Inquinamento: quali rischi per i pendolari?
Quali sono i rischi sottovalutati per l’inquinamento? Uno è certamente quello che corrono i pendolari quotidianamente. Cosa dicono gli studi scientifici a riguardo?
15 Febbraio 2024, 11:04
Sommario
L’inquinamento è da anni uno dei problemi ambientali più preoccupanti a livello globale. Non solo ha un impatto negativo sull’ambiente, ma si riversa in maniera inesorabile sulla salute umana. Una delle conseguenze spesso sottovalutate dell’inquinamento riguarda certamente la salute dei pendolari, viaggiatori quotidiani che trascorrono molte ore al giorno nei mezzi di trasporto pubblico o nelle strade congestionate dalle auto.
Questa abitudine quotidiana espone i pendolari a lungo termine all’inquinamento atmosferico e può causare una serie di problemi di salute. Tra le più conosciute: malattie respiratorie, cardiovascolari e neurologiche. L’inquinamento atmosferico contiene una serie di sostanze nocive come il biossido di azoto (NO2), il monossido di carbonio (CO), il particolato fine (PM2.5) e l’ozono troposferico (O3), che possono irritare le vie respiratorie, causare infiammazioni e danneggiare il sistema respiratorio. Rischio certamente maggiore corrono i pendolari che vivono nelle città più inquinate e che viaggiano regolarmente con mezzi di trasporto pubblico o attraverso zone congestionate da traffico automobilistico. Questo, perché sono particolarmente esposti a livelli elevati di questi agenti inquinanti. Uno studio condotto nel Regno Unito ha rilevato che le persone che utilizzano i mezzi di trasporto pubblico hanno una maggiore probabilità di sviluppare disturbi respiratori cronici rispetto a coloro che utilizzano mezzi di trasporto privati.
Inoltre, l’esposizione all’inquinamento atmosferico può anche peggiorare le condizioni esistenti, come l’asma o le malattie cardiovascolari. Ad esempio, le persone con asma possono sperimentare un aumento degli attacchi di asma quando sono esposte a livelli elevati di inquinanti atmosferici.
Un altro aspetto da considerare è l’inquinamento acustico, che è spesso correlato all’inquinamento atmosferico, in particolare nelle aree metropolitane dense. L’esposizione costante al rumore del traffico può causare stress, disturbi del sonno e problemi di salute mentale.
Negli ultimi anni, studi scientifici stanno approfondendo il tema, consegnandoci un quadro non proprio rincuorante.
Gli ultimi studi scientifici riguardo alle conseguenze dell’inquinamento sulla salute dei pendolari
Gli ultimi studi scientifici hanno dimostrato che l’inquinamento può avere gravi effetti sulla salute dei pendolari. L’esposizione cronica all’inquinamento atmosferico è stata associata oltre che ad un aumento del rischio di malattie respiratorie, come l’asma e la bronchite cronica, anche ad un aumento delle malattie cardiovascolari.
Uno degli ultimi approfonditi studi scientifici ci parla dell’aumento della pressione sanguigna in maniera immediata e significativa, nel caso in cui si verifichi la combinazione traffico e aria non filtrata. Dunque, le malattie cardiovascolari che aumentano a causa dell’inquinamento sono dovute ad alterazioni cardiovascolari.
A condurre questo studio è stata l’Università di Washington, nonostante sia stato condotto su un numero limitato di partecipanti: 16 persone di età compresa tra i 22 e i 45 anni. È interessante soprattutto l’aspetto che riguarda l’effetto dell’inquinamento atmosferico sulla pressione sanguigna e l’efficienza di filtri con elevata capacità di filtraggio. Lo studio è stato condotto, guidando i partecipanti nel traffico della città di Seattle, Washington, per tre giorni tra il 2014 e il 2016. Sono stati studiati i passeggeri, non gli autisti, quindi lo stress alla guida non può essere considerato una possibile causa di variazioni di pressione. Per due giorni, l’aria proveniente dalla strada è entrata nel veicolo senza un vero filtro. Tuttavia, il giorno successivo, sul veicolo è stato installato un filtro HEPA (alta efficienza, riduzione delle particelle dell’86%). La pressione sanguigna è stata monitorata durante il trasporto fino a 24 ore prima, durante e dopo il viaggio r ha fornito questo risultato. L’inalazione di particelle sottili presenti nell’aria inquinata può causare danni ai polmoni e aumentare il rischio di sviluppare malattie polmonari croniche.
Inoltre, l’inquinamento atmosferico può influenzare negativamente il sistema immunitario, rendendo le persone più suscettibili alle infezioni respiratorie. Gli studi hanno, inoltre, evidenziato un legame tra l’inquinamento e alcune malattie neurologiche, come il morbo di Parkinson e l’Alzheimer. L’esposizione a lungo termine all’inquinamento atmosferico sembra aumentare il rischio di queste malattie, probabilmente a causa dell’effetto dannoso delle particelle inquinanti sul cervello.
Esiste, poi, un altro studio del gennaio 2017, Levels of ambient air pollution according to mode of transport: a systemic review, Cepeda M, edito su “The Lancet”, gennaio 2017. Gli autori di questo approfondimento hanno cercato in diversi database pubblici tutti gli articoli pubblicati fino ad aprile 2016 che analizzavano l’esposizione all’inquinamento atmosferico da parte di sei diversi modi di trasporto: bicicletta, autobus, automobile, veicoli a motore (scooter, motociclette), mezzi pubblici (treno), metropolitana o camminare. Sono stati analizzati 39 studi, più della metà dei quali hanno coinvolto paesi europei, e si è scoperto che: i pendolari in auto sono esposti a tutto l’inquinamento atmosferico; mentre i pendolari sono meno esposti del trasporto collettivo; i pendolari attivi, ovvero chi si muove a piedi o in bicicletta respira più sostanze inquinanti rispetto ai pendolari che utilizzano un qualsiasi veicolo a motore, a causa dell’aumento del ritmo respiratorio, dell’aumento dello sforzo fisico e dei tempi di percorrenza più lunghi. Nonostante ciò, l’aspettativa di vita dei pendolari che utilizzano un veicolo a motore è ridotta di un anno rispetto ai pendolari attivi. Gli autori ipotizzano che una vita di attività fisica aerobica superi i rischi per la salute derivanti dall’aumento dell’inquinamento atmosferico.
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Quali accorgimenti, quindi, per evitare il peggio?
Ridurre l’inquinamento ambientale è un obiettivo raggiungibile, ma richiede un impegno serio e coraggioso.
Come suggeriscono gli studi scientifici evidenziati, notevoli benefici si possono ottenere “semplicemente” incentivando il trasporto pubblico, riducendo l’uso dei veicoli privati e, soprattutto, creando aree pedonali o piste ciclabili per favorire il trasporto attivo nelle zone meno esposte alla nebbia. Così facendo si otterrebbero grandi benefici anche in termini di rischio di malattie non trasmissibili come l’obesità, il diabete e le malattie cardiovascolari.
È importante sottolineare che tutto questo è possibile, perchè gli effetti dell’inquinamento sulla salute possono variare in base al livello di esposizione e alle condizioni individuali. Tuttavia, è ormai ampiamente riconosciuto che l’inquinamento costituisce una grave minaccia per la salute dei pendolari e che è necessario adottare misure per ridurre l’esposizione a queste sostanze nocive.
Inoltre, è fondamentale promuovere la consapevolezza dei rischi per la salute associati all’esposizione all’inquinamento tra i pendolari e incoraggiare l’adozione di comportamenti protettivi, come l’utilizzo di maschere antipolvere o la pianificazione di percorsi che riducano l’esposizione a livelli elevati di inquinanti atmosferici.
Un’altra attenzione è sempre quella di fare attenzione alla normativa che cambia per cercare di mitigare l’inquinamento atmosferico e agli indici di tollerabilità. Da cittadini semplici è sempre possibile far qualcosa come, ad esempio, partecipare alla causa Consulcesi, attraverso l’azione Aria Pulita.