La Sanità Digitale, prima di essere un insieme di strumenti è un insieme di concetti, che devono servire a costruire visioni e percorsi nuovi, non semplicemente a “rendere digitale” quanto già conosciamo ed agiamo; a volte si ha la sensazione che ci si concentri molto (troppo) sulla tecnica, perdendo di vista il senso profondo della trasformazione che abbiamo l’onere e l’onore di orientare (oggi) e governare (domani).
Le tre sfide della sanità (anche digitale)
Parlando di salute, prima che di salute digitale, in questi tempi, di rapido pensiero e rapidi cambiamenti, sussistono tre macrotemi importanti, che fanno da cornice alla riflessione contestuale della professione infermieristica italiana:
- la sfida dell’invecchiamento e della cronicità (leggi “la prossimità”)
- le sfida della sostenibilità (leggi “la prevenzione”)
- la sfida della competenza (leggi “la formazione”, proprio nel senso etimologico del “dare forma”)
Ogni sfida ci richiama alla necessità di affrontare il cambiamento in modi diversi ed interconnessi, ma, ineludibilmente insieme, superando le logiche dei silos, includendo ed ingaggiando cittadini, professionisti (non solo sanitari) e le organizzazioni, che, a volte, sembrano essere l’anello più debole della catena.
Sanità digitale: le sfide all’orizzonte
In questa cornice emergono alcune ipotesi di lavoro, in ottica prospettica che deve considerare il breve/medio, ma anche il lungo orizzonte di pensiero.
- La definizione di standard specifici: è necessario prevedere dei meccanismi di valutazione e certificazione delle competenze digitali in ambito sanitario, inserendo un “level entry”, un minimo comune denominatore cogente ed inderogabile.
- Formazione di base e post base: dobbiamo creare competenze professionali digitali nuove e più performanti rispetto all’attuale, ma questo oggi non è previsto nei percorsi di studio delle professioni sanitarie. È necessario quindi prevedere una revisione dei percorsi accademici, che possa formare professionisti sanitari in possesso di skills uniformi ed integrate nel sistema sanitario digitale che si sta costruendo. La chiave del successo è insita nel considerare il cambiamento in logica trasformativa globale, includendo parallelamente anche la trasformazione delle organizzazioni e l’implementazione dei nuovi strumenti. Sotto questi aspetti potrebbe essere utile considerare la creazione di figure di leadership specifiche (es. UOS / UOC dedicate alla trasformazione digitale aziendale) e figure di processo, che presidino l’efficacia delle azioni implementate e la loro capillarità.
- Formazione continua e upskilling: è necessario incentivare la formazione continua attuale, al fine di migliorare le competenze digitali specifiche dei sanitari ad oggi inseriti nel sistema. Questo può essere fatto mediante incentivi specifici del sistema ECM attuale e tramite la valutazione, al pari di quanto in essere per la radioprotezione, di una quota obbligatoria di formazione annuale in ambito di salute digitale. È auspicabile anche un ruolo ordinistico più cogente, per arrivare ad uniformare le competenze in modo più rapido ed efficace.
- Formazione innovativa ed interattiva: le nuove tecnologie che abbracciano la formazione in simulazione possono essere di grande aiuto anche per mantenere competenze specifiche, pur in assenza di casistica reale (es. la chiusura dei punti nascita per mancanza di casistica sufficiente, al fine di garantire la manutenzione delle competenze critiche dei sanitari coinvolti).
Gli esiti attesi saranno necessariamente figli di quanto saremo riusciti a credere oggi in questo cambiamento e quanto saremo stati disposti a metterci noi, per primi, in logica trasformativa. Prima o poi i soldi del PNRR finiranno e speriamo non rimangano solo le nostre buone intenzioni, insieme a nuovi e costosissimi strumenti ed infrastrutture.