Brescia e inquinamento dell’aria: il primo bilancio 2023 e le prospettive future

Secondo i primi dati 2023, nonostante lievi miglioramenti la qualità dell’aria a Brescia rimane critica. Scopri di più

26 Gennaio 2024, 09:29

Brescia e inquinamento dell’aria: il primo bilancio 2023 e le prospettive future

Secondo i dati parziali pubblicati di recente da Arpa Lombardia, l’inquinamento atmosferico su Brescia, città del Bacino Padano da sempre tra le più colpite dal problema dell’inquinamento dell’aria, nel 2023 mostra un miglioramento. Tuttavia, un’analisi più approfondita delle concentrazioni di inquinanti rilevate negli ultimi anni nell’aria bresciana indica che il progresso è ancora troppo lento, posizionando la città italiana tra le più distanti dal raggiungimento dei nuovi obiettivi dell’Unione Europea e dalle più rigorose linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).

A conferma di una situazione “in miglioramento ma non abbastanza”, nel bresciano come nel resto del Nord Italia particolarmente interessato dal problema dell’inquinamento dell’aria, ci sono innumerevoli rilevazioni. Tra gli ultimi dati, quelli contenuti nei due ampi report sulla qualità dell’aria realizzati come ogni anno da Legambiente, Ecosistema Urbano e Mal’Aria di Città.

Secondo quanto emerso dall’edizione 2023 del primo e relativo al 2022, Brescia ha registrato una riduzione del biossido di azoto che passa da 30,0 μg/mc del 2021 a 29,0 μg/mc nell’ultimo anno analizzato. Anche in questo caso, la media annua di NO2 risulta entro gli attuali limiti ma ben oltre i 20 μg/mc che saranno consentiti con la Nuova Direttiva Ue.

Infine secondo quanto emerge da “Mal’Aria di città: cambio di passo cercasi” 2023, per raggiungere i nuovi obiettivi entro il 2030 Brescia deve ridurre l’inquinamento da PM10 del 38%, dimezzare quello da PM2.5, e ridurre di oltre il 20% il biossido di azoto. Tuttavia, secondo quanto si evince dall’analisi delle riduzioni nel periodo 2011-2021, Brescia mostra una variazione media annuale pari a -3% per il PM10 e del -5% per l’NO2.

Anche nel caso di Brescia dunque, le performance dell’aria sono ancora lontane dalle nuove soglie di guardia, lasciando i cittadini ancora esposti a conseguenze gravi sulla loro salute. Dal canto suo comunque, il Comune ribadisce il proprio impegno nei confronti di questa problematica, avviando i lavori per l’approvazione del “Piano di risanamento dell’aria, di riduzione delle emissioni climalteranti e azioni di adattamento ai cambiamenti climatici”.

 

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Un segnale positivo per Brescia sembra arrivare dai primi dati relativi alla qualità dell’aria respirata lo scorso anno. Nel 2023 infatti, si registra una “diminuzione lieve ma costante” degli inquinanti presenti nell’aria, in linea con quanto si registra a livello provinciale e regionale. In particolare. “Il 2023, per quanto riguarda l’inquinamento da polveri fini, si presenta come il primo anno, dall’inizio del monitoraggio con le centraline Arpa, in cui due centraline su tre presenti sul territorio comunale hanno rispettato tutti i limiti previsti dall’attuale normativa nazionale per le Pm10 e le Pm2,5”, fanno sapere dal Comune di Brescia.

Rispetto al PM10, i valori di riferimento attualmente in vigore sono due: uno giornaliero, per tener conto degli effetti acuti di questo inquinante sulla salute della popolazione (pari a 50 microgrammi per metro cubo da non superarsi per più di 35 giorni all’anno), e uno annuale, per contrastare gli effetti legati ad un’esposizione prolungata, attualmente fissato a 40 microgrammi per metro cubo. Tuttavia, con l’obiettivo di allinearsi alle linee guida dell’OMS, con la Nuova Direttiva sulla qualità dell’aria la Commissione europea abbassa le concentrazioni consentite portando il valore limite annuale del PM10 a 20 microgrammi per metro cubo, la soglia massima giornaliera a 45 e i giorni di superamento di questa a un massimo di 18.

In questo contesto, tutte le centraline analizzate nel Comune di Brescia nel 2023 risultano ancora entro l’attuale soglia della media annua consentita, ma sarebbero “fuorilegge” rispetto ai nuovi valori limite da raggiungere entro i prossimi 7 anni. Rezzato registra una concentrazione media annua di PM10 pari a 34 μg/mc, Tartaglia di 31 μg/mc, Villaggio Sereno 30 μg/mc, Broletto 28  e Sarezzo 22 μg/mc. Non solo, stando ai dati pubblicati dal Comune, emerge non solo che i limiti attuali non sono rispettati ovunque, ma che il divario con le nuove direttive in materia di inquinamento dell’aria è ancora significativo. Due delle cinque centraline monitorate nel 2023 hanno infatti superato la soglia massima di giorni di sforamento consentita attualmente per il PM10: Villaggio Sereno, con 40 giorni e Rezzato, con ben 72 giorni; ma anche le postazioni che fanno meglio, ad eccezione di Sarezzo che segna 5 giorni di sforamento nel 2023, quasi raddoppiano la nuova soglia Ue. La centralina di Broletto segnala infatti 30 giorni di superamento mentre quella di Tartaglia 32.

Per quanto riguarda il PM2,5, attualmente il valore limite sulla concentrazione media annuale è di 25 microgrammi per metro cubo, mentre la Nuova Direttiva Ue lo riduce a 10 μg/mc, fissando anche nuovi parametri da monitorare: un limite giornaliero pari a 25 μg/mc e un massimo di giorni in cui poter superare la media giornaliera in un anno, pari a 18.

La situazione per questo inquinante risulta, ancora e altrettanto, preoccupante: nel 2023 due su quattro centraline bresciane analizzate registrano concentrazioni poco inferiori alla soglia massima attuale (con 23 μg/mc) mentre nessuna risulta vicina alla nuova soglia Ue, registrando, nel caso migliore, almeno un terzo in più delle concentrazioni consentite da questa. La media annua più bassa risulta a Broletto (con 17 μg/mc), seguita da San Polo con 21 μg/mc, chiudono con circa 23 μg/mc le postazioni di Tartaglia e Villaggio Sereno.