Asfalto e smog: l’afa estiva e i raggi solari peggiorano i rilasci di sostanze tossiche

L’asfalto è fonte di smog ed inquinamento. D’estate, le emissioni di sostanze tossiche aumentano, perché aggravate dall’afa e dal grande caldo. Approfondisci

7 Agosto 2024, 13:55

Asfalto e smog: l’afa estiva e i raggi solari peggiorano i rilasci di sostanze tossiche

L’asfalto è, come sappiamo, fonte di smog e inquinamento. Quello che forse non tutti sanno, è che la grande calura estiva, l’afa e le ondate di calore peggiorano le emissioni di sostanze tossiche.

Recenti studi, infatti, dimostrano che d’estate, i rilasci di sostanze tossiche nell’aria possono quadruplicarsi quando l’asfalto diventa rovente, colpito dai raggi solari.

Asfalto fonte di smog: d’estate emette le pericolose PM 2.5

L’asfalto è già di per sé una fonte di smog ed inquinamento dell’aria. Durante l’estate, la situazione si complica perché le temperature salgono e l’asfalto diventa rovente, essendo direttamente colpito dai raggi del sole. Il manto stradale emette, quindi, inquinanti che possono formare le polveri sottili, in particolare le pericolose PM 2.5.

Da uno studio pubblicato sulla rivista Science Advances, basato su esperimenti di laboratorio esposti a diversi agenti – come l’aumento di temperatura e la luce solare – è emersa una verità allarmante. Un aumento medio di 20 gradi, simile a quello che avviene nei grossi centri urbani in estate a causa del grande caldo, porta a un raddoppio delle emissioni totali dell’asfalto. Addirittura, la sua esposizione diretta ai raggi solari può portare le emissioni dell’asfalto a quasruplicarsi.

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PM10, PM2.5 e N02, biossido di azoto

Ormai sono note le fonti di emissione degli inquinanti. Le principali sono da attribuire al riscaldamento a biomasse e ai trasporti per PM10 e PM2.5. Alla combustione dei motori diesel e al traffico per il biossido di azoto, l’NO2. E, infine, alle industrie per la stragrande maggioranza di inquinanti soprattutto dove ci sono grandi stabilimenti assorbiti nel tessuto urbano delle città.

In relazione allo smog e all’inquinamento atmosferico, il livello di PM10 nell’aria è uno dei parametri principali da monitorare. Le polveri sottili PM10 sono quelle provocate soprattutto dalla combustione dei carburanti e dall’usura di pneumatici, asfalto, frizioni e freni. Si tratta di particelle di diametro inferiore a 10 micrometri che permangono nell’atmosfera per un lungo periodo di tempo.

Sono estremamente dannose perché in grado di penetrare nell’apparato respiratorio e causare problemi irritativi agli occhi, al naso e alla gola.  Le dimensioni del particolato da polveri sottili PM2.5 – inferiori a 2,5 micrometri – permettono di arrivare in profondità nei polmoni. È per questo che costituiscono un serio pericolo per la nostra salute.

Il biossido di azoto (NO2) è un gas prodotto dall’ossidazione del monossido di azoto (NO) altamente tossico. Viene classificato dall’Oms come una delle sostanze più inquinanti non solo per l’uomo ma anche per l’ambiente.

Con il cambiamento climatico e l’inesorabile aumento delle temperature, gli esperti avvisano che l’asfalto delle strade metropolitane sarà sempre più una fonte di emissioni tossiche. Potrebbe, in futuro, arrivare a superare quelle dei veicoli diesel e benzina.