Inquinamento dell’aria a Verona: analisi dei dati e nuove iniziative
Anche Verona si conferma tra le città più colpite dall’inquinamento dell’aria, con livelli di PM10 oltre i limiti. Nuovi progetti però promettono di migliorare la qualità dell’aria.
26 Aprile 2024, 07:30
Sommario
Verona continua a lottare contro un grave inquinamento dell’aria, caratterizzato da elevati livelli di PM10 e altri agenti nocivi. I rapporti di Legambiente e i dati forniti dall’Arpa Veneto confermano la cronicità della situazione, con la città che ha superato i limiti sia degli attuali standard normativi che di quelli futuri imposti dalla nuova Direttiva UE, nel corso dell’ultimo anno analizzato.
Mentre l’OMS riconosce l’inquinamento dell’aria come una vera emergenza sanitaria, esortando sia le autorità che la comunità ad adottare azioni più incisive, nelle città italiane si nota un rallentamento nella riduzione dell’inquinamento negli ultimi anni. Tuttavia, a Verona, arrivano alcuni segni positivi di cambiamento, con l’avvio di nuovi progetti come èVrGreen e Move-In, volti a favorire un’aria più pulita.
La qualità dell’aria a Verona: preoccupa il PM10
Secondo il report di Legambiente “Mal Aria di città 2024” (relativo all’anno precedente) e il recente documento dell’Arpa Veneto sulla qualità dell’aria nel 2023, Verona si posiziona tra le città con i valori di inquinamento da PM10 più elevati, classificandosi insieme ad altre 5 città capoluogo venete tra le 18 peggiori in Italia.
Dai monitoraggi emerge infatti che Verona è tra le 18 città italiane che nel 2023 non hanno rispettato il limite previsto per il PM10 di 35 giorni con una concentrazione media giornaliera superiore a 50 microgrammi per metro cubo (μg/mc). La città è nella classifica delle fuorilegge secondo la normativa vigente con 55 giorni di sforamento, insieme alle altre città venete di Treviso (63 giorni), Padova e Venezia (62), Rovigo (55) e Vicenza (53).
Un dato che preoccupa ancor di più se confrontato con i nuovi limiti stabiliti dalla Direttiva UE. Questa infatti, con l’obiettivo di raggiungere gli obiettivi OMS sulla qualità dell’aria, prevede il taglio dei giorni consentiti per il PM10 (con una concentrazione ridotta a 45 mg/mc) a 18 all’anno a partire dal 2030.
Anche per quanto riguarda la media annuale di PM10 Verona è tra le città che presenta la situazione più critica. Sebbene infatti come le altre 97 città capoluogo di provincia di cui si è potuto risalire al dato per il PM10, Verona non ha superato il limite normativo previsto attualmente (pari a 40 μg/mc), ha registrato, insieme a molte altre, valori elevati, lontani dai futuri limiti UE e dalle più recenti raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Verona infatti, insieme a Padova e Vicenza nel 2023 registra la più alta concentrazione media di PM10 su base annua, segnando 32 mg/mc e posizionandosi tra quelle che dovranno ridurre di più le concentrazioni di questo inquinante nell’aria per poter rientrare nel futuro limite europeo. Sempre la nuova Direttiva UE, prevede infatti il taglio della concentrazione media annuale per il PM10, da 40 a 20 mg/mc.
Anche rispetto a questo parametro quindi, se la direttiva UE fosse già in vigore, Verona si troverebbe fuorilegge, posizionandosi tra le città che necessita della riduzione più elevata (pari a -37%) per rispettare i nuovi limiti previsti a partire dal 2030.
Inquinamento dell’aria da PM2.5 a Verona
In modo analogo per il PM2.5, Verona nell’ultimo anno monitorato risulta entro la normativa attualmente in vigore che fissa la concentrazione media annua per questo inquinante ad un massimo di 25 mg/mc.
Registrando però 20 mg/mc, la città si conferma oltre la nuova soglia europea che riduce a 10 mg/mc la media annua consentita per il PM2.5. Verona dovrà quindi dimezzare le concentrazioni di PM2.5 entro il 2030 per rispettare i nuovi obblighi sulla qualità dell’aria definiti in sede UE.
Obiettivi ambiziosi ma che possono e devono essere raggiunti, come affermano sempre più cittadini e associazioni a fronte dei pesanti danni alla salute confermati da un crescente numero di analisi. Anche l’OMS sulla base di queste, riconosce sempre di più l’inquinamento dell’aria come un’emergenza sanitaria mondiale tanto che nel 2021 ha aggiornato le linee guida sulla qualità dell’aria, suggerendo nuovi limiti drasticamente più bassi rispetto a quelli in vigore in Europa ed esortando gli Stati a raggiungere quanto prima gli obiettivi climatici.
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Qualità dell’aria a Verona: il confronto con gli anni precedenti
Come emerge dai rapporti sulla qualità dell’aria, a Verona come nella stragrande maggioranza delle città italiane prese in analisi, nell’ultimo decennio la riduzione dell’inquinamento atmosferico ha visto un rallentamento, con livelli negli ultimi anni praticamente stabili o con miglioramenti nel complesso troppo lievi.
Nel caso di Verona lo confermano i dati contenuti nel rapporto Ecosistema Urbano. Secondo l’ultima edizione 2023 (relativa all’anno precedente) per il PM10, Verona ha registrato 33 mg/mc, solo di poco quindi inferiore a quanto registrato nel 2023.
Per il PM2.5 il capoluogo veneto nel rapporto 2022 segnava una concentrazione media annua pari a 18 mg/mc, mostrando quindi un leggero peggioramento nel 2023.
Per il biossido di azoto (NO2) Verona negli ultimi anni mostra una situazione pressoché invariata, registrando 21,5 e 22 mg/mc rispettivamente nel 2021 e nel 2022.
Sembra invece peggiorare l’ozono. Per questo inquinate, Verona nel 2023 ha registrato un numero di giorni di sforamento in aumento. Nel 2021 segnava infatti 53 giornate (oltre la media giornaliera di 120 mg/mc) mentre erano quasi il doppio nel 2022, con 101 giorni di superamento riportati dal più recente Ecosistema Urbano.
Nuovi progetti per migliorare la qualità dell’aria a Verona
Tra le più recenti iniziative che si stanno intraprendendo a Verona al fine di ridurre l’inquinamento dell’aria, c’è il nuovo progetto di riforestazione urbana èVrGreen.
Il progetto focalizzato sulla biodiversità urbana e la forestazione della città, è stato reso operativo recentemente, dopo la presentazione del suo piano triennale.
Finanziato dalla Fondazione Cariverona con 300mila euro e promosso dall’Università di Verona, l’Università di Padova e il Comune di Verona, il progetto mira a recuperare i servizi ecosistemici nella città, contribuendo a mitigare gli effetti del cambiamento climatico e le isole di calore d’estate, oltre che formare una barriera contro l’inquinamento dell’aria assorbendo particolato e le sostanze inquinanti e ridurre l’inquinamento acustico.
Il team multidisciplinare coinvolge diverse università e istituzioni locali, mentre le attività includono l’installazione di nuove centraline per monitorare l’ambiente, la valutazione della biodiversità e l’analisi dei servizi ecosistemici forniti dalle aree verdi.
Il progetto prevede anche la partecipazione attiva dei cittadini nella raccolta dati sulla flora e la fauna. Inoltre, mira a sviluppare un Piano Veronese del verde per preservare la salute e il benessere dei residenti.
Move-In, il servizio di chilometraggio sostenibile per veicoli inquinanti
Un’altra recente iniziativa approdata a Verona e che potrebbe contribuire a migliorare la qualità dell’aria che si respira in città, è Move-In. Un innovativo progetto che offre ai cittadini un’alternativa alle restrizioni comunali sulla circolazione: Invece di blocchi giornalieri, il servizio si basa su un tetto di chilometri percorribili.
Conosciuto come Monitoraggio dei Veicoli Inquinanti (Move-In), il programma permette la circolazione in base al chilometraggio anziché agli orari. I veicoli partecipanti devono essere dotati di una scatola nera per registrare i chilometri percorsi nelle zone con limitazioni al traffico. Questa iniziativa, attivata in Veneto dal 19 febbraio 2024, mira a ridurre le emissioni inquinanti e promuovere uno stile di guida sostenibile. L’adesione al servizio è volontaria e ha un costo massimo di 50 euro il primo anno e 20 euro per gli anni successivi.