ECM, proroga di un anno per chi non è in regola. Ma il nuovo triennio è già iniziato
09/02/2023
Con l’emendamento del senatore Zaffini arriva la proroga di un anno per l’obbligo ECM, ma nel frattempo il nuovo triennio formativo è già iniziato. Cosa succede quindi ai professionisti in regola e a quelli inadempienti?
Sommario
Dall’inizio del nuovo anno, Ordini e Federazioni hanno cercato di fornire risposte chiare ai propri iscritti sull’obbligo ECM e la scadenza del triennio 2020-22. Il testo nebuloso del decreto Milleproroghe, che annunciava la trasformazione del suddetto triennio in quadriennio, ha lasciato molti dubbi sul da farsi per chi si fosse trovato già in regola con i suoi crediti ECM.
Ora finalmente la politica ha fornito una risposta chiara sulla questione, che permetterà ai professionisti di indirizzare la propria formazione. In sede di Commissioni riunite Affari Costituzionali e Bilancio al Senato, è stato approvato un emendamento al Milleproroghe a prima firma di Francesco Zaffini, presidente della Commissione Affari sociali e Sanità.
Cosa contiene l’emendamento al Milleproroghe
Nell’emendamento si mette nero su bianco un’ulteriore proroga di un anno al triennio 2020-22, che prolunga la scadenza per accumulare i crediti ECM fino al 31 dicembre 2023. Zaffini ha risolto il vulnus creato dalla dicitura “quadriennio”, presente nella prima bozza, che aveva fatto pensare che non si trattasse solo di una proroga per chi non era ancora in regola, ma di un anno in più per tutti. Compresi i professionisti che avevano già sanato l’obbligo formativo 2020-22 e che si sarebbero trovati ad attendere un anno per l’inizio del nuovo triennio.
L’emendamento Zaffini elimina così la dicitura “quadriennio”, che tanta confusione aveva creato. Il 2023 sarà un anno di proroga per tutti i professionisti in ritardo con i crediti del triennio 20-22. In aggiunta, però, dal 1° gennaio scorso è iniziato regolarmente anche il triennio 2023-25.
Cosa succede ai professionisti in regola e a quelli inadempienti?
Tutti i professionisti in regola, dunque, potranno e dovranno iniziare ad accumulare i 150 crediti del triennio appena iniziato. I professionisti che non siano invece riusciti ad accumulare i 100 crediti del 2020-22 (con una riduzione di 50 crediti data dal bonus Covid) dovranno recuperare prima quelli e poi cominciare a segnare per il nuovo triennio.
La misura voluta da Zaffini conferma che la proroga di un anno non impedisce l’inizio del nuovo triennio; quindi, che recupero e nuovo accumulo “regolare” accadranno contemporaneamente in base alla situazione del singolo professionista.
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Proroga anche per i trienni già scaduti: la novità dell’emendamento
Nell’emendamento c’è un’ulteriore novità. Zaffini ha voluto che la proroga fosse un’occasione per recuperare anche i crediti formativi dei trienni passati e non più recuperabili. Nello specifico sarà possibile il recupero anche dei crediti dei trienni 2014-16 e 2017-19. La certificazione dell’assolvimento dell’obbligo ECM per questi periodi potrà essere conseguita attraverso crediti compensativi definiti secondo provvedimento della Commissione nazionale della formazione continua.
Nel caso in cui ci si trovi in pari con i crediti del triennio scorso ma si conservi un debito per i trienni passati che non si è riusciti a colmare: questa potrà essere l’occasione giusta.
L’impegno dei provider e il futuro della formazione
Le categorie sanitarie – medici, infermieri e professionisti della salute – rientrano ora per la prima volta in una condizione di “normalità”. La lunga emergenza Covid ha modificato anche il modo di formarsi e ora i professionisti chiedono tempo per dedicarsi al proprio aggiornamento.
Da parte delle associazioni provider è stato ribadito l’impegno ad ampliare l’offerta e a fornire varietà e qualità ai professionisti sanitari. Il 2023 sarà un anno per tornare alla normalità e, con la formazione, ai camici bianchi sarà consegnata la sanità del futuro.
di Gloria Frezza, giornalista professionista dal 2019 in passato in AdnKronos e RDS