Il TFR, o Trattamento di Fine Rapporto, rappresenta una somma accantonata per i lavoratori dipendenti privati e corrisposta al termine del rapporto lavorativo. Vediamo nel dettaglio cos'è, come verificarlo nella busta paga e quali sono le normative di riferimento.
Cos'è il TFR?
Il Trattamento di Fine Rapporto (TFR) è stato istituito per offrire un supporto economico ai lavoratori tra la fine di un impiego e la ricerca di un nuovo lavoro. Si tratta di una somma accantonata dal datore di lavoro su base mensile, come parte della retribuzione, che verrà erogata alla fine del rapporto di lavoro.
Inizialmente concepito nel 1927 con la “Carta del Lavoro”, il TFR ha assunto un carattere previdenziale con il tempo. Attualmente, la normativa principale sul TFR si trova all’interno dell’articolo 2120 del Codice Civile, che specifica come esso sia destinato esclusivamente ai lavoratori dipendenti subordinati del settore privato.
Riferimenti normativi sul TFR
L’evoluzione normativa del Trattamento di Fine Rapporto è stata significativa. La Legge 297/1987 ha aggiornato il sistema, stabilendo nuovi criteri di calcolo del TFR e promuovendo i fondi pensione. Successivamente, il D.lgs n. 252/2005, attuando la Legge n. 243/2004, ha riformato la previdenza complementare, favorendo l’inclusione del TFR nei fondi pensionistici. Inoltre, la legge di stabilità 2015 ha introdotto, per un periodo sperimentale, la possibilità di ricevere il TFR in busta paga.
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Dove trovare le informazioni sul TFR in busta paga
La busta paga rappresenta il documento fondamentale per controllare la quota TFR accantonata e le sue varie componenti. Solitamente, le informazioni sul TFR sono inserite nella parte inferiore del cedolino, con dettagli sull'importo maturato e su quello accantonato nell’anno.
Quota Anno TFR
Ogni busta paga riporta la Quota Anno TFR, che mostra il TFR maturato fino a quel momento nell’anno corrente. Questo dato è utile per monitorare l'accumulo mensile.
Rivalutazione TFR
L’importo del TFR viene rivalutato annualmente, seguendo l'indice ISTAT e un tasso fisso. La rivalutazione del TFR è soggetta a un’imposta specifica, che viene mostrata sulla busta paga.
TFR e Fondi
Il lavoratore può scegliere di destinare il TFR a un fondo pensione. In tal caso, nella busta paga appare la voce TFR a Fondi, che indica se e quanto del TFR viene versato nei fondi di previdenza complementare.
AnticipiTFR
È possibile richiedere un'anticipazione del TFR fino al 70% dell’importo maturato, se il lavoratore ha almeno 8 anni di servizio presso lo stesso datore. Le informazioni sugli anticipi sono riportate nella busta paga con la dicitura relativa all'importo anticipato nell'anno corrente.
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Altre informazioni importanti da controllare
Tassazione
Il TFR è soggetto a una tassazione particolare. La rivalutazione è tassata al 17% sulla quota incrementata, mentre l’intero importo del TFR viene tassato con un’aliquota applicabile al momento dell’erogazione finale.
Anticipazioni
Il lavoratore può richiedere anticipi per esigenze specifiche, come spese sanitarie o acquisto della prima casa. Queste richieste devono essere documentate e approvate, con le eventuali somme anticipate chiaramente indicate in busta paga.
Rivolgiti a professionisti per la gestione del TFR
Per verificare la correttezza delle somme maturate e degli importi accantonati, è consigliabile affidarsi a CAF/Sindacati, commercialisti, consulenti del lavoro o avvocati specializzati. Professionisti come il team di Consulcesi Club offrono servizi di valutazione e consulenza legale su temi complessi come il calcolo del TFR, la gestione della previdenza complementare e la tutela dei diritti lavorativi.
Il TFR (Trattamento di Fine Rapporto) è un diritto economico fondamentale che richiede un'attenta verifica, e l’assistenza di esperti può facilitare l’interpretazione della busta paga e l’accesso a eventuali anticipazioni o vantaggi fiscali.