Grecia condannata per il superamento sistematico dei livelli di PM10

L’Europa ha condannato la Grecia per non essersi allineata con la normativa sull’emissione di PM10 e per la violazione di tre direttive sulle emissioni.

28 Novembre 2023, 11:04

Grecia condannata per il superamento sistematico dei livelli di PM10

Le normative UE in materia ambientale sono state inasprite per salvaguardare la salute umana e dell’ecosistema. I limiti di PM10 (particelle di diametro aerodinamico inferiore o uguale ai 10 µm) sono al vaglio delle ultime pronunce dell’Unione Europea e sono stabiliti dalla direttiva 2008/50/CE, la quale disquisisce sulla qualità dell’aria e sui livelli di ozono. I limiti giornalieri per le PM10 sono di 50 microgrammi per metro cubo (μg/m³) in media su 24 ore. Inoltre, i limiti annuali sono di 40 μg/m³ in media su un anno. 

È importante rispettare questi limiti per diversi motivi. Primo tra tutti, la salute pubblica. Le particelle di PM10 possono penetrare nelle vie respiratorie umane e causare problemi di salute come irritazione delle vie respiratorie, problemi polmonari, aumento del rischio di asma, bronchite, malattie cardiache e persino morte prematura. Rispettare i limiti delle PM10 aiuta a proteggere la salute delle persone, soprattutto quelle più vulnerabili come i bambini, gli anziani e le persone con problemi respiratori. In secondo luogo, la salute ambientale: l’aumento di PM10 nell’aria può anche causare danni agli ecosistemi e agli habitat naturali. Ad esempio, le particelle sottili possono depositarsi sui suoli, influenzando la fertilità e l’idoneità per la crescita delle piante. Inoltre, l’accumulo di PM10 può causare la formazione di smog atmosferico, riducendo la visibilità e danneggiando la fauna selvatica. 

I paesi dell’UE sono vincolati dalla direttiva sulla qualità dell’aria ambiente a rispettare i limiti di PM10. Non conformarsi a questi limiti può comportare sanzioni finanziarie e cause legali da parte delle autorità europee. Tutto questo, perché rispettare i limiti di PM10 contribuisce al miglioramento della qualità dell’aria generale, riducendo l’inquinamento atmosferico e migliorando la vita delle persone e degli ecosistemi. Un impegno che tutti i Paesi dell’UE hanno preso e, tra le cui azioni, rientra quella di promuovere politiche e misure per ridurre le emissioni di PM10 può portare a una migliore salute pubblica e a una maggiore sostenibilità ambientale. 

Qualora i limiti non siano rispettati e il Paese non prenda provvedimenti in tal senso, l’intervento delle Autorità europee è inevitabile e si ha il risultato ottenuto con la sentenza del 23 marzo 2023 nei confronti della Grecia 

L’ultima pronuncia che condanna lo Stato Ellenico

Con la sentenza del 23 marzo 2023, con procedimento identificato al numero C70/2, la Grecia è stata condannata per il sistematico superamento dei limiti PM10, stabiliti dalle normative UE. 

Il dispositivo in questione ha stabilito che: 

La Repubblica ellenica, 

– non avendo provveduto a non superare sistematicamente e persistentemente il valore limite giornaliero per il PM10, dal 2005 al 2012 compreso, nel 2014 e di nuovo dal 2017 al 2019 compreso, nell’agglomerato di Salonicco (EL 0004), è venuto meno agli obblighi ad esso incombenti in forza del combinato disposto dell’articolo 13, paragrafo 1 e l’allegato XI della direttiva 2008/50, e, se del caso, 

– non avendo adottato, a partire dall’11 giugno 2010, misure adeguate per garantire il rispetto del valore limite giornaliero fissato per il PM10 nell’agglomerato di Salonicco (EL 0004), è venuto meno agli obblighi imposti dall’articolo 23, paragrafo 1, di tale direttiva, in combinato disposto con l’allegato XV di quest’ultima, e, in particolare, l’obbligo di garantire che i piani per la qualità dell’aria includano misure adeguate per garantire che il periodo di superamento di tale valore limite sia il più breve possibile”. 

La Grecia è stata condannata anche al pagamento delle spese di giudizio come parte soccombente.  

 

 

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Indaghiamo sulle questioni alla base della pronuncia 

I limiti consentiti per il biossido di azoto (NO2) e previsti per il PM10 in Grecia dipendono dalle normative ambientali vigenti nel Paese. Tali limiti possono variare nel tempo e possono essere differenti per diverse aree geografiche. Tuttavia, la Repubblica ellenica rientra proprio tra quei Paesi UE che hanno di gran lunga e sistematicamente superato i limiti consentiti. Ai sensi della direttiva sopra citata, ma anche con riguardo alla 96/62/CE sulla valutazione e la gestione della qualità dell’aria ambientale, per cui “gli Stati membri stabiliscono un elenco delle zone e degli agglomerati in cui i livelli di uno o più inquinanti superano il valore limite aumentato del margine in eccesso”. 

Per la Corte, la Grecia non ha messo in atto azioni volte a ridurre le emissioni e non ha nemmeno assolto le previsioni previste dalla direttiva, tra cui quella dell’indicazione del limite massimo PM10 a zone e della redazione di un elenco pubblico, un programma al quale deve avere accesso tutta la popolazione. In secondo luogo, il dispositivo menziona che a partire dall’11 giugno 2010, non sono state adottate misure adeguate a garantire il rispetto del valore limite giornaliero per il PM10 nell’agglomerato di Salonicco EL 0004. 

Il valore limite giornaliero per il PM10 è stato fissato a 40 microgrammi per metro cubo (µg/m³) dall’Unione Europea per proteggere la salute pubblica. Dai rilievi effettuati l’agglomerato di Salonicco EL 0004 sembra, dunque, non aver preso adeguate misure per ridurre la concentrazione di PM10 nell’aria al di sotto del valore limite giornaliero. Ciò può avere potenziali conseguenze negative sulla salute dei residenti della zona. 

In terzo luogo, risulta violata la direttiva 1999/30/CE, relativa alla fissazione di valori limite per il biossido di zolfo, il biossido di azoto e gli ossidi di azoto, le particelle e il piombo nell’aria ambiente. L’allegato III di tale direttiva precisava che, per quanto riguarda le particelle PM10, la data a partire dalla quale i valori limite dovevano essere rispettati era il 1° gennaio 2005. Un periodo lunghissimo per lo Stato in questione che avrebbe avuto tutto il tempo di allinearsi alle normative.  

In sua difesa, la Repubblica ellenica ha rilevato che i superamenti del valore limite giornaliero fissato per le PM10 nell’area metropolitana di Salonicco (EL 0004) sono dovuti principalmente alle emissioni derivanti dal riscaldamento e che l’impatto di tale categoria di fonti sull’inquinamento dipenderebbe dal comportamento della popolazione nonché dalla situazione economica dei cittadini, e non dall’incapacità delle autorità competenti di adottare misure adeguate. A tal proposito, la Corte è chiara nell’affermare che secondo costante giurisprudenza, quando uno Stato membro evidenzia difficoltà relative alle implicazioni socioeconomiche e di bilancio degli investimenti da realizzare e alle tradizioni locali per giustificare di non aver adottato misure adeguate per garantire che il periodo di superamento sia il più breve possibile, tale Stato membro deve dimostrare che le difficoltà che invoca per porre fine ai superamenti dei valori limite fissati per il PM10 sarebbe tale da escludere la possibilità che si potessero fissare termini più brevi.  

Le argomentazioni addotte, insomma, non hanno convinto i Giudici europei che hanno statuito, rispondendo ad argomenti sotto tutti gli aspetti paragonabili a quelli invocati dalla Repubblica ellenica e nella specie, che le difficoltà strutturali, relative tanto alle questioni socioeconomiche quanto a quelle di bilancio degli investimenti  o alle tradizioni o particolarità locali, non avevano, di per sé, carattere eccezionale e non erano tali da escludere la possibilità che si potessero fissare termini più brevi.  

Sulla base di queste argomentazioni, è stata espressa la condanna come sopra esposta.  

Quali rimedi dopo la condanna? 

Per allinearsi alla normativa riguardante le emissioni PM10, i Paesi UE devono adottare una serie di provvedimenti, tra cui: recepire e implementare correttamente le direttive UE a riguardo. Questo include l’adozione di misure a livello nazionale per ridurre l’emissione di inquinanti atmosferici provenienti da diverse fonti. 

I Paesi devono assicurarsi che ci siano controlli efficaci per il rispetto delle norme sulle emissioni di qualsiasi tipo, ma soprattutto su quelle previste nelle tre direttive citate. Ciò può includere ispezioni regolari delle fonti di inquinamento, promozione dell’uso di tecnologie pulite e sanzioni per i trasgressori. Inoltre, possono adottare politiche che promuovono l’uso di tecnologie pulite, come l’impiego di veicoli elettrici o ibridi, la sostituzione di vecchi impianti industriali con soluzioni più pulite e il sostegno alla ricerca e sviluppo di tecnologie a basse emissioni. Un’altra misura importante è l’investimento nel trasporto pubblico sostenibile e accessibile per ridurre l’uso di veicoli privati ad alto impatto ambientale. Ciò può includere l’espansione delle linee di trasporto pubblico, l’introduzione di veicoli a basse emissioni o la promozione di forme di mobilità alternative come il carpooling e la bicicletta. È fondamentale coinvolgere i cittadini nel raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni di PM10 e NO2. I Paesi possono promuovere campagne di sensibilizzazione sulle conseguenze delle elevate emissioni sulla salute e sull’ambiente, incentivando comportamenti sostenibili come l’uso di mezzi di trasporto eco-friendly o la riduzione dell’utilizzo di energie fossili. 

Inoltre, per qualsiasi criticità, i Paesi UE possono collaborare a livello internazionale per adottare politiche e norme più rigide. Ciò include la partecipazione attiva alle convenzioni internazionali sul clima e l’impegno per ridurre le emissioni anche al di là dei confini europei. L’obiettivo generale rimane la riduzione delle emissioni per garantire una migliore qualità dell’aria e la tutela della salute dei cittadini. Di questo la Repubblica ellenica non ha mai fatto tesoro. Ma, da adesso in poi, dovrà allinearsi per non rischiare peggiori sanzioni di una semplice condanna.