L'adozione dell'ora legale, con cui ogni primavera gli orologi vengono spostati avanti di un’ora per poi tornare indietro in autunno, è una pratica seguita da circa 70 paesi. Tuttavia, questa pratica può compromettere seriamente la qualità del sonno e la salute generale, come evidenzia uno studio pubblicato dal British Medical Journal. Secondo gli autori, l’ora legale incide negativamente su diverse fasce della popolazione, aggravando le disuguaglianze di salute e il rischio di patologie croniche, con un impatto significativo soprattutto tra le categorie più vulnerabili.
Secondo gli autori dello studio (Karin G. Johnson, University of Massachusetts Medical School-Baystate; Lauren Hale, Stony Brook University; Dayna A. Johnson, Emory University; Beth A. Malow, Vanderbilt University) l’adozione permanente dell’ora solare risulterebbe preferibile, in quanto riduce i rischi legati all’ora legale. Mentre alcune categorie economiche sostengono l’ora legale permanente per favorire le attività serali, la comunità medica, inclusa la British Sleep Society, raccomanda l’ora solare per salvaguardare il benessere della popolazione.
L’influenza dell’ora legale su salute e rischi di malattie
Il passaggio all’ora legale aumenta l'esposizione serale alla luce, fenomeno associato a un incremento di patologie come cancro, obesità, attacchi cardiaci e diabete. Lo studio evidenzia che le minoranze e le persone svantaggiate economicamente sono le più colpite, mentre i dati relativi alla maggiore attività fisica serale durante l'ora legale sono contrastanti. Inoltre, l’alterazione del ritmo circadiano provoca un accorciamento del sonno, soprattutto in primavera, causando disturbi cardiovascolari e aumentando il rischio di incidenti stradali.
I ritmi circadiani regolano i cicli di sonno-veglia e altre funzioni corporee essenziali. La luce mattutina è fondamentale per sincronizzare il corpo con il ciclo naturale di 24 ore. Con l’ora legale, la minore esposizione alla luce mattutina e l’aumento di luce serale alterano questo equilibrio, riducendo le opportunità di sonno e aumentando la fatica. Nel Regno Unito, il 31% dei lavoratori adulti dorme meno di 7 ore, con percentuali più elevate quando si lavora con orari prolungati o irregolari. Negli Stati Uniti, i lavoratori perdono mediamente 19 minuti di sonno al giorno a causa di questa alterazione, mentre chi inizia a lavorare prima delle 7 del mattino può perdere fino a 36 minuti.
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Gli effetti dell’ora legale
Gli adolescenti, il cui ritmo circadiano è naturalmente ritardato fino ai 20 anni circa, sono particolarmente suscettibili alla "sindrome da jet lag sociale," uno sfasamento tra il sonno dei giorni di scuola o lavoro e quello dei giorni liberi. Questa condizione è associata a problematiche come obesità, disturbi metabolici, depressione, abuso di sostanze e peggiori prestazioni scolastiche. Anche coloro che svolgono lavori con turni precoci o hanno un cronotipo serale (persone più attive di notte) sono fortemente svantaggiati da questa pratica.
I dati raccolti dallo studio rivelano che le disuguaglianze socioeconomiche intensificano gli effetti dell’ora legale sulla qualità del sonno. In Indiana (USA), ad esempio, i bambini che seguivano l'ora legale stagionale ottenevano punteggi inferiori ai test scolastici rispetto a quelli che seguivano l’ora solare permanente, con una differenza maggiore nei gruppi a basso reddito. Questo dimostra che le fasce economicamente svantaggiate sono le più colpite dalle variazioni d’orario.
Raccomandazioni per la salute pubblica
Secondo gli autori dello studio, in definitiva, l’adozione dell’ora solare permanente garantirebbe migliori condizioni di salute pubblica, riducendo il rischio di patologie e migliorando la qualità del sonno. La rimozione dell’ora legale sarebbe particolarmente vantaggiosa per adolescenti, lavoratori precoci, persone con disturbi del sonno e categorie socioeconomicamente svantaggiate, che necessitano di condizioni di sonno ottimali per la propria salute mentale e fisica.