostetricia e alla ginecologia, che hanno accolto la notizia con favore, sottolineando l'importanza di proteggere le donne da possibili forme di sfruttamento e coercizione. Questi professionisti ritengono che la GPA commerciale possa creare situazioni di vulnerabilità, in cui donne, spesso provenienti da contesti socio-economici svantaggiati, possano essere spinte a mettere a disposizione il proprio corpo per scopi di procreazione, senza un’adeguata considerazione delle implicazioni fisiche e psicologiche.

Tuttavia, dall'altro lato, vi è anche una parte della comunità sanitaria che ha espresso preoccupazioni. Alcuni professionisti, come psicologi e specialisti della salute mentale, hanno avvertito che la criminalizzazione della GPA potrebbe avere effetti collaterali indesiderati, spingendo le coppie a cercare soluzioni al di fuori di un quadro normativo sicuro. Questo potrebbe esporre le donne a pratiche non regolamentate e potenzialmente dannose. Inoltre, questi professionisti hanno sottolineato l'importanza di una regolamentazione adeguata, piuttosto che un divieto totale, per garantire che la GPA possa avvenire in condizioni di sicurezza e rispetto per tutte le parti coinvolte. Inoltre, le associazioni professionali hanno iniziato a discutere la necessità di linee guida etiche e pratiche per gestire il tema della GPA. Molti medici e operatori sanitari hanno richiesto un dialogo più ampio su come affrontare la questione, auspicando che si possa trovare un equilibrio tra la protezione delle donne e il diritto delle coppie a formare una famiglia attraverso tutte le opzioni disponibili.

Infine, è emersa una richiesta di maggior coinvolgimento degli operatori sanitari nelle discussioni politiche e legislative riguardanti la GPA. Questi professionisti hanno evidenziato l'importanza di integrare il loro punto di vista nelle decisioni che influenzano la salute e il benessere delle donne, sostenendo che il dialogo tra legislatori e professionisti sanitari sia fondamentale per sviluppare politiche efficaci e rispettose dei diritti umani. La reazione dei professionisti sanitari alla dichiarazione della GPA come reato universale è stata complessa, caratterizzata da un misto di approvazione e preoccupazione, con una richiesta generale di maggiore dialogo e di approcci equilibrati alla questione.

Di: Cristina Saja, giornalista e avvocato

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