Con la fine del triennio formativo ECM fissata al 31 dicembre 2025, si avvicina una scadenza cruciale per tutti i professionisti sanitari, inclusi i biologi. Con il presidente della Federazione Nazionale degli Ordini dei Biologi (FNOB), Vincenzo D’Anna, facciamo il punto sulla situazione attuale degli iscritti: quanti sono in regola, quanti ancora in ritardo e quali sono le cause principali di disallineamento. Si parlerà anche delle strategie messe in campo dalla Federazione per supportare la formazione continua, dell’eterogeneità dei profili professionali dei biologi, dei rischi legati alla mancata acquisizione dei crediti ECM (inclusa la perdita della copertura assicurativa) e delle novità introdotte dalla Commissione ECM, come le premialità per i professionisti più virtuosi. Un’occasione per riflettere sul ruolo della formazione, ma anche sulla necessità di un dialogo più efficace tra Ordine e iscritti.
12mila biologi senza crediti
Presidente, il 31 dicembre segnerà la scadenza del triennio formativo ECM. Qual è, ad oggi, la situazione formativa degli iscritti agli Ordini dei Biologi?
Abbiamo recentemente diffuso una circolare informativa che riprende quanto stabilito da Agenas in merito alla distribuzione e alla validazione dei crediti, anche riferiti ai trienni precedenti. L’intento è quello di valorizzare quanto già acquisito nel passato, a partire dal 2016, senza vanificare l’impegno formativo dei professionisti. Attualmente abbiamo circa 23.000 iscritti che sono in fase di completamento del percorso formativo. Purtroppo, dai dati rilevati a febbraio, risultavano ancora circa 19.000 biologi senza crediti acquisiti. In compenso, circa 12.000 avevano già raggiunto il minimo previsto. È importante sottolineare che, da febbraio a dicembre, c'è ancora tutto il tempo per mettersi in regola. Va anche detto che tra quei 19.000 senza crediti, una quota significativa è rappresentata da docenti, ovvero da professionisti che svolgono attività formative di altra natura, quello CFU e non ECM. Quindi, su circa 54.000 iscritti, stimiamo che almeno 34.000 completeranno il triennio senza problemi. Ne resterebbero quindi tra le 10.000 e le 12.000 persone a rischio, ma confidiamo che molte di loro riescano a recuperare in tempo. In sintesi, il vero “campanello d’allarme” riguarda circa un quinto degli iscritti. Una proporzione non ideale, certo, ma in gran parte recuperabile.
Le strategie comunicative della Federazione
La Federazione ha adottato delle strategie per ricordare agli iscritti la scadenza e supportarli nel percorso formativo?
Sì, certamente. Il nostro portale istituzionale dispone di un’area riservata, molto utilizzata, attraverso la quale gli iscritti possono accedere ai corsi FAD, monitorare i propri crediti e restare aggiornati. Uno strumento importante è anche il nostro progetto editoriale “Formare informando”, veicolato attraverso il giornale dell’Ordine. Ogni mese pubblichiamo tre articoli scientifici, uno dei quali evidenziato con un colore specifico per indicare l’argomento di approfondimento. Chi legge l’articolo ottiene 2 crediti ECM. Abbiamo circa 49.000 iscritti, quindi abbiamo non solo il “polso” della situazione, ma anche un canale diretto e continuo con i colleghi, che rappresentano circa il 95-96% degli iscritti attivi.
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L'evoluzione della formazione dei biologi
In quali direzioni si sta evolvendo, o dovrebbe evolversi, la formazione dei biologi?
La formazione per i biologi è un grosso impegno, perché la nostra professione è estremamente eterogenea. Dal 2018, con il passaggio ufficiale tra le professioni sanitarie, anche chi opera in ambiti non strettamente socio-sanitari è tenuto a uniformarsi ai percorsi formativi previsti. Pensiamo ai biologi ambientali, ai botanici, agli zoologi: la nostra categoria comprende oltre 80 profili professionali diversi, frutto di una legge istitutiva risalente al 1966, che attribuisce ai biologi competenze trasversali in numerosi campi scientifici. La biologia è una scienza giovane ma in continua espansione, che apre continuamente nuove opportunità lavorative. Ma queste opportunità vanno accompagnate da una formazione che sia al tempo stesso teorica e pratica. Per questo motivo, abbiamo avviato diverse Scuole Permanenti di Formazione sul Campo, pensate in particolare per i giovani. A Reggio Calabria abbiamo aperto la Scuola di Biologia Marina, a Roma quella di Genetica e Genomica, a Firenze sta nascendo quella di Bioinformatica, a Pompei quella del Bio-restauro. Il nostro obiettivo è rendere i biologi non solo più competenti, ma anche più pronti all’inserimento professionale.
Premialità e tecnologie: il vero nodo è farsi ascoltare
Dal 2026 chi non avrà completato almeno il 70% dei crediti ECM rischierà di perdere la copertura assicurativa obbligatoria. Gli iscritti ne sono consapevoli?
L’informazione è puntuale e capillare. Il problema oggi non è la mancanza d’informazione, ma la disattenzione. Noi inviamo decine di comunicazioni via mail, PEC, newsletter, pubblicazioni sul sito. Ma non tutti leggono o seguono con costanza. Questo vale in ogni ambito, ma per noi è un ostacolo concreto. Ciononostante, possiamo dire di avere una comunicazione capillare. La piattaforma ECM ha registrato oltre un milione e mezzo di crediti erogati annualmente. Abbiamo un bacino di utenti molto ampio e ben servito. Tuttavia, c’è sempre una fascia che sfugge: chi non apre le mail, non visita il sito, non partecipa alle attività. Per questi colleghi è difficile far arrivare i messaggi. Molti dei nostri iscritti, in particolare i nutrizionisti e i laboratoristi, sono tenuti per legge ad avere una copertura assicurativa. Sanno bene che, se non si ottempera all’obbligo formativo, si rischia non solo sul piano legale, ma anche su quello etico e professionale. Credo che la norma, se ben comunicata e ribadita, possa davvero rafforzare la consapevolezza della responsabilità individuale. I colleghi che seguono le nostre indicazioni sono senz’altro informati e pronti ad adeguarsi.