Inquinamento e rischio cardiaco: c’è un legame?
Esiste e se sì, qual è il legame tra inquinamento e rischio cardiaco? Gli studi a favore sono molti e parlano tutti di un’interazione tra fattori umani e polveri sottili.
11 Gennaio 2024, 09:06
Sommario
Diversi studi scientifici hanno dimostrato che c’è un legame tra inquinamento atmosferico e rischio cardiaco. L’esposizione a sostanze inquinanti presenti nell’aria, come particolato fine (PM2.5), ossidi di azoto (NOx), biossido di azoto (NO2) e ozono troposferico (O3), può influire negativamente sulla salute del cuore.
L’inquinamento atmosferico può aumentare il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari come l’ipertensione, le malattie coronariche, l’insufficienza cardiaca e gli eventi cardiaci acuti come gli infarti. Gli effetti dannosi dell’inquinamento atmosferico sul sistema cardiovascolare sono dovuti al fatto che queste sostanze possono entrare nel corpo attraverso la respirazione e raggiungere il sistema circolatorio, causando infiammazione, stress ossidativo e danni alle cellule e ai tessuti cardiaci. Inoltre, l’inquinamento atmosferico può anche peggiorare i sintomi e la gravità di condizioni cardiache preesistenti, come l’asma e le malattie polmonari ostruttive croniche (COPD).
La ricerca ha evidenziato una correlazione tra l’aumento delle concentrazioni di inquinanti atmosferici e un aumento dell’incidenza di eventi cardiaci, soprattutto in individui già a rischio come anziani, persone con malattie cardiovascolari preesistenti e individui esposti a livelli elevati di inquinamento per lunghi periodi di tempo.
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Quali studi provano la correlazione tra inquinamento e rischio cardiaco?
Gli studi hanno evidenziato in particolare come l’esposizione a determinati inquinanti atmosferici possa aumentare il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari. Tra quelli più incisivi ricordiamo:
- “Particulate Air Pollution and Cardiovascular Disease: An Update to the Scientific Statement From the American Heart Association“: questo studio pubblicato nel 2010 dall’American Heart Association (AHA) ha analizzato le evidenze scientifiche sulla correlazione tra inquinamento atmosferico e malattie cardiovascolari. Gli autori hanno concluso che l’esposizione a particelle sottili (PM2.5) e particelle fini (PM10) è associata ad un aumentato rischio di mortalità e di eventi cardiovascolari;
- “Long-term Exposure to Ambient Air Pollution and Incidence of Acute Coronary Events: Prospective Cohort Study and Meta-Analysis in 11 European Cohorts from the ESCAPE Project“: lo studio condotto nel 2014 nell’ambito del progetto ESCAPE (European Study of Cohorts for Air Pollution Effects), ha analizzato l’associazione tra esposizione a lungo termine all’inquinamento atmosferico e incidenza di eventi coronarici acuti. I risultati hanno evidenziato una correlazione significativa tra l’esposizione a PM2.5 e PM10 e l’aumento del rischio di infarto del miocardio;
- “Air pollution and cardiovascular disease: a statement for healthcare professionals from the expert panel on population and prevention science of the American Heart Association“: uno statement scientifico, pubblicato nel 2010 dall’American Heart Association, riepiloga le evidenze disponibili sulla correlazione tra inquinamento atmosferico e malattie cardiovascolari. Gli autori hanno concluso che l’esposizione a livelli elevati di inquinamento atmosferico è associata ad un aumentato rischio di sviluppare ipertensione, aterosclerosi, eventi cardiaci acuti, insufficienza cardiaca e aritmie.
La ricerca in questo campo è in costante evoluzione e numerosi altri studi hanno confermato questa associazione, fornendo evidenze sempre più solide sull’importanza di ridurre l’esposizione all’inquinamento atmosferico per prevenire le malattie cardiovascolari. Tra quelli più recenti, uno studio pubblicato sulla rivista The Lancet nel 2019 ha riportato che l’inquinamento atmosferico rappresenta la quarta causa di mortalità a livello mondiale, con 8,8 milioni di morti ogni anno. Tra queste morti, circa il 21% è attribuibile alle malattie cardiovascolari. Altri studi hanno dimostrato che l’esposizione a breve termine all’inquinamento atmosferico può aumentare il rischio di eventi cardiaci acuti, come gli infarti. Ad esempio, un’analisi condotta su pazienti ospedalizzati per infarto miocardico ha mostrato un’associazione significativa tra l’incremento dei livelli di PM2.5 nell’aria e un aumento del rischio di infarto.
Inoltre, la ricerca ha evidenziato che alcuni gruppi di popolazione, come gli anziani, gli individui con preesistenti condizioni cardiache e i soggetti con basso reddito, possono essere particolarmente vulnerabili agli effetti negativi dell’inquinamento atmosferico sul sistema cardiovascolare. Questi risultati scientifici sottolineano l’importanza di adottare misure di controllo e prevenzione dell’inquinamento atmosferico per ridurre il rischio di malattie cardiovascolari. Ciò include l’implementazione di politiche per ridurre le emissioni inquinanti dei veicoli e delle industrie, oltre a promuovere l’uso di fonti energetiche pulite e sostenibili.
Come e cosa fare per ridurre i rischi cardiaci?
Per ridurre i rischi cardiaci legati all’inquinamento, è possibile adottare diverse misure preventive. Tra quelle che possono essere considerate in maniera immediate, rientrano:
- Evitare di esporsi all’inquinamento: se si vive in un’area ad alto tasso di inquinamento, bisogna cercare di limitare il tempo trascorso all’aperto quando la qualità dell’aria è povera. Monitorare regolarmente gli indici di inquinamento atmosferico nella zona attraverso siti web o applicazioni;
- Filtrare l’aria interna: considerare l’installazione di purificatori d’aria nelle abitazioni o negli uffici per ridurre la quantità di particelle inquinanti presenti nell’ambiente interno;
- Spostare le attività all’aperto: se possibile, provare a spostare le attività fisiche all’interno di spazi chiusi, come palestre o piscine. Evitare di fare attività all’aperto quando ci sono alti livelli di inquinamento atmosferico;
- Usare mezzi di trasporto sostenibili: preferire l’utilizzo di mezzi di trasporto come biciclette, mezzi pubblici o veicoli elettrici che producono meno emissioni dannose per l’ambiente;
- Mantenere uno stile di vita sano: adottare una dieta equilibrata, ricca di frutta e verdura, riducendo il consumo di cibi ad alto contenuto di grassi saturi e zuccheri. Evitare l’abuso di alcol e smetti di fumare se sei un fumatore;
- Aggiustare i fattori di rischio: in casi di ipertensione o diabete, cercare di tenerli sotto controllo attraverso stili di vita salutari e visite regolari dal medico per monitorare i livelli di pressione arteriosa e glicemia;
- Mantenere un peso sano: il sovrappeso e l’obesità sono fattori di rischio per le malattie cardiache. Avere un peso sano può aiutare a ridurre i rischi associati all’inquinamento atmosferico.
È importante ricordare che questi sono solo alcuni suggerimenti e che è sempre consigliabile consultare un medico per un’adeguata valutazione dei rischi cardiaci e per ricevere indicazioni personalizzate sulla prevenzione.