Inquinamento e smog a Brescia, la qualità dell’aria è pessima
La classifica ISGlobal per Brescia evidenzia una grave inquinamento atmosferico, con un livello medio annuale di PM2.5 di 27,5 µg/m³, il peggiore tra 858 città. Se fossero rispettate le linee guida dell’OMS, si potrebbero evitare 293 morti. Il livello medio annuale di NO2 è 37,6 µg/m³, al 19º posto, con 107 morti evitabili. Gli spazi […]
22 Agosto 2024, 06:53
Sommario
La classifica ISGlobal per Brescia evidenzia una grave inquinamento atmosferico, con un livello medio annuale di PM2.5 di 27,5 µg/m³, il peggiore tra 858 città. Se fossero rispettate le linee guida dell’OMS, si potrebbero evitare 293 morti. Il livello medio annuale di NO2 è 37,6 µg/m³, al 19º posto, con 107 morti evitabili. Gli spazi verdi hanno un indice di vegetazione di 0,477 e una percentuale di area verde del 33,8%. Il 57,3% della popolazione è esposto inoltre a un livello di inquinamento acustico dannoso per la salute.
L’Ue obbliga Brescia ad abbassare drasticamente lo smog
Per ovviare a questa situazione, l’Unione europea ha deciso di ridurre drasticamente la concentrazione annuale di inquinanti come polveri sottili, ossidi di azoto e anidride solforosa dal 2030, decisione che richiederà ingenti investimenti nel bacino padano e nella provincia di Brescia. Nonostante una riduzione del 40% dello smog nel bresciano negli ultimi 20 anni, le previsioni indicano un calo massimo del 10% nei prossimi sei anni. L’assessore regionale all’Ambiente, Giorgio Maione, ha sottolineato che per raggiungere i nuovi limiti sarebbe necessario eliminare il 75% dei veicoli, gli impianti di riscaldamento a metano, le attività industriali e ridurre del 60% il bestiame.
La nuova normativa Ue prevede che la concentrazione media annua di PM10 passi da 40 a 20 μg/m³, quella giornaliera da 50 a 45 μg/m³ con un bonus di 18 giorni di sforamento, e dimezzamenti simili per NO2 e PM2,5. Saranno istituiti più punti di campionamento e in caso di violazione, le persone colpite potranno intraprendere azioni legali e ricevere risarcimenti.
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Il problema dei Pfas
A Brescia, una buona notizia riguarda la bassa presenza di Pfas (Le sostanze alchiliche perfluorurate e polifluorurate) nelle acque potabili della regione Lombardia, con solo il 9,6% dei campioni contaminati, e un monitoraggio costante degli acquedotti. Dal 2018 al 2022, sono stati analizzati 1.552 campioni, il numero più alto tra le province lombarde. Tuttavia, Brescia risulta seconda dopo Milano per numero di campioni positivi (149 su 1.552). A Brescia città, su 91 analisi, 11 sono risultate positive. Capriolo e Rudiano sono tra i comuni più inquinati della provincia.
Come sono andati gli anni scorsi
Secondo i dati di Arpa Lombardia, nel 2023 l’inquinamento atmosferico a Brescia è migliorato, ma il progresso è stato lento. Brescia rimane tra le città italiane più lontane dal raggiungimento degli obiettivi UE e OMS. Nel 2022, il biossido di azoto è sceso a 29,0 μg/m³, ma la città deve ridurre il PM10 del 38%, il PM2.5 del 50%, e l’NO2 del 20% entro il 2030. Sebbene ci siano stati lievi miglioramenti, molte aree superano ancora i limiti attuali e futuri.