Il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) del Lazio ha recentemente sospeso l’efficacia del decreto ministeriale del 25 novembre 2024 che prevedeva l’aggiornamento del nomenclatore tariffario per le prestazioni ambulatoriali e protesiche. Tale decisione, che riguarda in particolare le tariffe per la specialistica ambulatoriale, è stata presa in seguito al ricorso presentato da diverse associazioni di categoria.
Le motivazioni del ricorso
L’Unione Nazionale Ambulatori, Poliambulatori, Enti e Ospedalità Privata (UAP) e altre associazioni hanno contestato il decreto, sostenendo che le nuove tariffe non coprono adeguatamente i costi operativi delle strutture sanitarie private accreditate. Alcune riduzioni tariffarie sono state ritenute particolarmente penalizzanti, come ad esempio l’esame del PSA Reflex, il cui rimborso sarebbe passato da 14,82 euro a 3,95 euro, o la visita cardiologica con ECG, ridotta da 24,53 euro a 17,90 euro.
L’impatto sul sistema sanitario
Secondo i ricorrenti, l’aggiornamento tariffario avrebbe potuto compromettere la sostenibilità economica di molte strutture sanitarie, specialmente in regioni con difficoltà finanziarie. Il rischio paventato è quello di una sanità a due velocità, con differenze nell’erogazione delle prestazioni tra le varie aree del Paese.
La posizione del TAR
Il TAR del Lazio ha motivato la sospensione evidenziando come il nuovo nomenclatore sia stato aggiornato dopo oltre vent’anni e che, quindi, non vi fosse un’urgenza tale da giustificare l’immediata applicazione delle nuove tariffe. Nel frattempo, le Regioni si trovano in una situazione di incertezza nell’applicazione delle nuove tariffe. Alcune ASL, come in Friuli e Trentino, hanno già adottato i nuovi codici tariffari, mentre altre, come in Lombardia, continuano ad applicare il vecchio nomenclatore in attesa della decisione del TAR.
Nomenclatura visita ambulatoriale: cosa sapere
La nomenclatura delle visite ambulatoriali è un sistema di classificazione utilizzato nel settore sanitario italiano per definire le prestazioni mediche ambulatoriali, come le visite specialistiche e le consulenze, e stabilire i relativi compensi. È una parte importante del sistema sanitario nazionale (SSN) in quanto determina i costi per le prestazioni erogate sia nelle strutture pubbliche che private convenzionate.
Ecco alcuni aspetti chiave da sapere.
Scopo della nomenclatura: la nomenclatura ha l'obiettivo di garantire un sistema di tariffazione chiaro e coerente per le prestazioni sanitarie, assicurando che le prestazioni mediche siano coperte dai fondi del SSN, quando appropriate. È anche un riferimento per stabilire i rimborsi da parte delle ASL alle strutture sanitarie private convenzionate.
Aggiornamenti e riforme: la nomenclatura delle visite ambulatoriali è periodicamente aggiornata dal Ministero della Salute, con l'intento di rispecchiare le evoluzioni nella medicina, migliorare l'equità tra prestazioni e adeguare le tariffe ai costi reali. I cambiamenti possono riguardare l’introduzione di nuove prestazioni, la modifica delle tariffe o l'introduzione di nuove categorie di visite.
Tariffe e rimborsi: le tariffe per le prestazioni ambulatoriali sono definite in base a un sistema di punti (come il "punto tariffario"), che corrispondono a una cifra fissa di rimborso. Le tariffe per ciascuna prestazione dipendono dalla sua complessità, dal tempo richiesto e dalla tipologia del servizio.
Ricorsi e controversie: come recentemente accaduto con il TAR Lazio, ci possono essere ricorsi contro la nomenclatura, ad esempio quando le nuove tariffe sono percepite come insufficienti a coprire i costi di esercizio per le strutture sanitarie o quando sono giudicate inadeguate rispetto alle reali esigenze dei pazienti.
Impatto sul sistema sanitario: la corretta definizione delle tariffe e delle prestazioni ha un impatto diretto sulla qualità dell’assistenza e sull'accessibilità dei servizi, quindi ogni aggiornamento della nomenclatura viene monitorato attentamente dagli operatori del settore sanitario, dai sindacati, dalle associazioni di categoria e dalle istituzioni.
Le prospettive future
Nel frattempo, le Regioni si trovano in una situazione di incertezza nell’applicazione delle nuove tariffe. Alcune ASL, come in Friuli e Trentino, hanno già adottato i nuovi codici tariffari, mentre altre, come in Lombardia, continuano ad applicare il vecchio nomenclatore in attesa della decisione del TAR. La sospensione del TAR apre il dibattito su come garantire un aggiornamento tariffario equo e sostenibile per il sistema sanitario nazionale.
Successivamente, il 28 gennaio 2025, durante un'udienza, il presidente del collegio del TAR ha proposto di rinviare la discussione al 27 maggio 2025. Alcune associazioni hanno accettato il rinvio, mentre altre hanno insistito per una sospensione immediata del tariffario, sostenendo che le nuove tariffe mettono a rischio la sostenibilità economica delle strutture sanitarie private Il Ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha dichiarato che il decreto prevede un incremento complessivo di circa 550 milioni di euro rispetto alle precedenti tariffe, rendendole complessivamente più remunerative. Ha inoltre sottolineato che il processo di aggiornamento delle tariffe sarà continuo, con ulteriori revisioni previste nel corso dell'anno. Attualmente, il decreto tariffario è in vigore, ma la situazione rimane in evoluzione, con ulteriori sviluppi attesi nelle prossime settimane.
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La questione della fisioterapia e il ruolo dei fisioterapisti
La riforma congelata è molto ambiziosa e riguarda un tariffario composto da circa 2.000 voci che indicano i rimborsi riconosciuti a ospedali e strutture convenzionate per ogni prestazione erogata. In alcuni casi, i tagli arrivano fino a 17 euro per una visita specialistica, mentre per alcuni accertamenti si registrano riduzioni di poco più del doppio. Con il nuovo decreto venivano aggiornate 1.113 tariffe relative a prestazioni di specialistica ambulatoriale e protesica sulle 3.171 totali del nomenclatore, pari al 35% del totale. Il 2025 avrebbe potuto segnare la fine di lunghe attese: 28 anni per il nomenclatore della specialistica ambulatoriale e 25 anni per quello dell'assistenza protesica.
La riforma introduceva anche nuove prestazioni, nate dall'evoluzione tecnologica degli ultimi vent’anni, in particolare quelle legate alla procreazione assistita. Tuttavia, il ridimensionamento dei rimborsi è stato uno dei principali motivi di protesta da parte degli operatori sanitari, inclusi i fisioterapisti. Molti temono di non poter più garantire l’accesso ai pazienti a livello ambulatoriale, poiché le loro visite sono state inglobate o rinominate con diciture diverse. Inoltre, i tagli economici potrebbero avere un impatto negativo sulle liste d’attesa se le strutture convenzionate decidessero di ridurre i servizi per limitare le perdite economiche.