Il nuovo Piano Pandemico Nazionale rappresenta una svolta significativa rispetto alla gestione dell'emergenza Covid-19. Il governo guidato da Giorgia Meloni, infatti, ha presentato la bozza di un documento che, secondo il ministro della Salute Orazio Schillaci, punta a tutelare sia la salute pubblica sia le libertà individuali, superando alcune delle criticità emerse durante le precedenti gestioni politiche, quelle di Giuseppe Conte e Mario Draghi.
Le principali novità rispetto alla gestione del Covid-19: stop ai DPCM e non solo vaccini
Sono due le innovazioni principali introdotte dal nuovo piano pandemico 2025-2029, inviato in Conferenza Stato-Regioni, in accoglimento delle posizioni già espresse dai partiti di governo durante la pandemia da Covid-19. Applica, infatti, due delle posizioni critiche assunte negli anni dal premier Meloni sui vaccini: quella sugli effetti avversi e quella nei confronti di chi ha scelto di non vaccinarsi. La prima novità riguarda il depotenziamento dei DPCM- decreto del presidente del Consiglio dei ministri - relativamente alla limitazione della libertà personale, mentre la seconda, appunto, riguarda i vaccini che vengono considerati utili ma pur riconoscendone l’efficacia, allo stesso tempo la limita mettendo in chiaro che non sono “le uniche armi contro le emergenze sanitarie”. Esultano i No Vax per il passaggio volto a cancellare lo “stigma sociale” per chi invoca libertà vaccinale e la “volontà di fare chiarezza sugli effetti avversi dei vaccini”, altro tema centrale per la politica di questo Governo. Dunque, in caso di una nuova pandemia, ecco i principali punti da seguire:
- Addio ai DPCM per limitare le libertà personali: durante la pandemia di Covid-19, questi decreti amministrativi sono stati usati per adottare misure come lockdown e restrizioni agli spostamenti. Il nuovo piano pandemico li elimina come “strumento per imporre restrizioni” stabilendo che qualsiasi limitazione delle libertà personali “potrà avvenire solo tramite leggi o atti con forza di legge, nel pieno rispetto della Costituzione”;
- I vaccini non più l’unico strumento di contrasto: nel nuovo testo si legge che“i vaccini approvati e sperimentati risultano misure preventive efficaci, contraddistinte da un rapporto rischio-beneficio significativamente favorevole”, ma “non possono essere considerati gli unici strumenti per il contrasto agli agenti patogeni. Vanno utilizzati insieme ai presidi terapeutici disponibili”. Per questo, in caso di reale e grave rischio per la salute pubblica, accanto alle campagne vaccinali, dunque, saranno fondamentali misure che includano:
- L’uso combinato di test diagnostici rapidi;
- L’isolamento dei casi positivi;
- Il tracciamento dei contatti;
- La quarantena per i soggetti esposti.
Adattamento periodico delle misure
Le restrizioni e le misure di prevenzione saranno aggiornate in base all’evoluzione della situazione epidemiologica, all’immunità acquisita nella popolazione e alla disponibilità di terapie efficaci. Questa flessibilità mira a evitare misure generalizzate e a garantire una risposta mirata.
Il piano prevede una strategia di comunicazione chiara e trasparente, rivolta sia agli operatori sanitari sia alla popolazione generale. Le informazioni dovranno essere divulgate tempestivamente “dalle istituzioni preposte, tanto al personale medico-sanitario quanto ai non addetti ai lavori, in maniera tempestiva e puntuale, attraverso piani comunicativi pubblici e redatti in un linguaggio semplice e chiaro” per permettere a tutti di comprendere il significato e il valore delle misure adottate e delle azioni che ciascuno può compiere per la promozione della propria salute e di quella collettiva. Inoltre, per gli atti medici individuali sarà garantito il consenso informato, promuovendo il diritto alla scelta consapevole.
Come avvenuto con il Covid-19, è prevista la possibilità di nominare un Commissario straordinario all’emergenza con poteri esecutivi speciali per gestire in modo rapido e centralizzato le situazioni straordinarie. Tuttavia, il piano specifica che l'azione del commissario dovrà avere una durata limitata nel tempo.
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I tre scenari di rischio previsti. Quello da patogeni gravi è considerato “poco probabile”
Il piano elabora tre possibili scenari in base alla gravità della nuova pandemia. Due sono dovuti a virus influenzali e sono considerati più probabili, mentre l’ultimo - il peggior scenario possibile – viene considerato “poco probabile”, pur non potendo essere escluso, ed è legato ad agenti patogeni gravi.
- Scenario lieve: simile a una pandemia influenzale poco aggressiva, con un numero di ricoveri tra 18.000 e 47.000 e un massimo di 5.700 accessi in terapia intensiva;
- Scenario moderato: in caso di un virus influenzale più pericoloso, si prevedono fino a 260.000 ricoveri e oltre 31.000 accessi in terapia intensiva;
- Scenario grave: paragonabile alla crisi da Covid-19, con stime fino a 3 milioni di ricoveri e oltre 360.000 accessi in terapia intensiva, richiedendo una risposta straordinaria da parte del sistema sanitario.
In caso di emergenze sanitarie eccezionali, dunque, la bozza del nuovo Piano Pandemico evidenzia la volontà di adottare misure che dovranno essere in linea con i principi costituzionali escludendo qualsiasi intervento considerato coercitivo e che possa limitare la libertà personale o i diritti civili. Le decisioni dovranno essere prese attraverso leggi o atti aventi forza di legge, dando priorità a un coinvolgimento parlamentare più attivo, e non attraverso Dpcm, come accaduto in passato. Si basa su un approccio integrato per gestire la pandemia, che includa vaccinazione, isolamento, tracciamento e presidi terapeutici, ma senza considerare i vaccini come l’unica soluzione. Sarà fondamentale, infine, aggiornare continuamente le misure in base agli sviluppi scientifici e garantire una comunicazione trasparente, chiara e tempestiva ai medici e ai cittadini.