Inquinamento outdoor: a cosa fare attenzione quando si è fuori casa

Quali sono quelle attività umane e i processi naturali che influiscono negativamente sulla qualità dell’ambiente e sull’aria che respiriamo?

20 Febbraio 2024, 11:42

Inquinamento outdoor: a cosa fare attenzione quando si è fuori casa

Dal traffico veicolare all’industria, dall’agricoltura ad alcune attività ricreative, dalle costruzioni alle demolizioni, praticamente ogni attività umana ha il suo impatto sull’inquinamento atmosferico e, di conseguenza, sulla salute di tutti. Ciò non toglie, però, che esistano anche diversi processi del tutto naturali (come le eruzioni vulcaniche) che possono influire sulla qualità dell’aria che respiriamo. Dopo aver analizzato le principali cause di inquinamento indoor (e visto cosa si può fare, dato che un ambiente chiuso, che sia casa o ufficio, è più facilmente gestibile), vediamo ora quali sono le fonti di inquinamento outdoor.

Fonti di inquinamento outdoor: trasporti

I trasporti rappresentano una delle principali fonti di inquinamento atmosferico, in quanto rilasciano una serie di sostanze inquinanti che includono biossido di azoto (NOx), particolato (PM), monossido di carbonio (CO), composti organici volatili (VOC) e altri inquinanti.

Le automobili, i camion, gli autobus e altri veicoli a motore che bruciano carburanti fossili come benzina e diesel sono una fonte significativa di inquinamento atmosferico. Durante la combustione, questi veicoli emettono una serie di inquinanti, tra cui NOx, PM, CO e VOC. Le automobili a benzina tendono a emettere quantità significative di CO e VOC, mentre i veicoli diesel sono noti per le loro emissioni di PM e NOx.

Le emissioni dei trasporti contribuiscono alla formazione di smog, nebbia tossica e inquinamento dell’aria nelle aree urbane e industriali. Le particelle sottili e i gas nocivi emessi dai veicoli possono avere effetti negativi sulla salute umana, causando problemi respiratori, malattie cardiache, danni polmonari e altre condizioni mediche.

Le emissioni di CO2 e altri gas a effetto serra dai veicoli contribuiscono al cambiamento climatico, causando l’innalzamento delle temperature globali e altri cambiamenti ambientali. I veicoli a motore sono responsabili di una parte significativa delle emissioni totali di CO2 a livello globale, il che li rende una delle principali cause del cambiamento climatico antropogenico. Il settore dei trasporti è responsabile difatti di circa un quarto delle emissioni totali di CO2 in Europa, il 71,7% delle quali viene prodotto dal trasporto stradale, secondo l’Agenzia Europea dell’Ambiente.

Per affrontare l’inquinamento atmosferico derivante dai trasporti, sono necessarie misure di mitigazione come l’adozione di tecnologie più pulite e efficienti, come i veicoli elettrici, ibridi o a idrogeno, che producono meno o nessuna emissione di gas nocivi. Altre pratiche di riduzione delle emissioni includono il miglioramento dei sistemi di trasporto pubblico, la promozione di metodi di trasporto alternativi come la bicicletta e il carpooling, e l’adozione di politiche per limitare l’accesso dei veicoli più inquinanti alle aree urbane.

Industria

L’industria è una delle principali fonti di inquinamento atmosferico, in quanto produce una vasta gamma di inquinanti che includono gas serra, gas inquinanti, composti organici volatili (VOC), particolato e altri contaminanti.

Le attività industriali sono responsabili di una significativa parte delle emissioni globali di gas serra, con la CO2 come il più comune tra questi gas. Le industrie bruciano combustibili fossili per alimentare le loro operazioni, producendo grandi quantità di CO2 come sottoprodotto. Altre industrie possono emettere gas serra come il metano (CH4) e l’ossido nitroso (N2O) come risultato di processi industriali specifici.

Le industrie possono inoltre emettere gas inquinanti come il biossido di zolfo (SO2) e l’ossido di azoto (NOx) durante la combustione di carburanti fossili o come risultato di processi industriali chimici. Questi gas possono contribuire alla formazione di smog, piogge acide e altri problemi ambientali.

Le industrie possono emettere VOC come sottoprodotto di processi chimici, di produzione di solventi e di vernici, e durante la lavorazione di materiali organici come legno e plastica. I VOC possono reagire con altri inquinanti atmosferici per formare ozono troposferico e altri inquinanti secondari, influenzando la qualità dell’aria e la salute umana.

Le industrie possono generare particolato come risultato di processi di combustione, attività di movimentazione di materiali e altri processi industriali. Queste particelle possono variare in dimensioni e composizione e possono avere effetti negativi sulla salute umana, causando problemi respiratori, danni polmonari e altri disturbi.

Le emissioni industriali possono avere gravi conseguenze sulla salute umana e sull’ambiente circostante. L’esposizione a inquinanti atmosferici come SO2, NOx, VOC e particolato può causare una serie di problemi di salute, tra cui malattie respiratorie, cardiovascolari e cancerogene. Inoltre, le emissioni industriali possono contribuire all’inquinamento dell’aria, all’acidificazione del suolo e dell’acqua, e ai cambiamenti climatici globali.

Agricoltura

Anche l’agricoltura può influire negativamente sulla qualità dell’aria attraverso diverse pratiche e processi. L’uso di fertilizzanti azotati, come urea e ammoniaca, può portare al rilascio di ammoniaca nell’aria. Questa ammoniaca può derivare sia dall’applicazione diretta di fertilizzanti che dalla decomposizione di letame e altri rifiuti animali. Le emissioni di ammoniaca possono contribuire alla formazione di particolato atmosferico e influenzare la qualità dell’aria, in particolare in aree rurali e agricole.

Anche l’uso di pesticidi e fertilizzanti, così come la decomposizione della materia organica nel terreno, può portare al rilascio di composti organici volatili nell’aria. Questi VOC possono contribuire alla formazione di ozono troposferico e di particolato atmosferico, e possono avere effetti negativi sulla salute umana e sull’ambiente.

L’allevamento del bestiame è una fonte significativa di emissioni di gas serra, in particolare di metano (CH4). Il processo di digestione dei ruminanti, come mucche, pecore e capre, produce metano come sottoprodotto. Il metano è un gas serra molto potente, che contribuisce al riscaldamento globale e al cambiamento climatico. Le emissioni di metano dall’allevamento del bestiame possono derivare anche dalla gestione del letame e dalla decomposizione dei rifiuti animali.

Le emissioni di ammoniaca, composti organici volatili e gas serra dall’agricoltura possono influenzare la qualità dell’aria locale e globale, oltre a contribuire al cambiamento climatico. Le concentrazioni elevate di ammoniaca possono causare problemi di acidificazione del suolo e dell’acqua, e possono avere effetti negativi sulla biodiversità e sui delicati ecosistemi. Le emissioni di metano dall’allevamento del bestiame contribuiscono direttamente al riscaldamento globale, aggravando gli impatti del cambiamento climatico.

Attività di combustione

L’attività di combustione è un processo che coinvolge la reazione chimica di ossidazione di un materiale combustibile in presenza di ossigeno, producendo calore e altri prodotti di combustione come acqua, anidride carbonica, fumi e cenere. Questa è una pratica comune in molte attività umane e può avere varie applicazioni, tra cui il riscaldamento domestico, l’industria manifatturiera, la produzione di energia e lo smaltimento dei rifiuti.

In molte parti del mondo, il riscaldamento domestico avviene attraverso la combustione di combustibili come legna, carbone, gas naturale o olio da riscaldamento. Questi combustibili vengono bruciati in stufe, caminetti o caldaie per generare calore per riscaldare gli edifici e fornire acqua calda.

La combustione è anche il processo principale utilizzato nella generazione di energia elettrica e termica nelle centrali elettriche a carbone, gas naturale, olio combustibile o biomassa. Qui, il calore generato dalla combustione viene utilizzato per produrre vapore, che a sua volta alimenta turbine e generatori per generare elettricità.

Molte industrie utilizzano processi di combustione per alimentare forni, essiccatori, caldaie e altri impianti per la produzione di vari prodotti, tra cui cemento, vetro, ceramica, acciaio e altri materiali.

Anche i veicoli a motore utilizzano la combustione interna per generare energia e muoversi. Questo avviene tramite il processo di combustione del carburante all’interno dei motori a combustione interna.

In molti luoghi, i rifiuti solidi urbani vengono inceneriti come metodo di smaltimento. Questo processo non solo riduce il volume dei rifiuti, ma può anche generare energia attraverso la combustione dei materiali organici contenuti nei rifiuti.

La combustione incompleta o inefficiente può produrre emissioni dannose come particolato, ossidi di azoto, biossido di zolfo, composti organici volatili e altri inquinanti atmosferici. Questi possono contribuire all’inquinamento dell’aria, all’effetto serra e all’acidificazione del suolo e dell’acqua.

Costruzioni e demolizioni

Le attività di costruzione e demolizione (C&D) possono avere un impatto significativo sulla qualità dell’aria a causa del rilascio di polveri sottili e altre particelle inquinanti.

Durante le fasi di costruzione e demolizione, le attività come lo scavo, la perforazione, il taglio, il trapanamento e il trasporto di materiali possono generare una notevole quantità di polveri sottili. Queste polveri consistono principalmente in particelle di dimensioni ridotte che possono rimanere sospese nell’aria per lungo tempo.

Le polveri generate durante le attività di C&D possono essere costituite da una varietà di materiali, tra cui cemento, calcestruzzo, gesso, legno, metallo e altri materiali da costruzione. Queste particelle possono contenere anche sostanze nocive come metalli pesanti, composti organici volatili e amianto, se presenti nei materiali di costruzione.

Le polveri sottili e altre particelle inquinanti rilasciate durante le attività di C&D possono costituire una minaccia per la salute umana, specialmente se respirate. Le particelle più piccole possono penetrare profondamente nei polmoni e persino nel flusso sanguigno, causando una serie di problemi respiratori e cardiovascolari. Inoltre, le particelle contenenti sostanze tossiche come l’amianto possono causare gravi malattie polmonari e persino il cancro.

Per mitigare gli impatti negativi delle attività di C&D sull’aria, è essenziale adottare misure di controllo delle emissioni. Ciò può includere l’utilizzo di dispositivi di cattura delle polveri, come schermi, barriere, aspiratori e sistemi di umidificazione, per ridurre il rilascio di polveri nell’ambiente circostante. Inoltre, è importante stabilire normative e linee guida rigorose per la gestione delle attività di C&D al fine di proteggere la salute pubblica e l’ambiente.

 

Aria Pulita è l’azione collettiva nata per tutelare il tuo Diritto alla Salute e per sensibilizzare le Istituzioni ad adottare azioni concrete per ridurre l’inquinamento, offrendoti supporto per chiedere un risarcimento per gli anni in cui hai vissuto in aree inquinate. Registrati gratis e scopri come possiamo aiutarti.

 

 

Attività ricreative

Anche le attività ricreative all’aperto come il barbecue o l’accensione di fuochi possono contribuire al rilascio di inquinanti nell’aria. Durante la cottura all’aperto con barbecue, griglie a carbone o a gas, possono infatti essere emessi vari inquinanti nell’aria. I principali inquinanti prodotti includono particelle di carbonio, monossido di carbonio (CO), ossidi di azoto (NOx) e composti organici volatili (COV). Questi inquinanti possono derivare dalla combustione incompleta del carbone, della legna o dei gas utilizzati come combustibile per il barbecue.

Accendere fuochi all’aperto per scopi ricreativi, come falò o fuochi da campeggio, può anche generare una serie di inquinanti atmosferici. Questi includono particelle sospese nell’aria, monossido di carbonio, ossidi di azoto e composti organici volatili. La combustione di legna, fogliame o altri materiali organici può produrre una quantità significativa di fumo e cenere, che possono impattare la qualità dell’aria locale.

L’esposizione a questi inquinanti può avere effetti negativi sulla salute umana, in particolare sul sistema respiratorio. Le particelle sospese nell’aria possono essere inalate e causare problemi respiratori, irritazione agli occhi e alla gola, e peggiorare le condizioni preesistenti come l’asma o le malattie cardiache. Inoltre, gli inquinanti prodotti dalle attività ricreative all’aperto possono contribuire all’inquinamento dell’aria in aree urbane e rurali, influenzando la qualità dell’aria circostante.

Per ridurre gli impatti negativi delle attività ricreative sull’aria e sulla salute pubblica, è possibile adottare pratiche più pulite e sostenibili. Ad esempio, utilizzare barbecue a gas anziché a carbone può ridurre le emissioni di particelle e altri inquinanti. Inoltre, è consigliabile evitare di bruciare rifiuti o materiali non adatti alla combustione, e scegliere aree designate e ben ventilate per accendere fuochi all’aperto.

Incendi boschivi

Gli incendi boschivi rappresentano una ulteriore fonte di inquinamento atmosferico a livello globale. Questi rilasciano infatti grandi quantità di fumo, cenere e particelle nell’aria. Queste particelle possono variare in dimensioni, da particelle più grandi come ceneri e detriti vegetali fino a particelle più sottili conosciute come PM10 e PM2.5, che possono viaggiare per lunghe distanze trasportate dal vento. Il fumo degli incendi boschivi è costituito da una complessa miscela di gas e particelle, che include monossido di carbonio (CO), biossido di azoto (NO2), ossidi di zolfo (SO2), composti organici volatili (COV), idrocarburi policiclici aromatici (IPA) e altri inquinanti atmosferici. Questi inquinanti possono avere effetti negativi sulla qualità dell’aria e sulla salute umana.

L’esposizione al fumo degli incendi boschivi può causare una serie di problemi di salute, specialmente per le persone con condizioni respiratorie preesistenti come l’asma o le malattie polmonari. Le particelle sottili presenti nel fumo possono penetrare profondamente nei polmoni e persino nel flusso sanguigno, causando irritazione delle vie respiratorie, tosse, difficoltà respiratorie, e in alcuni casi gravi danni polmonari e cardiovascolari.

Gli incendi boschivi possono avere anche impatti significativi sull’ambiente circostante. La combustione della vegetazione può distruggere habitat naturali, danneggiare la biodiversità, influenzare i cicli naturali del suolo e dell’acqua e contribuire al rilascio di gas serra nell’atmosfera, aggravando il cambiamento climatico.

A causa della quantità e della portata dei fumi e delle particelle prodotte dagli incendi boschivi, l’inquinamento atmosferico può diffondersi su lunghe distanze, influenzando la qualità dell’aria anche in aree lontane dal sito dell’incendio. Questo può avere impatti su scala regionale e globale, contribuendo all’inquinamento atmosferico e al cambiamento climatico.

Processi naturali

Processi naturali come eruzioni, tempeste di polvere e, in generale, attività geologiche, possono giocare un ruolo significativo nell’inquinamento atmosferico. Le eruzioni vulcaniche rilasciano una vasta gamma di gas, cenere e particelle nell’atmosfera. Tra i principali gas emessi ci sono l’anidride solforosa, il biossido di carbonio, il vapore acqueo, il cloruro di idrogeno e altri composti. Le particelle fini e le ceneri vulcaniche possono essere trasportate a grandi distanze dal vento, influenzando la qualità dell’aria e la visibilità. Le eruzioni vulcaniche possono anche innescare la formazione di piogge acide a causa dell’anidride solforosa e del biossido di zolfo rilasciati nell’atmosfera.

Le tempeste di polvere si verificano quando forti venti sollevano grandi quantità di polvere e sabbia da regioni aride e desertiche, trasportandole attraverso l’atmosfera. Queste particelle di polvere possono essere costituite da minerali, sostanze organiche e altre particelle sospese. Le tempeste di polvere possono influenzare la qualità dell’aria, ridurre la visibilità e depositarsi su terreni e superfici, causando danni agli ecosistemi, alla salute umana e alle infrastrutture.

Alcune emissioni biologiche naturali, come quelle prodotte da alghe, piante e batteri, possono contribuire all’inquinamento atmosferico. Ad esempio, le alghe possono rilasciare composti organici volatili (COV) nell’atmosfera, che possono influenzare la qualità dell’aria e la formazione dell’ozono troposferico.

Alcune attività geologiche, come le fratture e le eruzioni di gas naturale dai giacimenti sottomarini, possono anche contribuire al rilascio di gas nell’atmosfera. Questi gas possono includere metano, anidride carbonica e altri composti che influenzano la composizione chimica dell’aria e il clima globale.