Report Mal’Aria 2024: le città più inquinate in Italia. Frosinone sul podio

Quali sono le città più inquinate d’Italia per l’aria? Il report Mal’Aria 2024 di Legambiente non lascia dubbi: sul podio c’è Frosinone, seguita da tutte le principali città del nord.

14 Febbraio 2024, 10:30

Report Mal’Aria 2024: le città più inquinate in Italia. Frosinone sul podio

Arriva il report Legambiente “Mal’Aria di Città 2024” e dimostra, ancora una volta, che la qualità dell’aria in Italia è un problema. Sono 18 su 98 le città monitorate nel 2023 che hanno superato i livelli limite di polveri sottili (PM10), ovvero oltre 35 giorni all’anno con una media superiore ai 50 microgrammi al metro cubo.

Le città più inquinate d’Italia nel 2023

Come si compone la classifica delle città più inquinate?

  1. Frosinone che colleziona ben 70 giorni oltre i limiti.
  2. Torino, 66 giorni.
  3. Treviso, 63 giorni.
  4. Mantova, Padova e Venezia, 62 giorni.
  5. Rovigo e Verona, 55 giorni.
  6. Vicenza, 53 giorni.
  7. Milano, 49 giorni.
  8. Asti, 47 giorni.
  9. Cremona, 46 giorni.
  10. Lodi, 43 giorni.
  11. Brescia e Monza, 40 giorni.
  12. Alessandria, 39 giorni.
  13. Napoli e Ferrara, 36 giorni.

Pur se il numero delle città fuori dai limiti è ancora molto alto, va notato un miglioramento rispetto all’anno precedente. Nel 2022 erano state 29 le città fuori regola, mentre 31 nel 2021. Secondo Legambiente, però, la ragione di questo upgrade dei dati non dipende dall’atteggiamento virtuoso dei comuni o dalle azioni politiche messe in campo, quanto piuttosto da condizioni meteorologiche che hanno favorito meno la diffusione delle polveri sottili.

 

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Arriva la nuova Direttiva UE: Italia più a rischio

Va inoltre ricordato che nel 2030 entrerà in vigore la nuova Direttiva europea sulla qualità dell’aria, che riduce considerevolmente i limiti concessi per gli inquinanti. Nello specifico 20 g/mc per PM10, 10 g/mc per PM2.5 e 20 g/mc per il biossido di azoto (NO2). Il numero di città italiane fuori dai limiti del PM10 salirebbe al 69% se fosse già il 2030, che non è poi così lontano. Entrerebbe inoltre in classifica anche una città del sud, Cagliari (30 g/mc).

Stessa situazione per il PM2.5, che con i limiti 2030 vedrebbe l’84% delle città italiane, con Padova (24 g/mc), Vicenza (23 g/mc), Treviso e Cremona (21 g/mc) sul podio. Il biossido di azoto resta l’unico inquinante in calo progressivo negli ultimi 5 anni, ma il 50% delle città sarebbe comunque fuorilegge con i limiti 2030. In questo caso Napoli è in cima al podio con 38 g/mc, seguita da Milano (35 g/mc), Torino (34 g/mc), Catania e Palermo (33 g/mc), Bergamo e Roma (32 g/mc).

“I dati del 2023 ci dicono che il processo di riduzione delle concentrazioni è inesistente o comunque troppo lento”, ha spiegato Andrea Minutolo, responsabile scientifico di Legambiente.

Entro fine febbraio 2024  sarà completata l’ultima fase di revisione della Direttiva europea sulla qualità dell’aria. “Considerando che in Italia ci sono 47.000 decessi prematuri all’anno a causa del PM2.5, è cruciale – ha concluso Legambiente – che il Governo italiano non ostacoli ulteriormente questo percorso, evitando deroghe e clausole che possano giustificare ritardi nel raggiungimento degli obiettivi”.