C’è una correlazione tra inquinamento e peso molto basso nei neonati, lo studio a Cremona
Uno studio cremonese sottolinea la correlazione tra peso basso nei neonati e inquinamento da polveri sottili subito dalle madri. Un secondo studio evidenzia invece il legame tra leucemie mieloidi nelle donne con l’aumentare della concentrazione di PM10 nella zona cremonese.
3 Gennaio 2024, 09:31
Sommario
Sembra ci sia una correlazione tra eventi avversi nella riproduzione della popolazione (peso basso nei neonati) e l’inquinamento, nonché un collegamento tra incidenza della leucemia acuta e inquinamento. Lo si evince dai risultati dell’Indagine Epidemiologica Cremonese condotta dall’Osservatorio Epidemiologico di ATS della Val Padana, sugli studi “Associazione tra inquinamento atmosferico ed eventi avversi alla riproduzione nel Distretto di Cremona” e “Associazione tra inquinamento atmosferico da polveri sottili e leucemia acuta nella provincia di Cremona”.
I due studi avevano lo scopo di indagare l’uno l’impatto dell’inquinamento da polveri sottili – nello specifico PM2.5 e biossido di azoto – sugli eventi avversi della riproduzione nella popolazione che ha abitato nei pressi di Cremona tra il 2010 e il 2019; l’altro la relazione tra PM10 e l’incidenza di leucemia acuta nella popolazione della provincia di Cremona tra il 2008 e il 2018.
Eventi avversi alla riproduzione e inquinamento
Nel primo studio i risultati, presentati dalla Direttrice dell’Osservatorio epidemiologico di ATS Linda Guarda, hanno evidenziato come tra 2010 e 2019 le donne nel primo trimestre di gravidanza siano state esposte ad una concentrazione di polveri sottili superiore ai limiti di legge nelle zone nei pressi di Cremona. Nel 26,6% dei casi per l’NO2 e nel 60,9% dei casi per il PM2.5. Da ciò si sono osservati effetti “limitati” sull’abortività spontanea e sulla prematurità, e uno più marcato tra PM2.5 e peso molto basso dei neonati.
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Incidenza di leucemia acuta e inquinamento
I risultati del secondo studio sono stati invece presentati da Paola Ballotari, statistica dell’Osservatorio epidemiologico di ATS. Si evince un lieve incremento del rischio di leucemie mieloidi nelle donne con l’aumentare della contrazione di PM10. “Proprio per la necessità di avere un numero sufficiente di eventi per poter fornire stime più robuste – ha evidenziato Ballotari – poiché nel distretto di Cremona erano stati registrati solo 129 casi negli 11 anni presi in considerazione, si è deciso di ampliare lo studio all’intera provincia, dove sono stati osservati 269 casi; tale scelta ha comportato l’utilizzo delle stime dell’inquinamento di EPISAT, progetto di rilevanza nazionale che per l’intero periodo 2008-2018 fornisce dati solo sul PM10. Il nostro studio ha numerosi punti di forza, quali la profondità storica del periodo di osservazione, l’accuratezza delle diagnosi grazie al Registro Tumori di ATS e la ricostruzione georeferenziata della storia residenziale.”