Dal primo ottobre, via alla Carbon Tax: di cosa si tratta e cosa comporta  

Dallo scorso primo ottobre, è entrata in vigore la cosiddetta Carbon Tax alle frontiere UE.  

18 Ottobre 2023, 15:37

Dal primo ottobre, via alla Carbon Tax: di cosa si tratta e cosa comporta  

La Carbon Tax, nota anche come tassa sul carbonio, è una misura adottata dai governi per tassare l’emissione di gas a effetto serra, in particolare il diossido di carbonio (CO2), prodotto da industrie, aziende e individui che utilizzano combustibili fossili come carbone, petrolio e gas naturale per la produzione di energia.  

L’obiettivo della carbon tax è quello di aumentare i costi associati all’emissione di CO2, in modo da incentivare le imprese a ridurre le proprie emissioni e a cercare alternative a basse emissioni di carbonio. I proventi generati dalla tassa possono essere utilizzati per finanziare progetti di energia pulita e mitigazione del cambiamento climatico. 

Per ora sarà in fase di test e non sarà quindi applicato il dazio Co2 che punta a pareggiare il prezzo del carbonio dei prodotti europei con quelli importati. 

Come annunciato dall’Ansa, per ora sarà in fase di test e non sarà quindi applicato il dazio Co2 che punta a pareggiare il prezzo del carbonio dei prodotti europei con quelli importati. Fino al 2026, quindi, gli operatori dovranno soltanto rendicontare le emissioni dei prodotti importati nei settori cemento, ferro e acciaio, alluminio, fertilizzanti, elettricità e idrogeno. 

Cosa comporta questa tassa? 

Per la prima volta a livello mondiale, si utilizza il metodo di adeguamento del prezzo della Co2 alle frontiere, con l’obiettivo di tutelare le imprese UE già alle prese con il Green Deal. Scoraggiare le delocalizzazioni è il primo verso per riuscire in questa missione. Ma come?  

Intanto, coloro che non seguiranno la disposizione di annotamento, incorreranno in multe da 10 a 50 euro per tonnellata di prodotti importati.  

Questa prima fase viene indicata come “Carbon Border Adjustment Mechanism” (Cbam) e l’atto di annotare si traduce in “Emission trading system” o Ets per creare un sistema di parità per i produttori UE che già da tempo pagano i permessi per l’inquinamento da carbonio nell’ambito del sistema di scambio di quote di emissione dell’Unione. 

 

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Come funziona? 

Come annunciato pocanzi, dunque, dal primo ottobre è già stato messo in atto il registro contenente i dati delle emissioni ospitato dalla Commissione Europea, il cui procedimento appena spiegato sarà valido fino al 2026. Sulla base dei dati dichiarati, gli esportatori dovranno poi pagare una c.d. tassa di aggiustamento per coprire il divario di prezzo del carbonio tra i prodotti Ue e non. I produttori extra-Ue potranno invece ridurre o azzerare il costo della Cbam se hanno una propria carbon tax nazionale.  

L’entrata pienamente in vigore del meccanismo avrà luogo nel 2032 e in questa fase riguarda solo alcuni settori, come: erro e acciaio, cemento, fertilizzanti, alluminio, produzione di elettricità e idrogeno. 

Le critiche sollevate 

Le critiche sollevate sono già tantissime. Tra chi crede che sia una follia burocratica a chi pensa che in questo modo l’Europa sarà fatta fuori dal mercato globale, le preoccupazioni sembrano essere già molte. In un comunicato stampa, però, la Commissione Europea ha già chiarito: “Il Cbam è il nostro strumento di riferimento per applicare un prezzo equo alle emissioni prodotte durante la produzione di beni ad alta intensità di carbonio che entrano nell’Ue e per incoraggiare una produzione industriale più pulita nei Paesi terzi”. E con riguardo alle ritorsioni commerciali, si fa affidamento alle regole dell’Organizzazione Mondiale del Commercio, per cui il Cbam è compatibile.  

Perché è importante la tassazione sul carbonio?

Anche se ha suscitato non poche critiche, la tassazione sul carbonio è fondamentale per diversi motivi.  

Innanzitutto, è un valido strumento per la riduzione delle emissioni di gas serra e questo rappresenta la principale ragione per tassare il carbonio, le cui emissioni di gas a effetto serra sono responsabili del cambiamento climatico. Tassare il carbonio rende più costose le attività che producono emissioni di gas serra, come l’uso di carburanti fossili e l’industria ad alta intensità energetica. Ciò rende le energie rinnovabili e le tecnologie a basse emissioni di carbonio più competitive e incentiva le imprese e i consumatori a ridurre il proprio impatto ambientale. 

In secondo luogo, sembra essere essenziale per promuovere l’efficienza energetica. La tassazione può incoraggiare l’efficienza energetica, poiché rende più costoso utilizzare combustibili ad alta intensità di carbonio. Questo spinge le imprese e i consumatori a ridurre i propri consumi energetici, adottare tecnologie più efficienti e promuovere la conservazione dell’energia. Inoltre, la tassazione del carbonio rende le fonti di energia rinnovabile più competitive rispetto ai combustibili fossili. Ciò incoraggia gli investimenti nelle energie rinnovabili e promuove la transizione verso una società a basse emissioni di carbonio. 

Non va sottovalutato, poi, l’aspetto riguardante la sensibilizzazione sull’ambiente. La carbon tax può aumentare la consapevolezza e la comprensione del pubblico sulle conseguenze delle emissioni di gas serra e dell’importanza di agire per mitigarle. Questo potrebbe portare a un maggiore sostegno per politiche e iniziative volte a ridurre le emissioni e a proteggere l’ambiente. Questo tipo di tassazione, dunque, sembra essere un importante strumento di politica ambientale per ridurre le emissioni di gas serra, promuovere l’efficienza energetica, promuovere le energie rinnovabili e sensibilizzare il pubblico sull’importanza della lotta al cambiamento climatico.