Dopo giorni di progressivo miglioramento, le condizioni di Papa Francesco hanno subito un peggioramento improvviso. Il bollettino medico ha segnalato la comparsa di un broncospasmo, una crisi respiratoria acuta che ha richiesto un immediato intervento di broncoaspirazione. Successivamente, i medici hanno avviato una ventilazione meccanica non invasiva, ottenendo una risposta positiva sugli scambi gassosi. Tuttavia, la situazione del Pontefice è rimasta grave, data la sua condizione clinica preesistente e il rischio di ulteriori complicazioni respiratorie.
Il broncospasmo: cos'è e quali sono i sintomi
Il broncospasmo è una contrazione anomala ed eccessiva della muscolatura liscia bronchiale, che provoca un restringimento dei bronchi e una riduzione del flusso d'aria ai polmoni. I sintomi includono tosse, respiro sibilante, oppressione toracica e difficoltà respiratoria. Nei casi più gravi, come quello del Papa, può portare a una crisi respiratoria acuta, specialmente se accompagnato da inalazione di residui di cibo o vomito. Sebbene si tratti di una condizione temporanea, la sua gravità dipende dalla durata della crisi e dalla rapidità dell’intervento medico.
Molti fattori possono scatenare un broncospasmo, tra cui malattie infiammatorie come l’asma – di cui il Papa soffriva – infezioni respiratorie, allergie e inalazione accidentale di sostanze irritanti. Nel caso del Pontefice, il broncospasmo è stato probabilmente aggravato dalla sua condizione preesistente di bronchiectasie e asma cronica, oltre che da una possibile infezione polmonare polimicrobica. La riduzione della saturazione dell'ossigeno ha reso necessaria l’adozione di misure più avanzate per il supporto respiratorio.
La ventilazione meccanica non invasiva: una scelta per evitare l’intubazione
Per gestire la crisi respiratoria del Papa, i medici hanno scelto di ricorrere alla ventilazione meccanica non invasiva, evitando l'intubazione tracheale. Questo metodo prevede l’uso di dispositivi che forniscono pressione positiva alle vie aeree, migliorando l’ossigenazione senza dover inserire un tubo nella trachea. La ventilazione può essere erogata tramite maschere facciali, nasali o sistemi più complessi come lo scafandro. Nel caso del Pontefice, questa strategia ha permesso un miglioramento temporaneo, ma la prognosi è rimasta riservata a causa del rischio di polmonite ab ingestis e di un ulteriore deterioramento della funzione respiratoria.
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Perché il Papa è ricoverato dallo scorso 14 febbraio?
Una polmonite bilaterale, su organi già compromessi da complicazioni croniche di lunga data, ha reso necessario il ricovero di Papa Francesco dal 14 febbraio 2025 presso il Policlinico Agostino Gemelli di Roma. A 88 anni, il Pontefice affronta un quadro clinico delicato, come confermato dai medici durante il primo punto stampa del 21 febbraio. L'aggravarsi della bronchite che lo affliggeva da settimane ha imposto il ricovero e l'inizio di una terapia farmacologica ospedaliera.
Già nei giorni precedenti, aveva mostrato difficoltà a leggere interamente le catechesi e le omelie, delegando la lettura a un collaboratore. Il 12 febbraio, durante l'udienza generale, aveva detto: "Chiedo al sacerdote di continuare la lettura perché con la mia bronchite non posso ancora". Sintomi simili si erano manifestati anche nei giorni precedenti, con episodi di stanchezza e affaticamento respiratorio.
Il ricovero è arrivato dopo mesi di problemi respiratori che si erano manifestati già a dicembre 2024. In quell’occasione, il viaggio ad Ajaccio e le celebrazioni natalizie avevano mostrato un Papa affaticato, tanto che il 22 dicembre aveva dovuto recitare l'Angelus dalla sua residenza a Casa Santa Marta. Anche le udienze di gennaio e febbraio erano state tenute nella sua residenza privata a causa della sua salute precaria.
L'ultimo ricovero del Papa al Policlinico Gemelli risaliva a giugno 2023 per un intervento all'intestino, ma già a novembre 2023 e febbraio 2024 si era recato in ospedale per controlli medici. Ora, con questa nuova crisi respiratoria, il Santo Padre affronta una degenza più lunga, mentre i medici valutano l’evoluzione della polmonite e il possibile decorso della malattia.
Come sta adesso Papa Francesco
Nella mattinata di lunedì 3 marzo la sala stampa vaticana ha comunicato, poco dopo le 8, che Papa Francesco ha riposato bene durante la notte. Il Santo Padre, ricoverato al Policlinico Gemelli dal 14 febbraio, ha iniziato la giornata con la colazione e le terapie previste, secondo quanto riferito da fonti interne. Per quanto riguarda la polmonite bilaterale, la situazione resta stabile. Già nel bollettino della sera precedente si segnalava che le condizioni cliniche del Pontefice, che venerdì aveva affrontato una crisi respiratoria con broncospasmo e vomito, si erano mantenute stabili.