Collagene: l’ingrediente preferito della skin care pesa sulle foreste sudamericane
Scopri come la crescente domanda di collagene nella skin care influisce sulle foreste sudamericane. Analizza gli impatti ambientali e le alternative sostenibili.
21 Novembre 2024, 09:58
Sommario
La bellezza ha un costo, e non è solo economico. Il collagene, una proteina tanto celebrata per i suoi benefici cosmetici e nutrizionali, nasconde un lato oscuro: il suo legame con la deforestazione, in particolare in Sud America. La foresta del Gran Chaco in Paraguay, seconda solo all’Amazzonia per biodiversità, è sempre più sacrificata per far posto agli allevamenti intensivi di bestiame, una delle principali fonti di collagene.
Secondo un recente rapporto dell’ONG Global Witness, tra il 2021 e il 2023, oltre 18.000 ettari del Gran Chaco sono stati deforestati, una superficie più grande dell’intera città di Parigi. Questa devastazione, in parte, è dovuta alla crescente domanda di collagene, utilizzato sia nell’industria cosmetica sia in quella degli integratori alimentari. Nello stesso periodo, infatti, il Paraguay ha esportato circa 3.000 tonnellate di materiale per la produzione di questa proteina.
Che cos’è il collagene e perché è così richiesto?
Il collagene è la proteina fibrosa principale del tessuto connettivo negli animali, presente in pelle, ossa, cartilagini e tendini. La sua funzione è fondamentale per mantenere l’elasticità della pelle, la salute delle articolazioni e la resistenza delle ossa. L’industria della bellezza lo promuove come un elisir per combattere rughe, linee sottili e segni dell’età. Rappresenta un mercato florido, con un valore globale stimato in 4 miliardi di dollari nel 2022 e una crescita prevista dell’8,4% per il 2023, secondo Global Market Insights.
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Collagene e crisi ecologica
La crescente domanda del prodotto, tuttavia, sta aggravando la crisi ecologica globale. Gli allevamenti intensivi, già responsabili dell’80% della deforestazione amazzonica, hanno un ruolo chiave nella distruzione del Gran Chaco. La perdita di queste foreste non è solo un disastro per la biodiversità, ma contribuisce anche al riscaldamento globale, eliminando preziosi “pozzi di carbonio” e impoverendo le popolazioni indigene che vivono in questi territori.
Tra le aree più colpite c’è quella rivendicata dal gruppo indigeno Ayoreo Totobiegosode. Gli allevamenti invadono le loro terre ancestrali, mettendo a rischio una delle ultime tribù isolate al mondo.
La mancanza dell’alternativa vegetale
A differenza di altri ingredienti cosmetici, il collagene non ha un’alternativa vegetale. La sua origine è intrinsecamente animale, un fatto che complica il passaggio a filiere più sostenibili. L’introduzione di normative più stringenti potrebbe alleviare il problema, ma la legge europea contro la deforestazione non entrerà in vigore prima della fine del 2025, lasciando il tempo alla crisi di aggravarsi ulteriormente.
Verso una bellezza consapevole
Il collagene rappresenta un dilemma tra i benefici personali e le conseguenze globali. Per i consumatori, la sfida è fare scelte informate: optare per prodotti con certificazioni sostenibili, chiedere trasparenza alle aziende e considerare alternative per ridurre la domanda. Le industrie, dal canto loro, devono impegnarsi per adottare pratiche che rispettino l’ambiente e le comunità locali. Solo così sarà possibile conciliare la ricerca della bellezza con la salvaguardia del pianeta.