Nuova direttiva UE su qualità dell’aria: inaspriti ancora i limiti degli inquinanti atmosferici. Sinkevičius: “Ridurre le morti premature” 

Il Parlamento Ue approva l’abbassamento dei limiti degli inquinanti atmosferici secondo quanto proposto nella nuova direttiva sulla qualità dell’aria

14 Settembre 2023, 10:55

Nuova direttiva UE su qualità dell’aria: inaspriti ancora i limiti degli inquinanti atmosferici. Sinkevičius: “Ridurre le morti premature” 

Approvata la nuova direttiva UE sulla qualità dell’aria. Con 363 voti a favore, 226 contro e 46 astensioni il Parlamento europeo, mercoledì 13 settembre 2023, ha dato la sua approvazione ai limiti più stringenti sulla qualità dell’aria proposti nella nuova direttiva, posticipando però l’adozione dei valori limite più vicini a quelli raccomandati dall’OMS di cinque anni, quindi al 2035. Dopo l’ok dell’Eurocamera, ora si passa al negoziato con il Consiglio per l’accordo finale. 

Un risultato che, viste le forti opposizioni già precedentemente espresse da più parti dell’europarlamento ma non solo, è stato accolto con favore da coloro che auspicano una migliore qualità dell’aria. Se da un lato infatti scienziati e dottori che hanno più volte ribadito il loro sostegno alla nuova direttiva, sollecitando anzi ulteriori azioni per ridurre più significativamente l’inquinamento atmosferico, dall’altro è ancora forte l’opposizione dei gruppi di destra, in Europa come in Italia, che temono danni all’industria e ritengono il raggiungimento dei limiti entro le scadenze suggerite un obiettivo troppo ambizioso. 

“Ogni anno quasi 300 mila europei muoiono prematuramente a causa dell’inquinamento atmosferico”, ha ricordato a Strasburgo il commissario Ue per l’Ambiente Virginijus Sinkevičius. Secondo questo, sulla base della valutazione d’impatto condotta dalla Commissione europea, “i nuovi standard permetterebbero di ridurre le morti premature dovute all’inquinamento dell’aria di almeno il 70 per cento nei prossimi 10 anni”, mentre gli obiettivi provvisori sono raggiungibili “per il 94% delle stazioni di monitoraggio dell’Ue, con benefici almeno sette volte superiori ai costi”. 

Cosa prevede la nuova direttiva UE sulla qualità dell’aria

La nuova norma, che andrà a sostituire ed unificare le direttive attualmente in vigore (2008/50/CE e 2004/107/CE), propone limiti più stringenti per gli inquinanti atmosferici al fine di avvicinare i valori consentiti a quelli raccomandati dall’OMS nelle sue ultime Linee guida pubblicate a settembre 2021. Accanto a questi, la proposta aggiorna e migliora inoltre le disposizioni anche in materia di valutazione della qualità dell’aria, di informazione della popolazione e in relazione alle sanzioni nei casi di inottemperanza degli obblighi. 

I nuovi limiti degli inquinamenti 

Tra i cambiamenti principali sui limiti degli inquinanti consentiti, con la nuova direttiva si passerebbe: per il PM10 da una media annua di 40 µg/m3 a 20 (OMS suggerisce 15); per il PM2,5 da 25µg/m3 consentiti attualmente si scenderebbe a 10 µg/m3 (OMS suggerisce 5) e per il biossido di azoto da 40 µg/m3 a 20 (OMS dice 10). 

Più punti di campionamento dell’aria

Nel testo, la Commissione Ambiente del Parlamento europeo (ENVI) ribadisce la necessità di aumentare il numero di punti di rilevazione della qualità dell’aria, in particolar modo nelle località in cui è probabile che si verifichino elevate concentrazioni di particelle ultrafini (UFP), black carbon, mercurio e ammoniaca (NH3), suggerendo un punto di campionamento ogni milione di abitanti e nelle aree urbane almeno un supersito di monitoraggio ogni due milioni di abitanti, rappresentativo dell’esposizione della popolazione urbana generale. 

Più informazione dei cittadini 

In particolare, per sostanze quali biossido di zolfo, biossido di azoto, particolato (PM10 e PM2,5) e ozono, la nuova direttiva propone di armonizzare le informazioni disponibili alla popolazione al fine di permetterle di proteggersi durante gli alti livelli di inquinamento atmosferico. Per fare ciò, gli indici di qualità dell’aria, attualmente frammentati in tutta l’Ue e non sempre comprensibili ai cittadini, devono essere resi chiari e disponibili, oltre comparabili. Inoltre, gli europarlamentari sottolineano la necessità di diffondere migliori informazioni in relazione a sintomi associati ai picchi di inquinamento atmosferico e sui rischi per la salute associati a ciascun inquinante, comprese informazioni specifiche per i gruppi più vulnerabili. 

Piani e programmazione per la qualità dell’aria 

È contenuta nella nuova direttiva sottoposta di recente al vaglio del Parlamento europeo anche la proposta di far creare agli Stati membri tabelle di marcia per migliorare la qualità dell’aria a breve e lungo termine, oltre a misure da applicare in caso di superamento dei valori limite.  

 

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Opposizioni e proroghe

In questo contesto, per venire incontro alle istanze mosse da coloro che si oppongono alla nuova direttiva –  nel caso italiano i governatori delle regioni della Pianura Padana in primis – la proposta prevede “la possibilità di rinviare il raggiungimento delle scadenze in determinate situazioni specifiche”, ha rassicurato Sinkevičius. 

Così, dove sussistono “eccezionali e inevitabili caratteristiche di dispersione specifiche del sito, delle condizioni dei confini orografici o dell’apporto di inquinanti transfrontalieri” allo Stato membro sarà possibile prorogare, di cinque anni e solo una volta e solo per la zona in questione, il raggiungimento del termine stabilito. 

Una soluzione non sufficiente secondo la destra italiana all’Eurocamera comunque, che già in Envi si era opposta in blocco alla normativa ripetendo il voto compatto in sessione plenaria. Tra questi, la Lega suggerisce ad esempio che “la proposta (della nuova direttiva UE sulla qualità dell’aria ndr) contiene numerose criticità, in primis ridurre i valori limite degli inquinanti e introdurne nuovi” e che non vengono tenute in considerazione le specificità di ogni Stato membro e di alcune particolari regioni. “Questa proposta è irrealizzabile e comporterebbe gravi implicazioni economiche e sociali su vasti territori del Paese”, ha dichiarato in una nota stampa l’eurodeputata leghista Gianna Gancia.