Inquinamento atmosferico, da Parlamento Ue nuove misure per la qualità dell’aria. I cittadini potranno richiedere un risarcimento

Il Parlamento europeo ha approvato una direttiva che introduce importanti novità nella lotta all’inquinamento: i cittadini potranno intraprendere azioni legali e ricevere un risarcimento. Approfondisci.

14 Maggio 2024, 09:49

Inquinamento atmosferico, da Parlamento Ue nuove misure per la qualità dell’aria. I cittadini potranno richiedere un risarcimento

L’Unione Europea ha adottato una rigorosa direttiva per contrastare l’inquinamento atmosferico e proteggere la salute dei cittadini. Il testo del Parlamento Ue non solo impone limiti più stringenti sulle emissioni di agenti inquinanti, ma introduce anche importanti novità per garantire il risarcimento dei danni alla salute dei cittadini causati dall’inquinamento.

La direttiva del Parlamento Ue

La direttiva, approvata definitivamente dal Parlamento europeo con un ampio consenso, mira a migliorare la qualità dell’aria entro il 2030, e si focalizza sugli agenti più pericolosi, come il PM2.5, il PM10, l’ossido di azoto e l’anidride solforosa. Tuttavia, viene concesso agli Stati membri un periodo di adattamento, con la possibilità di chiedere una deroga fino al 2040 in determinate condizioni.

“Il piano d’azione per l’inquinamento zero – si può leggere nel testo adottato dal Parlamento Ue – definisce una visione per il 2050, in cui l’inquinamento atmosferico è ridotto a livelli non più considerati nocivi per la salute e per gli ecosistemi naturali. A tal fine, si dovrebbe perseguire un approccio graduale alla definizione delle norme attuali e future dell’Unione in materia di qualità dell’aria, stabilendo standard di qualità dell’aria per il 2030 e oltre e puntando a raggiungere l’allineamento con i più recenti orientamenti dell’OMS sulla qualità dell’aria al più tardi entro il 2050, sulla base di un meccanismo di revisione periodica per tenere conto dei più recenti dati scientifici”.

Il diritto al risarcimento

Una delle innovazioni più significative è l’introduzione del principio del “chi inquina paga”. In caso di violazione delle nuove norme, i cittadini hanno il diritto di intraprendere azioni legali e ricevere un risarcimento. Gli Stati membri sono tenuti a facilitare l’accesso alla giustizia per garantire che il diritto al risarcimento non sia eccessivamente difficile da esercitare.

Nel determinare l’ammontare della sanzione, gli Stati dovranno considerare, a seconda dei casi: la natura, la gravità, la portata e la durata della violazione; l’impatto della violazione sulla popolazione, compresi i gruppi sensibili e le categorie vulnerabili, o sull’ambiente, tenendo presente l’obiettivo di conseguire un elevato livello di tutela della salute umana e dell’ambiente; il fatto che la violazione sia stata commessa una sola volta o ripetutamente, compreso l’eventuale previo ricevimento di un ammonimento o di una sanzione amministrativa o penale; i vantaggi economici derivanti dalla violazione da parte della persona fisica o giuridica ritenuta responsabile, nella misura in cui possano essere determinati.

 

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Più trasparenza per i cittadini

La direttiva prevede anche un miglioramento della trasparenza attraverso un aumento dei punti di campionamento della qualità dell’aria e la standardizzazione degli indici di qualità dell’aria in tutta l’Ue. Inoltre, i risultati delle valutazioni della qualità dell’aria devono essere resi pubblici, e andranno fornite informazioni dettagliate sulle attività di valutazione, i metodi utilizzati e i dati raccolti.

L’importanza di migliorare la qualità dell’aria è evidente se si considerano i dati. Secondo il Parlamento dell’Unione Europea, l’inquinamento atmosferico rimane la principale causa di morte prematura nell’Ue, con circa 300mila decessi all’anno. Questo problema è particolarmente grave nel nostro Paese. A marzo, la Commissione europea ha inviato una lettera formale di messa in mora all’Italia, in cui viene evidenziata la persistente non conformità agli standard imposti dalla direttiva europea sulla qualità dell’aria, come stabilito dalla sentenza della Corte di Giustizia del 10 novembre 2020.

Il relatore del Parlamento Europeo Javi López (S&D, ES) ha sottolineato l’importanza di queste nuove norme per creare un futuro più sano e sostenibile per tutti i cittadini europei. “Grazie al Parlamento, le norme aggiornate migliorano il monitoraggio della qualità dell’aria e proteggono in modo più efficace i gruppi vulnerabili”.

La direttiva deve ora essere formalmente adottata dal Consiglio, prima di essere pubblicata nella Gazzetta ufficiale dell’Ue ed entrare in vigore venti giorni dopo. I Paesi membri avranno da quel momento due anni di tempo per applicare le nuove norme.