Direttiva quadro sui rifiuti, la posizione del Consiglio europeo

La necessità di aggiornamento della direttiva quadro sui rifiuti e la posizione del Consiglio Europeo. Approfondisci.

24 Luglio 2024, 06:14

Direttiva quadro sui rifiuti, la posizione del Consiglio europeo

Il Consiglio europeo ha recentemente adottato la sua posizione sulla proposta di aggiornamento della direttiva quadro sui rifiuti (2008/98/CE) presentata dalla Commissione europea il 5 luglio 2023, con un focus particolare sui settori dei rifiuti tessili e organici.

Qual è la posizione del Consiglio Europeo?

Assoambiente, l’associazione delle imprese dei servizi ambientali e dell’economia circolare, ha evidenziato alcuni punti chiave della normativa.

Innanzitutto, la revisione della direttiva dovrà affrontare il fenomeno del “fast fashion” e fissare obiettivi di riduzione dei rifiuti alimentari commestibili entro il 2027. Si prevede l’introduzione di regimi di responsabilità estesa del produttore (EPR) obbligatori per coprire i costi di gestione dei rifiuti tessili, basati sulle prestazioni ambientali dei prodotti. I contributi saranno modulati in base alla circolarità e alle performance ambientali dei prodotti tessili, con contributi più elevati per le aziende che seguono pratiche di “fast fashion”. In secondo luogo, gli enti di beneficenza, le imprese sociali e le fondazioni impegnate nella raccolta saranno esentati da oneri amministrativi sproporzionati. Gli operatori commerciali del riutilizzo dovranno pagare un contributo ridotto quando mettono per la prima volta tali prodotti sul mercato. Oltre agli obiettivi di riduzione dei rifiuti alimentari entro il 2030 (-10% nella produzione/lavorazione e -30% pro capite nella vendita al dettaglio, nei ristoranti e nelle famiglie), il Consiglio propone di prendere come riferimento gli anni successivi al 2020 per evitare l’influenza dell’emergenza Covid e di fissare nuovi obiettivi per i cibi commestibili entro il 31 dicembre 2027. Il Consiglio europeo è pronto quindi ad avviare i colloqui con il Parlamento europeo, che aveva sospeso i lavori in attesa della nomina dei nuovi rappresentanti post-elezioni, per il miglioramento e quindi l’approvazione definitiva della normativa.

Quali obiettivi ci si pone?

La proposta di aggiornamento della direttiva quadro sui rifiuti mira a rispondere alle crescenti preoccupazioni ambientali legate ai settori dei rifiuti tessili e alimentari. L’adozione di regimi di responsabilità estesa del produttore (EPR) rappresenta un passo significativo verso la gestione sostenibile dei rifiuti tessili, incentivando pratiche produttive più ecologiche e penalizzando il “fast fashion” che contribuisce notevolmente all’accumulo di rifiuti. Inoltre, la revisione della direttiva sottolinea l’importanza di prevenire la produzione di rifiuti, incentivando contributi eco-modulati che premiano la circolarità dei prodotti. Questo approccio non solo aiuta a ridurre l’impatto ambientale, ma incoraggia anche le aziende a innovare verso modelli di produzione più sostenibili.

Con riguardo ai rifiuti alimentari, la revisione riconosce l’impatto delle misure adottate durante la pandemia di Covid-19 e propone obiettivi realistici basati su dati recenti. Questa attenzione alla riduzione degli sprechi alimentari riflette una crescente consapevolezza dell’importanza di gestire le risorse in modo più efficiente e sostenibile. Infine, la decisione di esentare gli enti di beneficenza e le imprese sociali da oneri amministrativi sproporzionati riconosce il ruolo cruciale di queste organizzazioni nel supportare le comunità e promuovere la sostenibilità attraverso il riutilizzo e la riduzione dei rifiuti.

L’aggiornamento della direttiva quadro sui rifiuti rappresenta un’importante evoluzione delle politiche ambientali dell’UE, mirata a promuovere una gestione più sostenibile dei rifiuti tessili e alimentari, incentivando pratiche ecologiche e supportando il ruolo delle organizzazioni sociali e caritative.

 

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Cosa stabilisce la direttiva quadro sui rifiuti (2008/98/CE)?

La direttiva quadro sui rifiuti 2008/98/CE, adottata dal Parlamento europeo e dal Consiglio dell’Unione Europea il 19 novembre 2008, stabilisce un quadro legislativo per la gestione dei rifiuti all’interno dell’Unione Europea. Questa direttiva mira a proteggere l’ambiente e la salute umana, prevenendo e riducendo la produzione di rifiuti e promuovendo il riciclaggio e il riutilizzo dei materiali. Stabilisce dei principi fondamentali rintracciabili sulla gerarchia dei rifiuti, sulla protezione della salute umana e dell’ambiente e sugli obblighi per l’ambiente.

La direttiva introduce la gerarchia dei rifiuti come principio fondamentale per la gestione dei rifiuti, che prevede il seguente ordine di priorità: la prevenzione, la preparazione per il riutilizzo, il riciclaggio, il recupero di altro tipo come il recupero di energia e quindi lo smaltimento.

Tra gli obblighi degli Stati membri, certamente la redazione di piani di gestione dei rifiuti e programmi di prevenzione dei rifiuti. Gli Stati membri devono elaborare e attuare piani di gestione dei rifiuti che descrivano le misure adottate per raggiungere gli obiettivi della direttiva e devono essere sviluppati programmi di prevenzione dei rifiuti per ridurre la quantità e la pericolosità dei rifiuti prodotti. Tra l’altro, gli Stati membri possono adottare misure per garantire che i produttori assumano la responsabilità per l’intero ciclo di vita dei prodotti, inclusa la fase post-consumo.

La direttiva stabilisce, inoltre, obiettivi di riciclaggio per specifici flussi di rifiuti, come i rifiuti domestici e i rifiuti da costruzione e demolizione. Gli Stati membri devono adottare misure per ridurre la quantità di rifiuti biodegradabili smaltiti in discarica e fornisce definizioni chiare per vari termini relativi alla gestione dei rifiuti, come “rifiuto”, “riciclaggio”, “recupero” e “smaltimento“, al fine di garantire una comprensione e un’applicazione uniformi della legislazione. La normativa ha una parte dedicata anche alla trasparenza e al coinvolgimento pubblico per cui gli Stati membri devono garantire la trasparenza e il coinvolgimento del pubblico nella preparazione e nell’aggiornamento dei piani di gestione dei rifiuti e dei programmi di prevenzione. La direttiva prevede disposizioni specifiche per la gestione di particolari tipi di rifiuti, come i rifiuti pericolosi e i rifiuti provenienti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE). La direttiva quadro sui rifiuti 2008/98/CE stabilisce un quadro completo per la gestione dei rifiuti nell’UE, promuovendo la prevenzione, il riutilizzo, il riciclaggio e il recupero dei rifiuti per ridurre al minimo l’impatto ambientale e proteggere la salute umana.

Quali critiche sono state mosse a questa direttiva e perché è nata l’esigenza di modificarla?

La direttiva quadro sui rifiuti 2008/98/CE ha ricevuto diverse critiche nel corso degli anni, che hanno portato all’esigenza di modificarla. Le principali critiche e ragioni per l’aggiornamento riguardano l’inadeguatezza nel contrastare il “fast fashion”, la gestione inefficiente die rifiuti organici, i risultati scarsi nella riduzione dei rifiuti alimentari e la poca incisività della responsabilità estesa del produttore, oltre alla mancanza di incentivi per l’economia circolare.

In particolare, la normativa originale non forniva linee guida sufficientemente dettagliate per la gestione dei rifiuti organici, lasciando spazio a inefficienze nel trattamento e nel riciclaggio di questi rifiuti e nonostante gli obiettivi di riduzione dei rifiuti alimentari, i progressi sono stati limitati e la direttiva non ha avuto un impatto significativo sulla diminuzione degli sprechi alimentari. Tra l’altro, l’implementazione del principio di responsabilità estesa del produttore (EPR) è stata disomogenea tra gli Stati membri, con alcuni paesi che non hanno applicato efficacemente queste misure, riducendo l’efficacia complessiva della direttiva. La direttiva non promuoveva sufficientemente l’economia circolare, limitandosi a stabilire obiettivi di riciclaggio senza incentivare abbastanza la riduzione dei rifiuti alla fonte e il riutilizzo dei materiali.

Da qui, l’esigenza di modifica con l’aumento della consapevolezza riguardo alle emergenze climatiche e ambientali che ha richiesto una revisione delle politiche di gestione dei rifiuti per affrontare meglio queste sfide. L’UE ha riconosciuto, in particolare, la necessità di spostarsi verso un’economia più circolare, che riduca i rifiuti e promuova il riutilizzo e il riciclaggio dei materiali, richiedendo aggiornamenti alla direttiva per supportare questo obiettivo. La modifica della direttiva mira a garantire una maggiore uniformità e coerenza nell’implementazione delle politiche di gestione dei rifiuti tra gli Stati membri, riducendo le disparità e migliorando l’efficacia complessiva delle misure adottate.

Dunque, le critiche mosse alla direttiva 2008/98/CE si concentrano principalmente sulla sua inefficacia nel gestire specifici flussi di rifiuti e sull’insufficiente promozione dell’economia circolare. Le modifiche proposte mirano a colmare queste lacune, adattandosi alle nuove sfide ambientali e promuovendo una gestione dei rifiuti più efficiente e sostenibile in tutta l’Unione Europea.