Giustizia ambientale, la Commissione Europea invita a garantirne l’ampio accesso
L’accesso alla giustizia ambientale è cosa prioritaria e a ribadirlo è la Commissione Europea nei confronti di Malta e Ungheria.
26 Giugno 2024, 08:22
Sommario
La Commissione Europea per l’ambiente spicca l’invito all’Ungheria e a Malta a garantire l’ampio accesso alla giustizia in materia ambientale. In particolare, la Commissione ha avviato due procedure di infrazione, una per l’Ungheria (INFR(2024)2011) e l’altra per Malta (INFR(2024)2052) con l’invio di una lettera di costituzione in mora per incompleta attuazione dei requisiti della convenzione sull’accesso alle informazioni, la partecipazione del pubblico ai processi decisionali e l’accesso alla giustizia in materia ambientale (convenzione di Aarhus).
Quello che la Commissione Europea rimprovera ai due Paesi riguarda il fatto che la normativa interna ad ogni Paese deve essere chiara nell’indicare ai cittadini la possibilità di far rivalere i propri diritti davanti a un giudice riguardo alle tematiche ambientali. “La Commissione – si legge nel comunicato relativo al pacchetto infrazioni – è impegnata a promuovere leggi in materia ambientale e a garantire che siano ampiamente comprese, rispettate e applicate. A tal fine, è molto importante garantire che i cittadini e la società civile possano chiedere ai giudici nazionali la verifica del rispetto degli obblighi normativi”.
Di cosa sono responsabili Ungheria e Malta?
Quello che la Commissione Europea rimprovera all’Ungheria è la mancanza di garanzia del diritto di impugnare dinanzi a un giudice tutte le decisioni od omissioni delle autorità nazionali nei seguenti settori di politica ambientale: protezione della natura, gestione delle risorse idriche, qualità dell’aria, gestione dei rifiuti, emissioni industriali e protezione dal rumore.
Nel caso di Malta, invece, sono tre i settori nei quali i membri del pubblico, come le ONG ambientaliste, hanno un diritto limitato di accesso ai tribunali: natura, gestione dei rifiuti e politica delle risorse idriche.
Per questo, la Commissione ha inviato la lettera di costituzione in mora avviando la procedura di infrazione. Da adesso, i due Paesi dispongono di 2 mesi per rispondere e rimediare alle carenze segnalate. Al termine dei due mesi, la Commissione potrà decidere di emettere pareri motivati.
Cosa stabilisce la Convenzione di Aarhus?
Si tratta di un trattato internazionale che è stato adottato dalla Commissione Economica per l’Europa delle Nazioni Unite (UNECE) nel 1998 ed è entrato in vigore nel 2001. Il suo obiettivo principale è garantire che i cittadini abbiano accesso alle informazioni ambientali, partecipino ai processi decisionali ambientali e abbiano accesso alla giustizia in questioni ambientali. La convenzione prende il nome dalla città danese di Aarhus, dove è stata firmata.
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Quali sono le principali disposizioni della Convenzione?
La Convenzione di Aarhus procede per garantire l’accesso alle informazioni ambientali. In particolare, è prioritario per questa normativa che i cittadini abbiano il diritto di accedere alle informazioni ambientali detenute dalle autorità pubbliche, senza dover dimostrare un interesse specifico.
La tempestività e la completezza delle informazioni, salvo eccezioni limitate, sono altre due caratteristiche specifiche del diritto di accesso alle informazioni ambientali. Inoltre, le autorità pubbliche devono diffondere attivamente informazioni ambientali rilevanti e devono garantire la partecipazione del pubblico ai processi decisionali, in maniera tempestiva e permettendo l’accesso alle informazioni necessarie. Tra l’altro, le autorità devono considerare le osservazioni del pubblico prima di prendere decisioni finali su questioni ambientali.
Il diritto all’accesso alla giustizia in materia ambientale si esplica nel diritto a ricorrere, nell’accesso effettivo e gratuito e nella revisione delle decisioni. I cittadini e le organizzazioni hanno il diritto di ricorrere alle decisioni delle autorità pubbliche che violano il diritto ambientale e devono essere disponibili mezzi di ricorso efficaci, poco costosi e accessibili a tutti. La Convenzione prevede anche il diritto a una revisione giudiziaria o amministrativa delle decisioni che violano il diritto di accesso alle informazioni o di partecipazione pubblica.
Perché è importante la Convenzione di Aarhus?
La Convenzione di Aarhus rappresenta uno strumento fondamentale per promuovere la democrazia ambientale e il coinvolgimento della società civile nella protezione dell’ambiente. Essa mira a migliorare la trasparenza e la responsabilità delle autorità pubbliche in materia ambientale, contribuendo a una governance ambientale più equa e partecipativa. Inoltre, la convenzione supporta il principio dello sviluppo sostenibile, riconoscendo che una maggiore partecipazione pubblica può portare a decisioni ambientali più sostenibili e condivise.
Come è stata recepita la Convenzione dall’Europa?
La convenzione è stata ratificata da numerosi Paesi principalmente in Europa e ha influenzato la legislazione ambientale a livello sia nazionale che europeo. Ad esempio, l’Unione Europea ha adottato diverse direttive in linea con i principi della Convenzione di Aarhus, come la Direttiva sull’accesso alle informazioni ambientali e la Direttiva sulla partecipazione del pubblico.
Nonostante il successo della convenzione, esistono ancora sfide nella sua applicazione pratica. Tra queste, la variabilità nell’implementazione da parte dei diversi paesi, le difficoltà nell’accesso effettivo alle informazioni e alla giustizia, e la necessità di migliorare ulteriormente la partecipazione pubblica ai processi decisionali ambientali.
La Convenzione di Aarhus stabilisce un quadro giuridico robusto per garantire la trasparenza, la partecipazione e l’accesso alla giustizia in materia ambientale, promuovendo una maggiore responsabilità e coinvolgimento dei cittadini nella protezione dell’ambiente. Da qui, la decisione della Commissione Europea di agira ne confronti di Ungheria e Malta.
In cardine con gli obiettivi della Convenzione e con il recepimento di questa in Europa, vi è anche la possibilità di esercitare questi diritti in maniera partecipata, anche attraverso la causa collettiva Aria Pulita. Intervenire in maniera efficace, esercitando il diritto ad accedere alla materia ambientale è esigibile ed efficace. Oggi, si può fare la differenza.