Cosa sono le case green e come ci proteggono?
Il Parlamento europeo ha approvato il mandato negoziale su una proposta di legge per aumentare il tasso di ristrutturazioni e ridurre consumo energetico e emissioni nel settore edilizio. Ecco cosa c’è da sapere sulle case green
11 Aprile 2024, 08:04
Sommario
Le “case green” rappresentano un passaggio fondamentale nell’ambito della sostenibilità ambientale (nello specifico, quella edilizia), come testimonia la recente approvazione da parte del Parlamento Europeo della direttiva sull’Efficienza energetica degli edifici (EPBD), conosciuta comunemente come (per l’appunto) direttiva sulle “case green”. L’obiettivo ambizioso di questa direttiva è quello di eliminare le emissioni di gas serra prodotte dall’intero parco immobiliare europeo entro il 2050.
Cosa sono le case green
Le case green sono definite dagli standard di efficienza energetica e dalla riduzione delle emissioni di gas nocivi, che si avvicinano o raggiungono lo zero. Attualmente, gli immobili vengono classificati in base alla loro prestazione energetica attraverso le Classi Energetiche, che vanno dalla più performante (A4) alla meno efficiente (G). Le case green sono generalmente quelle che rientrano nelle classi A e B.
Secondo i moderni principi di bioedilizia e bioarchitettura, per essere considerate tali, le case green devono rispettare determinate caratteristiche chiave. Queste includono l’utilizzo di materiali di costruzione a basso impatto ambientale, non tossici ed ecosostenibili, preferibilmente riciclabili. Tra i materiali consigliati vi sono il legno, il sughero, il gesso, la fibra di canapa, il bambù, la lana di roccia, il legno-cemento, la fibra di cellulosa, l’argilla espansa e la calce espansa. Inoltre, è essenziale l’uso di energie rinnovabili, come l’energia solare per gli impianti fotovoltaici, insieme all’impiego di serramenti ad alta prestazione energetica e a un’efficace coibentazione termica.
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Le case green devono anche garantire un elevato comfort abitativo per gli occupanti per assicurare loro una buona qualità della vita. È importante una gestione razionale ed efficiente delle risorse, con l’obiettivo di abbattere gli sprechi e promuovere l’adattabilità degli spazi alle esigenze degli abitanti.
La direttiva sulle case green
La proposta di revisione della direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia mira a ridurre significativamente le emissioni di gas serra e il consumo energetico entro il 2030, con l’obiettivo ultimo (come detto) di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Tra gli obiettivi principali della proposta vi è per l’appunto la ristrutturazione di un numero maggiore di edifici inefficienti dal punto di vista energetico e un miglioramento della condivisione delle informazioni sul rendimento energetico.
Il Parlamento Europeo ha recentemente approvato la sua posizione negoziale sulla proposta, con 343 voti favorevoli, 216 contrari e 78 astensioni.
Uno dei punti chiave della proposta è la definizione di obiettivi di riduzione delle emissioni. Si prevede che tutti i nuovi edifici diventino a emissioni zero a partire dal 2028, con una scadenza anticipata al 2026 per quelli occupati, gestiti o di proprietà delle autorità pubbliche. Inoltre, si impone l’adozione di tecnologie solari entro il 2028 per tutti i nuovi edifici, mentre per le ristrutturazioni significative degli edifici residenziali la scadenza è il 2032.
La proposta prevede anche obiettivi di miglioramento delle prestazioni energetiche degli edifici. Ad esempio, entro il 2030 gli edifici residenziali dovrebbero raggiungere almeno la classe di prestazione energetica E, e la classe D entro il 2033. Per gli edifici non residenziali e quelli pubblici, gli stessi obiettivi dovrebbero essere raggiunti rispettivamente entro il 2027 e il 2030.
Per tener conto delle diverse situazioni nei vari paesi dell’UE, si stabilisce che la classe G, la più bassa in termini di efficienza energetica, debba rappresentare il 15% degli edifici con le peggiori prestazioni energetiche in ogni Stato membro.
I paesi dell’UE saranno responsabili di elaborare piani nazionali di ristrutturazione per raggiungere questi obiettivi.
La proposta include anche misure di sostegno contro la povertà energetica, e prevede regimi di sostegno per facilitare l’accesso a sovvenzioni e finanziamenti, nonché la creazione di punti informativi e programmi di ristrutturazione a costo zero. Si prevedono incentivi significativi per le “ristrutturazioni profonde“, soprattutto per gli edifici con le peggiori prestazioni energetiche, e sovvenzioni mirate alle famiglie vulnerabili.
Tuttavia, la nuova normativa presenta alcune deroghe, ad esempio per i monumenti e per gli edifici di particolare valore storico o architettonico.
Attualmente, i negoziati sono in corso tra il Parlamento Europeo e i governi dell’UE per definire la forma finale della normativa.
Questo intervento risponde alla necessità di affrontare il significativo impatto degli edifici sul consumo energetico e sulle emissioni di gas serra che, secondo la Commissione europea, rappresentano rispettivamente il 40% e il 36% del totale nell’UE. La proposta di revisione della direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia è parte integrante del pacchetto “Pronti per il 55%” e si allinea con gli obiettivi vincolanti per il 2030 e il 2050 stabiliti dalla nuova normativa europea sul clima del luglio 2021.