Oms: monitoraggio della qualità dell’aria è essenziale. SIMA: “Ora ricalibrare le stazioni di monitoraggio”
Il monitoraggio dei livelli di inquinamento atmosferico è fondamentale per l’adozione e l’attuazione delle linee guida globali sulla qualità dell’aria dell’Organizzazione mondiale della sanità. Questo è quanto emerso da un nuovo report dell’Oms che riassume i metodi di monitoraggio della qualità dell’aria per stimare l’esposizione all’inquinamento atmosferico.
19 Ottobre 2023, 10:26
Sommario
Il monitoraggio dei livelli di inquinamento atmosferico è fondamentale per l’adozione e l’attuazione delle linee guida globali sulla qualità dell’aria dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Questo è quanto emerso da un nuovo report dell’Oms che riassume i metodi di monitoraggio della qualità dell’aria per stimare l’esposizione all’inquinamento atmosferico. “L’inquinamento atmosferico è un grave problema di salute pubblica e ambientale che rappresenta una grave minaccia per il benessere delle persone e per il nostro ambiente”, afferma Maria Neira, direttrice del Dipartimento dell’Ambiente, dei cambiamenti climatici e della salute dell’Oms.
“La valutazione dell’impatto sulla salute dell’inquinamento atmosferico e gli interventi correlati rappresentano la base per affrontare l’inquinamento atmosferico in modo efficiente, serio e sostenibile. Questo nuovo rapporto – continua – è fondamentale per aiutare i paesi a ottenere dati locali e misurare l’esposizione all’inquinamento atmosferico per proteggere le persone dagli impatti negativi dell’aria sporca”.
I dati sono fondamentali per affrontare l’inquinamento atmosferico a livello globale
Ogni anno, 7 milioni di persone muoiono prematuramente a causa dell’esposizione all’inquinamento atmosferico. Alla base di questo dato sulla mortalità c’è la stima globale dell’esposizione all’inquinamento atmosferico ambientale. Questo indicatore è ottenuto da un modello globale, il modello di integrazione dei dati per la qualità dell’aria (DIMAQ), la cui accuratezza si basa sulla disponibilità di monitor di riferimento locali, che sono una parte fondamentale di un programma completo di gestione della qualità dell’aria. Oltre alla loro accuratezza, i monitor di riferimento consentono il monitoraggio delle esposizioni all’inquinamento atmosferico a lungo termine che sono fondamentali per gli studi sanitari e la valutazione di interventi o politiche settoriali. Sono inoltre cruciali per la valutazione obiettiva del rispetto degli standard. Idealmente, ogni paese dovrebbe avere accesso ad almeno un monitor di riferimento, che aprirebbe la porta a molti altri metodi di misurazione della qualità dell’aria.
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Una combinazione di approcci per affrontare i problemi di qualità d’aria
Sebbene sia importante iniziare da qualche parte, i paesi dovrebbero bilanciare le loro priorità nazionali con le risorse disponibili e utilizzare una combinazione di approcci per affrontare al meglio i problemi di qualità dell’aria. Fondamentale per il successo di qualsiasi programma di gestione della qualità dell’aria è la consapevolezza dei vantaggi e degli svantaggi di ciascun approccio: costi, complessità tecnica, risultati e il riconoscimento che, per essere utili, alcuni metodi richiedono la presenza di altri metodi di misurazione. Sintetizzando le conoscenze degli esperti globali del Global Air Pollution and Health Technical Advisory Group, il nuovo report presenta un confronto tra i punti di forza e di debolezza dei singoli approcci di misurazione e modellazione. Inoltre, la pubblicazione mette in evidenza metodi emergenti come l’apprendimento automatico e i metodi di fusione dei dati geostatistici, che combinano misurazioni della qualità dell’aria e modelli di simulazione in un modello statistico. I metodi evidenziati possono essere utilizzati a livello locale, provinciale e nazionale per monitorare molteplici inquinanti atmosferici e tenere traccia dei progressi derivanti dalle politiche di riduzione dell’inquinamento atmosferico.
Il rapporto è accessibile a un vasto pubblico
I decisori politici e i funzionari governativi possono utilizzare il report dell’Oms per valutare i livelli di base della qualità dell’aria del proprio paese e per sviluppare piani per il monitoraggio della qualità dell’aria e la gestione dei dati. Le autorità nazionali e locali responsabili della tutela della salute pubblica possono sfruttarne il contenuto nella lotta contro gli effetti negativi dell’inquinamento atmosferico. Inoltre, i paesi a basso e medio reddito possono trovare metodi per valutare l’esposizione della popolazione all’inquinamento atmosferico che si adattano meglio alle condizioni sociali, economiche e ambientali del proprio paese. Tuttavia, nessun singolo metodo di monitoraggio può affrontare l’intero problema della qualità dell’aria di un paese, e le nazioni potrebbero voler utilizzare una combinazione di misurazioni e metodi di modellazione per affrontare i problemi locali di qualità dell’aria bilanciando al tempo stesso le priorità nazionali e la disponibilità delle risorse. In definitiva, sono necessari più metodi per ottenere una base di conoscenze e capacità complete sulla gestione della qualità dell’aria. I paesi vengono incoraggiati dall’Oms a utilizzare tutti questi approcci necessari, in base alle loro circostanze e capacità.
Il commento dell’esperto SIMA
La società italiana di medicina ambientale SIMA, attraverso il suo presidente prof. Alessandro Miani, plaude alla pubblicazione del Report OMS sui metodi di monitoraggio della qualità dell’aria per identificare i rischi prodotti dall’inquinamento atmosferico sulla salute umana e concorda con la Direttrice del Dipartimento Ambiente e Salute di Ginevra Maria Neira sull’importanza di una condivisione dei dati a livello europeo ed internazionale.
“Tuttavia – precisa Miani – è quanto mai necessario ricalibrare l’attuale collocazione delle stazioni di monitoraggio e la tipologia di inquinanti da essi registrati sulla base delle sorgenti d’inquinanti presenti a livello locale, sia industriale che da riscaldamenti domestici e traffico veicolare . Molte di queste stazioni di monitoraggio dovrebbero essere ricalibrate per aggiungere al PM2.5 anche il biossido di azoto e il PM10, mentre in alcuni casi sarebbe opportuno rilevare i livelli di diossine e furani, metalli pesanti (inclusi il mercurio e l’arsenico) ed idrocarburi policiclici aromatici. Ma soprattutto, conclude il presidente SIMA , quel che è fondamentale è dare una lettura sanitaria dei dati ambientali, dal momento che i parametri di sicurezza sanitaria fissati dalla stessa OMS differiscono per molte tipologie di inquinanti dalle soglie fissate per legge”.