L’aria “tossica” di Roma influenza la salute mentale 

L’aria “tossica” della Capitale può “avvelenare” anche la mente, letteralmente, aumentando il rischio di sviluppare disturbi psichiatrici. È l’allarmante ipotesi emersa da uno studio condotto a Roma dal dipartimento di epidemiologia del Servizio sanitario regionale del Lazio. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Science Direct.

21 Dicembre 2023, 09:23

L’aria “tossica” di Roma influenza la salute mentale 

Ansia, depressione, disturbi psicotici… L’aria “tossica” di Roma può “avvelenare” anche la mente, letteralmente, aumentando il rischio di sviluppare disturbi psichiatrici. È l’allarmante ipotesi emersa da uno studio condotto a Roma dal dipartimento di epidemiologia del Servizio sanitario regionale del Lazio. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Science Direct e poi rilanciati dal quotidiano britannico The Guardian. I motivi che hanno spinto i ricercatori a concentrarsi sul legame tra inquinamento e salute mentale dipendono dall’assenza, in letteratura scientifica, di ricerche più ampie sull’argomento. “Studi recenti hanno collegato l’inquinamento atmosferico allo sviluppo di disturbi psichiatrici, tra cui depressione, ansia ed episodi psicotici”, spiega Federica Nobile, ricercatrice del dipartimento di epidemiologia del Servizio sanitario regionale del Lazio, tra le autrici dello studio. “Tuttavia, tutte queste associazioni sono state studiate principalmente in piccoli gruppi, rendendo i loro risultati difficili da generalizzare”, aggiunge. 

Vivere in aree inquinate aumenta il rischio depressione e schizofrenia

Lo studio italiano si è basato sui dati provenienti dal censimento di oltre 1,7 milioni di residenti a Roma nel 2011. In particolare, i ricercatori hanno confrontato questi dati con le informazioni sull’assicurazione medica e sanitaria pubblica. Nei successivi otto anni sono state analizzate le cartelle cliniche allo scopo di identificare l’insorgenza di eventuali problemi di salute mentale, ricoveri, uso di antipsicotici, antidepressivi o stabilizzatori dell’umore. Questi dati sono infine stati confrontati con i livelli di inquinamento atmosferico e del traffico con aria tossica nei corrispondenti quartieri di Roma. I ricercatori hanno tenuto conto anche di altri possibili fattori che possono incidere sui problemi di salute mentale, come povertà, disoccupazione, livello d’istruzione. Ebbene, dall’analisi e dal confronto di tutti questi dati è emerso che le persone che vivono in aree con un maggiore inquinamento da particelle avevano maggiori probabilità di sviluppare schizofrenia, depressione e disturbi d’ansia. Questo collegamento è stato confermato anche dall’analisi delle prescrizioni di farmaci. L’associazione è risultata più chiara e forte nelle persone di età compresa tra i 30 e i 64 anni. 

 

 

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Con meno inquinamento a Roma si riducono i disturbi mentali fino al 30%

Utilizzando i dati dello studio, è anche possibile prevedere i benefici derivanti dal miglioramento dell’aria della città. Secondo i ricercatori, diminuire l’inquinamento da particelle a Roma del 10% potrebbe ridurre queste comuni condizioni di salute mentale del 10-30%. Miglioramenti ancora maggiori si potrebbero ottenere rispettando i limiti di inquinamento atmosferico proposti dalla Commissione Europea per il 2030 e le linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. “La nostra scoperta sottolinea l’importanza fondamentale dell’attuazione di misure rigorose per ridurre l’esposizione umana agli inquinanti atmosferici”, commenta Francesco Forastiere, ricercatore del Consiglio Nazionale delle Ricerche italiano e dell’Imperial College di Londra, nonché tra gli autori dello studio. “Questi sono fondamentali non solo per la salvaguardia dai disturbi fisici ma anche per preservare il benessere mentale”, aggiunge 

Ridurre l’inquinamento significa alleggerire la pressione sui servizi psichiatrici

La comprensione di questi problemi sta lentamente migliorando. Settantuno anni fa, il grande smog di Londra del 1952 portò alla morte di circa 12.000 persone, principalmente a causa di problemi respiratori, infarti e ictus. La ricerca degli anni ’90 ha aggiunto il cancro ai polmoni all’elenco delle patologie legate all’inquinamento atmosferico, ma gli effetti sulla salute del cervello sono stati trascurati. Uno studio condotto in Messico nel 2002 ha contribuito a dimostrare che l’esposizione all’inquinamento atmosferico aumenta il rischio di demenza in età avanzata. Inoltre, sono state effettuate osservazioni sull’associazione tra la vita in un’area urbana e il maggior rischio di schizofrenia e altri disturbi psicotici che hanno portato i ricercatori a indagare sull’inquinamento atmosferico come possibile causa.

Altri studi, tra cui un’indagine durata sette anni condotta dal King’s College di Londra, hanno scoperto che l’inquinamento atmosferico ha un ruolo nella gravità e nelle ricadute nelle persone con disturbi psichiatrici come la schizofrenia e la depressione. “Lo studio su larga scala condotto a Roma fornisce le prove tanto necessarie e aumenta la nostra fiducia sul legame tra inquinamento atmosferico e disturbi psichiatrici”, commenta Ioannis Bakolis, scienziato del King’s College di Londra, che non è stato coinvolto nello studio di Roma. “L’esposizione media annuale dei residenti a Roma al PM2.5 è più di tre volte superiore a quanto suggerito dall’OMS. Ridurre l’inquinamento atmosferico secondo le linee guida dell’OMS – conclude – potrebbe non solo migliorare la salute del cervello, ma anche ridurre la domanda di servizi psichiatrici post-pandemia già sovraccarichi”.