Inquinamento: l’Unione Europea più vicina a riconoscere il reato di ecocidio
L’Unione Europea ha raggiunto un accordo su una nuova direttiva che riconosce di fatto il reato di ecocidio. La norma prevede pene detentive fino a 10 anni per i peggiori inquinatori e multe per le aziende fino al 5% del loro fatturato globale.
30 Novembre 2023, 08:46
Sommario
Bisogna attendere soltanto i tempi tecnici prima dell’approvazione definitiva e ufficiale di una nuova direttiva dell’Unione Europea che riconosce il reato di ecocidio. Dopo mesi di trattative sulla prima proposta, il Parlamento europeo e i paesi membri dell’Unione europea sono infatti arrivati a un accordo, concordando una norma comune per definire e reprimere la criminalità ambientale. La nuova versione della direttiva concordata, che si prevede verrà formalmente approvata dal Parlamento nel 2024, a cui poi seguirà l’approvazione di ogni singolo paese membro, prevede per i peggiori inquinatori pene detentive e multe salate. “Se inquini, pagherai per i tuoi crimini”, ha detto il capo negoziatore del Parlamento Antonius Manders, un deputato olandese del Partito popolare europeo di centro-destra (PPE).
Aperta la strada alla “responsabilizzazione” degli autori di crimini ambientali
“Abbiamo vinto! L’UE pone le basi per il riconoscimento dell’ecocidio”, ha commentato Marie Toussaint, una parlamentare verde francese che faceva parte del gruppo negoziale del Parlamento al The Guardian. La definizione di reati “qualificati” – quelli che non comportano direttamente la morte ma sono punibili con pene detentive fino a otto anni – includerà l’ecocidio. “Il reato riconosciuto per i crimini più gravi è molto vicino a quello del comitato internazionale di giuristi sull’ecocidio”, ha detto Toussaint, sottolineando che la loro definizione era stata menzionata nella legge finale approvata a livello comunitario. Il prossimo passo sarà quello di modificare lo statuto della Corte penale internazionale, dove i paesi dell’UE sono rappresentati con il 20% dei membri.
“I crimini ambientali sono gravi, lucrosi e in aumento”, ha detto Virginijus Sinkevičius, commissario europeo per l’ambiente, gli oceani e la pesca. “I ricavi annuali del mercato illegale dei rifiuti nell’UE, ad esempio, si aggirano tra i 4 e i 15 miliardi di euro” ha aggiunto. Al momento, nella maggior parte del mondo, nessuno è ritenuto responsabile per i crimini ambientali perché mancano norme di riferimento. Con questa direttiva europea si apre la strada a una precisa responsabilizzazione degli autori dei crimini ambientali, rendendo l’ecocidio un crimine internazionale.
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Pene detentive fino a 10 anni e multe salatissime
Nel dettaglio, le nuove norme europee potrebbero comportare una pena detentiva di 10 anni per individui o rappresentanti di aziende che commettono “reati ambientali” che portano alla morte. I reati “qualificati” potrebbero portare a una pena detentiva di otto anni, mentre altri reati hanno un limite massimo di cinque anni. Dura la linea anche sulle multe: a parte la perdita delle licenze operative e dei sussidi pubblici, le aziende trasgredenti potrebbero essere multate fino al 5% del loro fatturato globale.
A questo punto, però, è stata aggiunta una scappatoia, poiché i paesi dell’UE potranno scegliere un tasso di sanzione compreso tra il 3 e il 5% e optare per sanzioni fisse meno onerose di 24-40 milioni di euro. Anche se le sanzioni non saranno completamente armonizzate, lo sarà la definizione di ciò che costituisce reato ambientale. Ad esempio, i reati recentemente contemplati includeranno la commercializzazione di prodotti legati alla deforestazione, all’inquinamento marittimo e ai prelievi illegali di acqua.