Quali sono le città italiane più inquinate? Il report Mal’Aria 2025 di Legambiente

Scopri la classifica delle città più inquinate d’Italia nel report Mal’Aria 2025 di Legambiente. Informazioni su inquinamento e salute.

5 Marzo 2025, 10:34

Quali sono le città italiane più inquinate? Il report Mal’Aria 2025 di Legambiente

Il rapporto “Mal’Aria di Città 2025” di Legambiente evidenzia una realtà allarmante per la qualità dell’aria nelle città italiane. Nonostante i miglioramenti registrati a livello europeo, l’Italia rimane in ritardo rispetto agli obiettivi fissati. Secondo i dati dell’Agenzia Europea dell’Ambiente (EEA), il 96% della popolazione urbana è ancora esposta a concentrazioni pericolose di particolato fine (PM2.5), mentre le concentrazioni di ozono (O3), biossido di azoto (NO2) e PM10 continuano a superare i limiti consigliati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Questo ritardo incide negativamente sulla salute pubblica e comporta ingenti costi economici per il sistema sanitario nazionale.

Report Mal’Aria 2025: il problema delle polveri sottili (PM10)

Uno dei principali inquinanti monitorati nel 2024 è stato il PM10, il cui limite giornaliero di 50 µg/mc è stato superato in 25 capoluoghi di provincia. La situazione più grave si registra a Frosinone-Scalo con 70 giorni di sforamento, seguita da Milano (68 giorni) e Verona (66 giorni). Anche città come Vicenza, Padova, Venezia e Napoli hanno registrato numerosi superamenti. Sebbene nessuna città abbia oltrepassato la soglia normativa europea annuale di 40 µg/mc, il 97% dei capoluoghi italiani non rispetta il limite di 15 µg/mc raccomandato dall’OMS. Questo evidenzia la necessità di misure urgenti per ridurre le emissioni provenienti dal traffico, dall’industria e dall’agricoltura.

Il biossido di azoto (NO2): un nemico invisibile

Il biossido di azoto (NO2) è un altro inquinante critico, prodotto principalmente dal traffico veicolare e dai processi industriali. Anche se nessuna città italiana ha superato il limite attuale di 40 µg/mc, località come Napoli, Palermo e Milano si avvicinano pericolosamente a questa soglia. Inoltre, ben undici centraline urbane hanno registrato concentrazioni superiori, con Palermo (59 µg/mc) e Napoli (54 µg/mc) tra le peggiori. Dal 2030 entreranno in vigore limiti più restrittivi (20 µg/mc) e il 45% delle città italiane dovrà ridurre le proprie emissioni di almeno il 21% per rientrare nei parametri. Questo rappresenta una sfida significativa per la mobilità sostenibile e la decarbonizzazione urbana.

L’ozono troposferico e gli inquinanti nascosti

L’ozono troposferico (O3) rappresenta un grave pericolo per la salute umana e gli ecosistemi. Esso si forma a seguito di reazioni chimiche tra altri inquinanti ed è particolarmente problematico nei mesi estivi. L’Italia, insieme alla Polonia, ha registrato i più alti livelli di superamento degli obiettivi a lungo termine per la protezione della salute. Inoltre, il metano (CH4), pur non essendo considerato direttamente tossico, contribuisce in modo significativo alla formazione di ozono e al cambiamento climatico. Le emissioni di metano derivano soprattutto dal settore agricolo e dagli allevamenti intensivi, che necessitano di regolamentazioni più stringenti per limitare l’impatto ambientale.

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L’allarme per il 2030 e la campagna Città2030

Il 2030 si avvicina rapidamente e le città italiane sono ancora impreparate a rispettare i nuovi limiti europei sulla qualità dell’aria. Secondo il rapporto “Mal’Aria di Città 2025”, il 71% delle città sarebbe fuorilegge per il PM10 e il 45% per il NO2. Per sensibilizzare amministratori e cittadini sull’urgenza del problema, Legambiente ha lanciato la campagna itinerante Città2030, che attraverserà 20 città italiane fino al 18 marzo, per promuovere soluzioni sostenibili in ambito di mobilità, riscaldamento e agricoltura.

Le proposte per un’aria più pulita

Per contrastare l’inquinamento atmosferico, Legambiente propone una serie di misure urgenti. Tra queste, il potenziamento del trasporto pubblico e la progressiva eliminazione dei veicoli più inquinanti nei centri urbani, l’implementazione di politiche per la mobilità leggera (biciclette, monopattini, percorsi pedonali), la riduzione degli allevamenti intensivi e delle emissioni di metano, e la transizione verso sistemi di riscaldamento domestico a emissioni zero. L’obiettivo è rendere le città più vivibili e ridurre l’impatto dell’inquinamento sulla salute pubblica. Il tempo per agire è ora: le politiche ambientali non possono più essere rimandate.