Gli incendi mettono a rischio la salute pubblica 

Negli ultimi anni il numero degli incendi è notevolmente aumentato in Italia e nel mondo. Gli effetti negativi non si ripercuotono solo sul suolo o sulle cose che bruciano, ma anche sulla salute delle persone che vengono esposte al fumo emesso. Numerosi studi hanno legato il fumo degli incendi a svariati problemi di salute: da semplici irritazioni fino a infarti e infezioni polmonari. 

24 Agosto 2023, 07:32

Gli incendi mettono a rischio la salute pubblica 

Sono settimane che in tutto il mondo si continuano a verificare incendi più o meno grandi. Dal Canada alla Grecia fino anche qui in Italia, il fuoco ha creato devastazioni e non pochi problemi di salute pubblica. Gli incendi, infatti, non fanno male solo al suolo o alle cose che bruciano. Il fumo che producono si diffonde nell’aria e può raggiungere distanze anche molto lunghe, danneggiando la salute di persone anche molto lontane dall’area interessata dal fuoco. Basta pensare ai recenti incendi in Canada: il fumo è arrivato a colpire addirittura New York City e Detroit, per citare alcune delle città americane coinvolte, facendo scattare gli allarmi sulla qualità dell’aria.

A confermare i timori dell’impatto sulla salute dei sempre più frequenti incendi è stata anche la Società italiana di medicina ambientale (SIMA). Gli esperti hanno stimato che solo nel 2022 gli incendi avvenuti nel nostro paese hanno prodotto 1,9 milioni di tonnellate di CO2, pari a circa 5 milioni di barili di petrolio; 2.750 tonnellate di ossidi di azoto e 7.500 tonnellate di PM2,5. Fra le regioni più colpite c’è la Sicilia.  

Gli incendi peggiorano la qualità dell’aria 

A livello europeo, nel 2022, si sono verificati 2.709 incendi dati (EFFIS European Forest Fire Information System): più del triplo della media degli ultimi 17 anni. Roghi che hanno immesso nell’aria circa 9 megatonnellate di carbonio, equivalenti alle emissioni di 10 milioni di automobili. Nello scenario del cambiamento climatico l’aumento degli incendi, facilitato da periodi siccitosi e incremento delle aree a rischio, rappresenta certamente una delle principali conseguenze dell’aumento delle temperature. S’innesca un circolo vizioso, per cui le ingenti masse di CO2 emesse dalla combustione di foreste aumentano a loro volta il surriscaldamento globale.  

Irritazioni, infezioni, infarti e disturbi polmonari, gli effetti più comuni del fumo 

Da semplici irritazioni a naso e gola a vere e proprie infezioni polmonari, fino a un aumentato rischio infarto nei soggetti più fragili. Questi sono solo alcuni dei problemi di salute che secondo Chris Migliaccio, tossicologo dell’Università del Montana, aveva previsto quando parte degli Stati Uniti è stata avvolta dal fumo degli incendi canadesi. “Quando si parla di qualità dell’aria, spesso si fa riferimento al PM2.5, particolato di 2,5 micron o meno, abbastanza piccolo da poter viaggiare in profondità nei polmoni”, spiega Migliaccio sul The Guardian. “L’esposizione al PM2.5 da fumo o ad altro inquinamento atmosferico, come le emissioni dei veicoli, può esacerbare condizioni di salute come l’asma e ridurre la funzionalità polmonare in modi che possono peggiorare i problemi respiratori esistenti e persino le malattie cardiache. Ma il termine PM2.5 – continua – fa riferimento solo alle dimensioni, non alla composizione. Ma ciò che sta bruciando può fare una differenza significativa nella chimica». Un conto infatti è che a bruciare sia solo della vegetazione, altra cosa è se si tratta di case o veicoli. 

Le cellule dei polmoni tra le prime vittime degli incendi 

“In generale l’esposizione al fumo può causare irritazione al naso e alla gola e forse anche qualche infiammazione”, sottolinea Migliaccio. “La maggior parte delle persone sane possono gestire questi disturbi, soprattutto se a dosi basse. Generalmente, le cellule dei polmoni chiamate macrofagi alveolari – spiega l’esperto – raccolgono il particolato e lo eliminano, se a dosi ragionevoli. I problemi nascono quando la dose è più alta e l’organismo viene sopraffatto. Il principale timore è che il fumo possa sopprimere la funzione dei macrofagi, alterandola abbastanza da diventare più suscettibile alle infezioni respiratorie”. Alcuni studi mostrano che l’effetto dell’esposizione al fumo degli incendi può essere riscontrato anche in ritardo. Ad esempio, può verificarsi un aumento dei casi di influenza dopo una brutta stagione degli incendi. “Studi nei paesi in via di sviluppo hanno anche rilevato un aumento delle infezioni respiratorie nelle persone che cucinano su fuochi all’aperto nelle case”, sottolinea Migliaccio. 

 

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Lo stress di una risposta infiammatoria può anche esacerbare i problemi di salute esistenti 

“Essere esposti al fumo di legna non causerà indipendentemente un attacco di cuore a qualcuno, ma se hanno fattori di rischio sottostanti, come un significativo accumulo di placca, lo stress aggiunto può aumentare il rischio”, spiega Migliaccio. I ricercatori stanno anche studiando i potenziali effetti del particolato inalato sul cervello e sul sistema nervoso. Secondo Migliaccio, inoltre, bisogna considerare che la tossicità del fumo cambia a seconda del tempo di permanenza nell’atmosfera. “Sappiamo che la chimica del fumo degli incendi cambia”, spiega l’esperto. “Più a lungo rimane nell’atmosfera, più la chimica sarà alterata dalla luce ultravioletta, ma abbiamo ancora molto da imparare”, aggiunge. I ricercatori hanno scoperto che più a lungo il fumo rimane nell’aria maggiore è il livello di ossidazione, quindi degli ossidanti e dei radicali liberi. “Gli effetti specifici sulla salute non sono ancora chiari, ma ci sono alcune indicazioni che una maggiore esposizione porta a maggiori effetti sulla salute”, evidenzia Migliaccio 

Le precauzioni da prendere per proteggere la salute 

La prima cosa da fare è la più intuitiva: ridurre l’esposizione anche se questo significa stare a casa. Anche se è difficile sfuggire all’aria inquinata, stare in casa rallenta la frequenza respiratoria e si riduce la quantità di fumo che si sta inalando. “Tendiamo anche a consigliare alle persone che se fai parte di un gruppo suscettibile, come quelli con asma, crea uno spazio sicuro a casa e in ufficio con un sistema di filtraggio dell’aria autonomo di alto livello per creare uno spazio con aria più pulita”, suggerisce Migliaccio. Alcune mascherine possono aiutare. “Non fa male avere una mascherina N95 di alta qualità. Indossare solo una maschera di stoffa invece non servirà a molto”, conclude.