Normative ambientali: come trovare l’equilibrio tra sviluppo e tutela dell’ambiente?

La transizione ecologica sta avvenendo e la conseguenza diretta riguarda la rottura degli equilibri, tutti da ricostruire per cercare di adattarsi al cambiamento tra sviluppo e ambiente.

12 Settembre 2023, 07:07

Normative ambientali: come trovare l’equilibrio tra sviluppo e tutela dell’ambiente?

Combattere la crisi climatica è ormai la priorità di tutti coloro che hanno realizzato e sono coscienti di quanto poco tempo ci sia rimasto per correre ai ripari, quanto meno per non peggiorare la situazione. La sostenibilità ambientale è una questione di mentalità, di cultura, di abitudine, di quotidianità che va ad incidere sull’esercizio dei nostri diritti ma soprattutto sui nostri doveri.  

Sviluppo e tutela ambientale: due mondi non ancora in sintonia 

Non sono ancora in sintonia i progetti focalizzati sullo sviluppo e quelli che, invece, tutelano l’ambiente. A sottolinearlo sono le diverse sentenze dei Tribunali Amministrativi Regionali, i rimproveri da parte dell’Unione Europea, i nostri giornali che sottolineano ancora le (poche) realtà virtuose del mondo imprenditoriale italiano. Vanno, dunque, ripensati i modelli di consumo e produzione per evitare che “transizione ecologica” rimanga un’espressione priva del suo significato più intimo e veritiero. I modelli di consumo, di certo, si riferiscono alle scelte delle persone e alle loro priorità; quelli di produzione, invece, richiamano il mondo industriale, proprio quello che deve coniugare i processi produttivi più efficienti e circolari alla tutela dell’ambiente.  

L’obiettivo, dunque, è far convivere insieme: lo sviluppo economico, il miglioramento della qualità della vita e la tutela dell’ambiente. Risulta essere un compito arduo, anche alla luce del fatto che combattere la crisi climatica potrebbe comportare l’aumento delle disuguaglianze tra la popolazione.  

Il costo dell’ambiente e la realtà italiana 

L’Italia si presenta come un Paese dove oltre il 70 per cento del fatturato industriale proviene da grandi PMI. In questo tipo di attività, i costi superano decisamente le opportunità. Ciò risulta ancora più evidente dalla progressiva convergenza del mercato europeo, dove prevale una logica ambientale restrittiva (caratteristica del Nord Europa). Come tutti i fattori di costo legati alla necessità di rispettare un quadro prescrittivo, anche i fattori ambientali giocano un ruolo importante a seconda della razionalità delle norme.  

Sull’efficacia della struttura legislativa e del sistema di controllo incidono anche le condizioni fisiche e chimiche dell’esistenza. Queste risultano essere interesse soggettivo dell’uomo; interesse espresso rispetto agli interessi degli altri. L’ambiente non è facile da definire perché non è una cosa ma un insieme di cose. Da un punto di vista giuridico, è facile comprendere che, poiché l’umanità è fatta di diversità, la diversità crea la necessità di un giudizio legale. Pertanto, il diritto ambientale non garantisce la tutela dell’ambiente, ma la sua esistenza negli esseri umani di interessi soggettivi all’ambiente. 

Tra l’altro, gli studi scientifici sono sempre più orientati ad avvisarci riguardo il fatto che la possibilità che il Pianeta sostenga con le sue risorse e il suo ambiente la crescita demografica ed economica dell’umanità è ormai dubbia. Pertanto, l’intreccio tra ambiente ed economia, natura e ambiente antropizzato (che comprende, tra l’altro, il patrimonio artistico e culturale accumulato dalla nostra specie nel corso dei millenni) si traduce nella necessità di proteggere questa complessità con una migliore pianificazione delle attività umane, ma anche attraverso un’adeguata legislazione globale e regionale e un’azione governativa. 

In questa sede, dunque, diventa fondamentale verificare se almeno le ultime pronunce confermano che il trend vada in questa direzione.   

 

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Le ultime pronunce a favore della tutela ambientale

Tra le ultime pronunce va certamente considerata quella che ridefinisce la potestà legislativa in materia ambientale e l’ultima pronuncia del TAR Lazio che ne sottolinea l’importanza.  

In particolare, facciamo riferimento ad una pronuncia da parte della Corte Costituzionale, la sentenza n. 189/2021, che dichiarava incostituzionale una norma regionale che delegava ai comuni la funzione amministrativa sulla base della norma prevista dal Codice dell’ambiente che assegna ai comuni il potere di autorizzare l’attività di autodemolizione, degli impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti in particolare. Insomma, la potestà legislativa esclusiva sancita dall’art. 117 Cost., II c. è stata caducata dalla stessa Corte Costituzionale. La sentenza in questione, dunque, ridefinisce l’ambito dei procedimenti amministrativi ambientali in un contesto in cui le competenze dovrebbero essere allocate al soggetto pubblico immediatamente prossimo al cittadino e all’imprenditore, in luogo di quello regionale che, viceversa, potrebbe disattendere gli aspetti ambientali intangibili della comunità locale. 

Un’altra riflessione si potrebbe fare con riguardo all’importanza della tutela dell’ecosistema come protezione per le generazioni future e potrebbe essere suscitata dalle recenti sentenze che invocano le “generazioni future” e sul cui valore va intavolata una discussione, partendo proprio da chi si è posto il problema e ha risposto: una pronuncia che giunge dalle Filippine e dal lontano 1993.  

Il diritto delle generazioni future

A distanza di 20 anni, dunque, è attualissimo chiedersi se il diritto delle generazioni future in tema ambientale possa farsi valere in sede processuale oggi. Una questione etica, certo, ma anche giuridica proprio in virtù del fatto che spesso in diritto vanno assolutamente considerate le situazioni giuridiche attive, come ad esempio quelle dei nascituri.  

Quando la comunità ha l’obiettivo principale di preservare un diritto fondamentalmente danneggiato, senza dubbio interviene. E questo è, ad esempio, cosa farebbe l’Italia. Le Filippine, invece, hanno stabilito che la generazione più giovane di oggi ha il potere di intraprendere azioni legali per proteggere i propri diritti e quelli delle generazioni future. Su una sola questione non vi sono dubbi: la validità dei diritti delle generazioni future come metro di giudizio. Sia che vi sia una Costituzione a preservare i diritti, sia che ci siano delle resistenze che comunque confluiscano in un ragionamento accettabile, quello che sta emergendo è la legittimità dei diritti delle future generazioni. I tribunali hanno già iniziato a utilizzarlo più volte questo metro di giudizio soprattutto se la normativa in materia o, meglio, una disposizione costituzionale lo richiede. 

Altre questioni come la gestione dei rifiuti, i reati ambientali, la responsabilità degli enti, la compatibilità paesaggistica, l’inquinamento idrico, la violazione dei piani regolatori hanno interessato le pronunce e quasi tutte si sono mosse in ordine di tutela dell’ambiente, ma non è stata compiuta ancora l’azione collettiva di preservare in toto e in ogni modo possibile il nostro ecosistema. La strada è lunga e i punti di equilibrio precari, tuttavia non vi è alternativa.