Specializzandi, il Ministero della Salute rassicura: “In corso approfondimenti per maggior valorizzazione professionale”

Il sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato, ha risposto a un’interrogazione in commissione Affari Sociali alla Camera. Ecco su cosa sta puntando il Ministero.

Sommario

  1. Certificazione delle competenze e formazione pratica
  2. Formazione specialistica a tempo parziale e requisiti di qualità
  3. Riforma della formazione e distribuzione dei contratti di specializzazione
  4. Ricciardi (M5S): “Lavoro specializzandi va pagato”

Il contributo dei professionisti in formazione specialistica all'interno del Sistema sanitario nazionale è fondamentale, considerato che sono medici abilitati e iscritti ai rispettivi ordini professionali. Riconoscendo la necessità di valorizzare ulteriormente questo contributo, si sta discutendo la natura del contratto di formazione specialistica stipulato con l'università e la regione. L'obiettivo è inquadrare meglio il percorso di formazione in modo da riflettere maggiormente la componente professionale e lavorativa del servizio prestato dai medici in formazione, senza compromettere la qualità dell'istruzione universitaria. È quanto annunciato dal sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato, rispondendo in commissione Affari Sociali alla Camera all'interrogazione sul tema presentata da Marianna Ricciardi (M5S).

Certificazione delle competenze e formazione pratica

Per Gemmato, un'importante novità riguarda la certificazione delle competenze acquisite dai medici specializzandi. Il recente intervento normativo stabilisce che l'azienda sanitaria o l'ente d'inquadramento non solo debbano garantire il tutoraggio, ma anche certificare le attività assistenziali svolte in autonomia dagli specializzandi. Questo sistema sostituisce la tradizionale prova finale annuale e permette di valorizzare il contributo pratico dei medici. Tuttavia, la responsabilità della formazione teorica rimane a carico delle università, le quali continuano a svolgere la funzione valutativa.

Formazione specialistica a tempo parziale e requisiti di qualità

Gemmato sostiene che la direttiva europea 2005/36/CE consente la formazione specialistica a tempo parziale, a condizione che mantenga gli stessi standard di qualità della formazione a tempo pieno. In Italia, questo principio è stato recepito nella normativa, che stabilisce che la qualità e la durata della formazione a tempo parziale non devono essere inferiori a quelle della formazione continua. Inoltre, l'Osservatorio nazionale della formazione medica specialistica ha il compito di monitorare e garantire la qualità della formazione erogata dalle strutture universitarie e ospedaliere.

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Riforma della formazione e distribuzione dei contratti di specializzazione

Il Ministero dell'Università e della Ricerca ha avviato un gruppo di lavoro per affrontare i principali problemi legati alla formazione specialistica. Tra le questioni trattate, ha spiegato il sottosegretario Gemmato, figurano la programmazione del fabbisogno di medici, l'attrattività delle scuole di specializzazione e il miglioramento del contratto di formazione. Un altro tema cruciale è il cosiddetto "imbuto formativo", ovvero la difficoltà di accesso alla formazione specialistica per alcuni settori meno remunerativi. Il Ministero della Salute sta lavorando per risolvere questa criticità, cercando di rendere più attrattive le specializzazioni meno scelte attraverso un'adeguata remunerazione, in linea con le risorse finanziarie disponibili.

Ricciardi (M5S): “Lavoro specializzandi va pagato”

Oltre ad aver presentato l’interrogazione a cui ha risposto il sottosegretario Gemmato, Marianna Ricciardi ha di recente organizzato un convegno proprio sul tema della retribuzione per gli specializzandi non medici (farmacisti, biologi, psicologi, ecc.). Ricciardi sottolinea l'importanza di garantire un compenso per il lavoro degli specializzandi, criticando l'assenza dei rappresentanti del governo al convegno. Ha inoltre presentato una proposta di legge per il riconoscimento economico durante tutto il percorso formativo, inclusi congedi parentali e di maternità. La Sardegna è stata citata come esempio positivo, essendo la prima regione a garantire retribuzioni agli specializzandi.

Di: Arnaldo Iodice, giornalista

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