Inquinamento, le altre province migliorano ma Genova è la maglia nera della Liguria

Genova continua a perdere posizioni nella classifica di sostenibilità ambientale, ma la qualità dell’aria peggiora ovunque anche nelle province che salgono nell’indice di ecosostenibilità.

24 Novembre 2023, 08:43

Inquinamento, le altre province migliorano ma Genova è la maglia nera della Liguria

La Spezia, al nono posto l’anno scorso, diventa la sesta città più ecosostenibile d’Italia. Migliorano anche Savona, oggi al 37° (era al 50° nel 2022) e Imperia al 54°, che segna la migliore performance rispetto all’anno precedente, quando la città era 70° nella classifica generale per sostenibilità. Stando al report Ecosistema Urbano 2023 di Legambiente, realizzato con il contributo scientifico di Ambiente Italia e la collaborazione del Sole 24 ore, i capoluoghi liguri sembrano fare progressi in materia di sostenibilità. L’eccezione è rappresentata proprio dal capoluogo: Genova continua a perdere posizioni. Nella classifica generale occupa il 58° posto (era 53° nel report 2022 e 37° del 2021), scendendo di cinque posizioni rispetto all’anno precedente e lontana di ben 21 posizioni di risultati del 2021.

La situazione “inquinamento” in Liguria

La qualità dell’aria appare peggiorata nei quattro capoluoghi di provincia”, ha commentato su Il Secolo XIX il direttore di Legambiente Liguria, Federico Borromeo, alla luce dei dati (relativi al 2022) contenuti nel rapporto che analizza la sostenibilità di 105 Comuni italiani in relazione a 19 indicatori distribuiti in sei aree tematiche: aria, acqua, rifiuti, mobilità, ambiente urbano ed energia.

Dal report 2023 emerge che i livelli di biossido di azoto e PM10 in Liguria sono ancora molto superiori ai limiti annuali fissati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, rispettivamente di 10 e 15 microgrammi per metro cubo. Tuttavia, la situazione delle province di La Spezia, Savona e Imperia sembra molto meno grave rispetto a quella presentata da Genova.

Ecco i dati:

  • La Spezia è la prima città classificata per sostenibilità a livello regionale, mostra solo un lieve miglioramento della qualità dell’aria. La concentrazione media di biossido di azoto passa da 23,0 ug/mc del 2021 a 22,9 registrati nel 2022. Peggiora, seppur leggermente, la concentrazione di PM10, pari a 17,9 ug/mc (contro i 17,5 dell’anno scorso).
  • Savona rimane stabile nei livelli di biossido di azoto rimane stabile, rispetto ai due anni precedenti, a 17,5 ug/mc. Non migliora il PM10, che passa da 16,5 ug/mc nel 2021 a 17,5.
  • Imperia è l’unico capoluogo di provincia in cui diminuiscono le giornate di sforamento di ozono, che da 24 nel 2021 diventano 16 nello scorso anno. Di contro, le concentrazioni di PM10 sono rimaste pressoché invariate (attorno a 17 ug/mc) e si registra un peggioramento dei livelli di biossido di azoto che fa passare la città dalla 7° posizione (nella classifica per l’inquinante) dello scorso anno alla 21° occupata quest’anno con 15,3 ug/mc.

 

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Cosa succede a Genova

Ma è Genova, con una media annua di 29,4 ug/mc (contro i 10 microgrammi per metro cubo indicati dall’OMS e i 20 ug/mc stabiliti dalla nuova Direttiva Ue da raggiungere entro il 2030), ad indossare la maglia nera a livello regionale per il biossido di azoto.

Sebbene mostrando un miglioramento rispetto ai 31,8 ug/mc registrati l’anno precedente, la città rimane 91° su 105 in relazione a questo inquinante. A peggiorare la qualità dell’aria su Genova, i livelli di ozono e PM10. Il capoluogo di regione segna infatti 43 giorni di superamento di ozono (contro i 30 dell’anno precedente) mentre il PM10 passa da una concentrazione media di 17,2 ug/mc registrata nel 2021 ai 18,2 ug/mc del 2022.

Come concludono anche da Legambiente, il rispetto degli attuali limiti normativi sulla qualità dell’aria costituisce un punto di partenza cruciale, ma non più sufficiente, per migliorare l’ambiente e garantire aria salubre. Nonostante la revisione in corso, le soglie previste dall’Unione Europea per il 2030 rimangono significativamente superiori ai valori consigliati dall’OMS per prevenire danni alla salute. Pertanto, tali limiti europei devono essere considerati come una fase intermedia, mentre l’obiettivo finale da perseguire per garantire un ambiente urbano sano nelle nostre città rimangono le indicazioni più stringenti fornite dall’OMS.

Sostenibilità ambientale e malattie croniche

Non solo smog. Secondo quanto emerge dal report Ecosistema Urbano 2023 in Liguria preoccupano anche i rifiuti (ancora troppo alti pro capite), la dispersione idrica di acqua potabile, il trasporto pubblico locale, che mostra un peggioramento della qualità del servizio offerto, e il verde pubblico che registra una performance al di sotto della media nazionale e dove si evidenzia la difficoltà sul reperimento di dati aggiornati. Contro una media di 24 per 100 abitanti, a Genova se ne contano 14, 12 alla Spezia, 8 a Imperia.

“A Genova si auspica che incomincino presto gli interventi deliberati per le ciclabili urbane e universitarie, peraltro finanziati dal PNRR, che ha dei tempi stringenti”, ha commentato su GenovaToday Romolo Solari di Fiab Genova, l’associazione cicloecologista “che si batte per un uso ecocompatibile dei mezzi di trasporto”. Come sempre più studi dimostrano infatti, al fine di proteggere la salute umana e contrastare la diffusione di patologie respiratorie, tumori, ictus e malattie croniche come il diabete, è fondamentale un approccio olistico che veda, tra le tante migliorie, l’incremento di spazi verdi, la promozione di una mobilità sostenibile, oltre alla riduzione dell’inquinamento ambientale, a partire da quello dell’aria.