Inquinamento dell’aria: quali sono le principali fonti?

Analizziamo quali sono le modalità attraverso cui si diffondono in atmosfera gli inquinanti più dannosi per la salute dell’uomo e dell’ambiente.

16 Gennaio 2024, 11:20

Inquinamento dell’aria: quali sono le principali fonti?

Le principali fonti di inquinamento dell’aria possono essere suddivise in diverse categorie, ognuna che contribuisce in modo diverso alla presenza di sostanze che possono risultare anche molto dannose per l’uomo e per l’ambiente in cui vive. Queste fonti possono variare in maniera sostanziale a seconda delle regioni geografiche e delle politiche ambientali adottate. Vediamo nel dettaglio quali sono e come impattano sulla nostra vita.

Trasporti

I trasporti hanno un impatto significativo sull’inquinamento dell’aria, visto che rilasciano diverse sostanze nocive nell’atmosfera. I motori a combustione interna, come quelli presenti nelle automobili, nei camion e nei mezzi pubblici, producono ossidi di azoto (NOx) durante la combustione del carburante. Questi composti, in particolare il biossido di azoto (NO2), contribuiscono alla formazione di smog e possono irritare le vie respiratorie. I veicoli emettono particelle fini (PM10 e PM2.5) che possono penetrare nelle vie respiratorie e causare problemi di salute come malattie respiratorie, cardiovascolari e altri disturbi. Il monossido di carbonio (CO) è prodotto durante la combustione incompleta del carburante nei motori a combustione interna. L’esposizione a livelli elevati di CO può portare a problemi di salute e causare, ad esempio, mal di testa, stanchezza e nausea. I Composti organici volatili (COV) vengono rilasciati durante la combustione di carburanti e dalla evaporazione di carburanti e solventi. Contribuiscono alla formazione di ozono troposferico (ozono a livello del suolo) e possono avere effetti nocivi sulla salute umana. Anche se la quantità di biossido di zolfo (SO2) emessa dai trasporti è generalmente inferiore rispetto alle fonti industriali, può comunque contribuire all’inquinamento atmosferico. I trasporti sono infine una fonte significativa di emissioni di gas serra, in particolare di biossido di carbonio (CO2) derivante dalla combustione di carburanti fossili. Queste emissioni contribuiscono al riscaldamento globale e ai cambiamenti climatici.

Industria

L’industria è una fonte significativa di inquinamento dell’aria. Le attività industriali, in particolare quelle che coinvolgono la combustione di combustibili fossili come carbone e petrolio, possono emettere anidride solforosa nell’atmosfera. Il SO2 può causare irritazioni delle vie respiratorie e contribuire alla formazione di piogge acide, che possono danneggiare suoli, acque e vegetazione. Le emissioni di ossidi di azoto, prodotte dalla combustione a elevate temperature durante processi industriali e dall’uso di carburanti fossili, possono contribuire alla formazione di smog e influire negativamente sulla qualità dell’aria. Le attività industriali possono rilasciare particelle sottili nell’aria, comprese PM10 e PM2.5. Le industrie che utilizzano solventi e processi che coinvolgono la combustione di materiali organici possono rilasciare COV nell’atmosfera. Alcune industrie possono emettere metalli pesanti come piombo, mercurio e cadmio nell’aria. Questi metalli possono accumularsi nell’ambiente e contaminare suoli e acque, con potenziali effetti nocivi sulla salute umana e sulla fauna. Le attività industriali possono contribuire alle emissioni di gas a effetto serra, come il biossido di carbonio e altri gas come il metano e il protossido di azoto. A seconda del settore, possono essere rilasciati specifici inquinanti legati ai processi industriali, come cloro, ammoniaca e altri composti chimici che possono avere impatti negativi sulla salute e sull’ambiente.

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Produzione di energia

Anche le centrali di produzione di energia possono avere un impatto importante sull’inquinamento dell’aria. Le centrali termoelettriche, in particolare quelle alimentate a carbone e petrolio, possono emettere biossido di zolfo durante la combustione dei combustibili. La combustione di combustibili fossili nelle centrali elettriche produce ossidi di azoto, che possono contribuire alla formazione di smog e dell’ozono troposferico. Questi inquinanti possono avere effetti negativi sulla qualità dell’aria e sulla salute umana. Le centrali termoelettriche possono rilasciare particelle sottili, comprese PM10 e PM2.5, nell’atmosfera. La combustione di combustibili fossili nelle centrali elettriche è una fonte significativa di emissioni di biossido di carbonio. Alcune centrali di produzione di energia, in particolare quelle che utilizzano combustibili liquidi, possono emettere COV, mentre altre possono rilasciare metalli pesanti come mercurio e piombo nell’ambiente.

Riscaldamento domestico e commerciale

Il riscaldamento domestico e commerciale può contribuire all’inquinamento dell’aria in diversi modi. Molte case ed edifici commerciali utilizzano combustibili fossili come il carbone, il petrolio, il gas naturale o la legna per il riscaldamento. La combustione di questi materiali rilascia inquinanti nell’aria, inclusi biossido di zolfo, ossidi di azoto, monossido di carbonio e particelle sottili. La combustione di legna e carbone in stufe o camini può generare particelle fini (PM10 e PM2.5). L’uso di prodotti chimici per la pulizia, vernici e altri materiali nell’ambiente domestico o commerciale può contribuire alle emissioni di COV. Talvolta, l’isolamento insufficiente o il cattivo funzionamento dei sistemi di riscaldamento possono portare a perdite di calore e spingere le persone a utilizzare più combustibile per mantenere ambienti interni caldi. Ciò può aumentare le emissioni di gas serra e inquinanti atmosferici associati. L’uso di combustibili fossili per il riscaldamento contribuisce alle emissioni di gas serra, in particolare biossido di carbonio (CO2).

Agricoltura

L’agricoltura può influenzare l’inquinamento dell’aria attraverso diverse attività e processi che rilasciano sostanze inquinanti nell’atmosfera. L’uso di fertilizzanti azotati e l’allevamento di bestiame possono contribuire alle emissioni di ammoniaca (NH3) nell’aria. L’ammoniaca può reagire con altri inquinanti atmosferici per formare particolato fine e contribuire alla formazione di aerosol atmosferici. L’allevamento di bestiame, in particolare di mucche, è una fonte significativa di emissioni di metano (CH4). Inoltre, l’uso di fertilizzanti azotati può contribuire alle emissioni di ossidi di azoto. Entrambi questi gas sono potenti gas a effetto serra e possono influire sulla qualità dell’aria. L’aratura dei campi, l’uso di macchinari agricoli e l’esposizione del suolo possono contribuire alle emissioni di polveri nell’aria. Queste particelle possono avere un impatto sulla qualità dell’aria, soprattutto in aree agricole. L’uso di pesticidi e fertilizzanti può contribuire alle emissioni di composti organici volatili nell’atmosfera. Se vengono utilizzati fertilizzanti contenenti zolfo o se ci sono processi agricoli che coinvolgono la combustione di biomasse, possono verificarsi emissioni di biossido di zolfo. Infine, sebbene non sia un inquinante in senso tradizionale, l’elevato numero di alberi e piante nell’ambiente agricolo può rilasciare composti organici volatili (COV), che possono contribuire alla formazione di ozono troposferico.

Rifiuti

I rifiuti possono contribuire all’inquinamento dell’aria attraverso diverse vie. La principale è quella legata alla gestione dei rifiuti e ai processi di smaltimento. In alcune aree, i rifiuti solidi urbani vengono inceneriti come metodo di smaltimento. La combustione dei rifiuti può rilasciare inquinanti atmosferici, tra cui ossidi di azoto, biossido di zolfo, monossido di carbonio e particolato fine. Le discariche di rifiuti possono rilasciare gas a effetto serra come il metano, prodotto dalla decomposizione anaerobica dei rifiuti organici. Inoltre, le discariche possono emettere altri gas, compresi composti organici volatili e ammoniaca. La decomposizione dei rifiuti organici nelle discariche può generare biogas, che può essere composto principalmente da metano. Se non gestito correttamente, il rilascio di biogas nell’atmosfera può contribuire all’inquinamento dell’aria. Alcuni processi di riciclaggio possono rilasciare inquinanti atmosferici, specialmente se coinvolgono la fusione di materiali o l’uso di sostanze chimiche nocive. Ad esempio, la fusione di metalli può rilasciare ossidi di metalli pesanti nell’aria. Gli impianti di trattamento dei rifiuti, come quelli che gestiscono rifiuti pericolosi, possono emettere inquinanti atmosferici durante le operazioni di trattamento e smaltimento.

Attività naturali

Le attività naturali possono contribuire all’inquinamento atmosferico attraverso vari processi, sebbene il loro impatto complessivo sia generalmente inferiore rispetto alle attività umane. Le eruzioni vulcaniche possono rilasciare nell’atmosfera grandi quantità di gas e particelle, tra cui biossido di zolfo, cloruro di idrogeno (HCl), acido fluoridrico (HF) e cenere vulcanica. Questi inquinanti possono avere effetti locali e regionali sulla qualità dell’aria e influire sul clima a breve termine. Gli incendi boschivi possono rilasciare grandi quantità di particelle fini (PM2.5), monossido di carbonio, ossidi di azoto e composti organici volatili nell’atmosfera. In alcune regioni, le tempeste di sabbia possono sollevare grandi quantità di particelle sottili (PM10) nell’aria. Alcuni processi naturali, come la decomposizione della materia organica, producono gas serra come il metano (CH4) e il protossido di azoto (N2O). Sebbene queste emissioni siano parte del ciclo naturale del carbonio e dell’azoto, possono contribuire al riscaldamento globale. Infine, l’ozono è un gas che può essere prodotto naturalmente in atmosfera attraverso processi chimici. Tuttavia, l’ozono troposferico (ozono a livello del suolo), che è un inquinante, può essere formato anche da precursori antropici come ossidi di azoto e composti organici volatili.