Inquinamento e fertilità: quali sono i rischi?

Inquinamento, smog ed esposizione a sostanze chimiche tossiche. I fattori cosiddetti “ambientali” sono stati inseriti tra le cause che compromettono la fertilità sia in relazione al concepimento che nell’ambito dello sviluppo del feto e delle fasi iniziali della vita.

2 Ottobre 2024, 12:15

Inquinamento e fertilità: quali sono i rischi?

Migliaia di studi hanno comprovato i danni dello smog sull’organismo umano e hanno dimostrato come l’inquinamento influenzi la nostra salute. Le maggiori responsabili sono le polveri sottili: particelle molto fini sospese nell’aria che rilasciano sostanze nocive quali gas inquinanti, vapori tossici, metalli pesanti, solfati e nitrati. La popolazione mondiale vive esposta a questi rischi che influiscono sulla salute di tutti gli organi, compresi quelli riproduttivi. Sono stati, infatti, indagati i pericoli e le minacce dell’inquinamento sulla fertilità femminile, maschile e di coppia con risultati preoccupanti.

L’inverno demografico è un fenomeno mondiale: l’infertilità affligge il 17,5% della popolazione

In Italia l’infertilità coinvolge circa il 15% delle coppie. L’ultimo rapporto dell’OMS descrive l’infertilità come una condizione ormai globale e globalizzata che affligge circa il 17,5% della popolazione mondiale (con una prevalenza del 17,8% nei Paesi ad alto reddito e di 16,5% in quelli a medio e basso reddito). Una persona su sei è affetta da infertilità nel corso della vita, sperimentando in modo complicato la ricerca di una gravidanza a prescindere dal Paese o dalle risorse a disposizione.

Sempre l’OMS parla di “patologia” se il concepimento non avviene dopo 12/24 mesi di rapporti sessuali regolari, mirati e non protetti. Problemi di infertilità possono dipendere dalla donna, dall’uomo o da entrambi: in questo caso ci riferiamo all’infertilità di coppia.

Inquinamento e fertilità umana: quale correlazione

L’esposizione a sostanze chimiche come pesticidi o antiparassitari, metalli pesanti, additivi e conservanti negli alimenti industriali, sostanze tossiche nei prodotti di consumo incide sulla fertilità. Tra le cause dell’infertilità, infatti questi fattori, detti fattori ambientali, possono giocare un ruolo sempre più importante, sia nel concepimento sia nello sviluppo del feto e nelle fasi iniziali della vita.

Spesso l’infertilità è causata da un insieme di fattori.  Da un ampio e recente studio cinese è emerso che l’inquinamento atmosferico aumenta il rischio di infertilità in modo significativo. Inoltre, esistono pericoli anche sulla salute del feto e della donna in gravidanza, dal parto prematuro al basso peso del neonato.

Con valori di particolato superiori a 10 µg/m3 l’infertilità aumenta del 20%: lo studio cinese

Secondo i ricercatori dell’Università di Pechino, Il 30% delle coppie ha “un’infertilità inspiegabile”. Per questo, hanno lavorato per capire se l’inquinamento da polveri sottili potesse essere considerato un fattore di rischio. Sono state analizzate 18mila coppie residenti in aree della Cina fra le più contaminate a livello atmosferico. I risultati sono stati inequivocabili: per le donne esposte a inquinamento da particolato superiore a 10 µg/m3 (microgrammi per metro cubo), le probabilità di infertilità aumentavano del 20%. L’associazione tra la difficoltà a portare a termine una gravidanza e la presenza allarmante di agenti inquinanti, dunque, sembra forte.

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Gli effetti dell’inquinamento sulla salute riproduttiva di donne e uomini

A proposito della salute dell’uomo, i ricercatori hanno osservato un declino della qualità degli spermatozoi in relazione all’esposizione a sostanza tossiche nell’ambiente. Gli inquinanti ambientali, infatti, influiscono sulla salute riproduttiva maschile in modo permanente.

Per ciò che riguarda le donne, una ricerca condotta dall’università di Modena e Reggio Emilia e poi presentata al congresso della Società Europea per la Riproduzione Umana, ha investigato, i valori dell’ormone antimulleriano (AMH). Si tratta dell’indicatore di riserva ovarica ed è stato controllato nelle donne residenti nell’area di Modena nell’arco di 10 anni. Questi dati sono stati messi a confronto con quelli della regione Emilia-Romagna relativi all’esposizione delle donne a fattori ambientali e alle polveri sottili. I risultati delle misurazioni di AMH nelle 1.318 donne prese in esame hanno confermato come i valori diminuiscano all’avanzare dell’età delle donne, come è noto. Ma è stato anche riscontrato che i livelli di AMH, indipendentemente dall’età delle pazienti, erano inversamente proporzionali alla concentrazione di agenti inquinanti presenti nell’atmosfera, definiti come PM10, PM2.5 e ossidi di azoto.