Clima e biodiversità: “È emergenza salute globale”. L’appello a OMS su 200 riviste

Il cambiamento climatico e la perdita di biodiversità possono essere ritenute una grave emergenza sanitaria globale. È l’allarme e insieme l’appello lanciato dagli scienziati in un editoriale congiunto pubblicato su oltre 200 riviste mediche. Gli autori invitano i leader mondiali e gli operatori sanitari a riconoscere la crisi del pianeta come un problema strettamente collegato alla salute umana.

2 Novembre 2023, 11:15

Clima e biodiversità: “È emergenza salute globale”. L’appello a OMS su 200 riviste

Il cambiamento climatico e la perdita di biodiversità possono essere ritenute una grave emergenza sanitaria globale. È l’allarme e insieme l’appello lanciato dagli scienziati in un editoriale congiunto pubblicato su oltre 200 riviste mediche, tra cui The BMJ, The Lancet, JAMA, il Medical Journal of Australia, l’East African Medical Journal, il National Medical Journal of India e il Dubai Medical Journal. Gli autori invitano i leader mondiali e gli operatori sanitari a riconoscere la crisi del Pianeta come un problema strettamente collegato alla salute umana. Si sono dunque rivolti all’Organizzazione mondiale della sanità sollecitandola a dichiarare questa crisi come un’emergenza sanitaria globale, prima o durante l’Assemblea Mondiale della Sanità nel maggio 2024.

I numerosi effetti della crisi climatica e della biodiversità sulla salute umana

Nell’editoriale gli scienziati sottolineano che la salute umana è messa in serio rischio sia dalla crisi climatica che dalla crisi della natura, con le comunità più povere e vulnerabili che spesso sopportano il peso maggiore, con carenza di terra, di alloggi, di cibo e di acqua, che non faranno altro che esacerbare la povertà, che a sua volta porterà a migrazioni di massa e conflitti. Le temperature in aumento, eventi meteorologici estremi, l’inquinamento atmosferico e la diffusione di malattie infettive sono alcune delle principali minacce alla salute. Ad esempio, l’inquinamento attacca la qualità dell’acqua causando un aumento delle malattie trasmesse da essa. L’acidificazione degli oceani ha invece ridotto qualità e quantità di prodotti ittici cruciali per la sussistenza di miliardi di persone. La perdita di biodiversità mina anche una buona nutrizione, nonché la scoperta di nuovi medicinali derivati dalla natura (ad esempio gli antibiotici). Inoltre lo sfruttamento del suolo ha modificato l’habitat di decine di migliaia di specie, con diffusione di patogeni e insorgenza di nuove malattie e pandemie.

“È un errore pericoloso considerare la crisi del clima e della natura come sfide separate”

“Il mondo sta attualmente rispondendo alla crisi climatica e alla crisi naturale come se fossero sfide separate”, si legge nell’editoriale. “Questo è un errore pericoloso. La 28esima Conferenza delle Parti delle Nazioni Unite (COP) sui cambiamenti climatici si terrà a Dubai, mentre la 16esima COP sulla biodiversità si terrà in Turchia nel 2024. Le stesse comunità di ricerca – continua – che forniscono le prove per le due COP, dopo essere state riunite occasionalmente in un seminario del 2020, hanno dichiarato che solo considerando insieme il clima e la biodiversità si possono raggiungere delle soluzioni”. In effetti, spiegano gli esperti, ripristinare un sottosistema può aiutare un altro, ma deve essere fatto considerando non solo i rischi e benefici per il clima, ma anche quelli per la biodiversità. Piantare foreste con un tipo di albero, ad esempio, può aiutare a rimuovere l’anidride carbonica dall’atmosfera, ma può danneggiare la biodiversità che è fondamentale per la salute degli ecosistemi. E i cambiamenti nello sfruttamento del suolo hanno costretto decine di migliaia di specie a entrare in contatto più stretto, aumentando lo scambio di agenti patogeni e la comparsa di nuove malattie e pandemie. Le comunità sono più sane se hanno accesso a spazi verdi di alta qualità che aiutano a filtrare l’inquinamento atmosferico, a ridurre la temperatura dell’aria e del suolo e a fornire spazi per l’attività fisica.

 

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Necessaria integrazione tra piani per clima e per la biodiversità

Con l’obiettivo di unire gli sforzi nell’editoriale si invita l’OMS a dichiarare l’emergenza sanitaria globale. I tre prerequisiti affinché l’OMS dichiari una situazione un’emergenza sanitaria pubblica di rilevanza internazionale sono che sia grave, improvvisa, insolita o inaspettata, che comporta implicazioni per la salute pubblica oltre i confini nazionali dello stato colpito e che potrebbe richiedere un’azione internazionale immediata. Il cambiamento climatico, secondo gli autori, sembra soddisfare tutte queste condizioni. Anche se l’accelerazione del cambiamento climatico e della perdita di biodiversità non sono improvvise o inaspettate, sono certamente gravi e insolite. “Anche se riuscissimo a mantenere il riscaldamento globale al di sotto di un aumento di 1,5 gradi rispetto ai livelli preindustriali, potremmo comunque causare danni catastrofici alla salute distruggendo la natura”, spiegano gli autori. Per questo motivo gli scienziati vorrebbero che l’OMS  dichiarasse la crisi indivisibile del clima e della natura come un’emergenza sanitaria globale, prima o durante l’Assemblea Mondiale della Sanità in programma per maggio 2024. Bisognerebbe, scrivono, allineare i processi delle COP (sul clima e sulla biodiversità), e spingere per una migliore integrazione dei piani nazionali sul clima con gli equivalenti sulla biodiversità. “La crisi climatica e la perdita di biodiversità danneggiano entrambe la salute umana – afferma Kamran Abbasi, direttore responsabile di The BMJ – e sono collegate tra loro; dobbiamo riconoscere questa crisi per quello che è: un’emergenza sanitaria globale”.