Quanto inquinano le sigarette: i pericoli per salute e ambiente

Le sigarette non fanno male soltanto a chi fuma e a chi gli sta vicino, ma sono anche una fonte significativa di inquinamento ambientale. Vediamo perché

30 Gennaio 2024, 09:58

Quanto inquinano le sigarette: i pericoli per salute e ambiente

Le sigarette non fanno male soltanto a chi fuma e a chi gli sta vicino, ma sono anche una fonte significativa di inquinamento ambientale. L’inquinamento associato alle sigarette coinvolge infatti diversi aspetti:

Inquinamento dell’aria. Il fumo delle sigarette contiene oltre 7.000 sostanze chimiche, di cui almeno 250 sono considerate dannose, e più di 60 sono note cancerogene. Quando le sigarette vengono fumate, queste sostanze vengono rilasciate nell’aria e contribuiscono all’inquinamento atmosferico.

Inquinamento del suolo. I mozziconi di sigaretta, costituiti da materiali plastici e tossici, rappresentano una fonte di inquinamento del suolo. Molti fumatori gettano i mozziconi per strada o nei bidoni dell’immondizia, e questi possono finire nelle acque superficiali causando danni ambientali.

Inquinamento dell’acqua. I mozziconi di sigaretta contengono sostanze chimiche dannose come nicotina e metalli pesanti che possono inquinare le acque superficiali se vengono gettati nei sistemi di drenaggio o nelle vie fluviali.

Impatto sulla biodiversità. Gli agenti chimici presenti nelle sigarette possono influenzare la biodiversità in vari modi. Ad esempio, i residui di sigarette possono avvelenare piccoli organismi acquatici e causare danni agli ecosistemi.

Impatto sanitario. L’uso del tabacco è associato a numerosi problemi di salute, inclusi vari tipi di cancro, malattie polmonari e cardiovascolari. Queste malattie possono influenzare anche il sistema sanitario e l’economia.

Mozziconi e filtri

I mozziconi di sigaretta gettati irresponsabilmente, oltre a danneggiare il suolo e i mari, contribuiscono all’inquinamento ambientale. La Direttiva UE 2019/904, recepita in Italia dalla Legge n. 53 del 22 aprile 2021, mira a contrastare questo fenomeno, vietando l’uso di molti prodotti di plastica monouso, compresi i filtri di sigarette. Questi filtri, fatti di diacetato di cellulosa, sono tra i rifiuti più comuni sulle spiagge e possono impiegare più di dieci anni per decomporsi. Oltre alla plastica, i mozziconi contengono nicotina, metalli pesanti e altre sostanze chimiche dannose per l’ambiente. Anche le sigarette elettroniche e i dispositivi di tabacco riscaldato contribuiscono all’inquinamento, poiché i loro materiali non sono biodegradabili e le cartucce non sono riciclabili. Inoltre, la coltivazione del tabacco e il fumo di sigaretta generano emissioni dannose per l’ambiente e contribuiscono alla deforestazione.

 

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Il fumo di sigaretta e la coltivazione del tabacco non solo contribuiscono all’inquinamento attraverso i rifiuti generati, come mozziconi e pacchetti, ma anche tramite l’emissione di sostanze dannose nell’atmosfera. Queste includono anidride carbonica, metano e biossido di azoto, che contaminano sia gli ambienti interni che esterni. Inoltre, i residui del fumo di tabacco si depositano sulle superfici, rappresentando un rischio soprattutto per bambini e animali domestici. Le emissioni complessive dei prodotti del tabacco sono stimate essere pari a tre milioni di voli transatlantici. La deforestazione causata dalle piantagioni di tabacco, che occupano circa 200.000 ettari nel mondo, ha gravi conseguenze ambientali, come la perdita di biodiversità, l’erosione del suolo e l’inquinamento delle acque, oltre all’aumento della CO2 nell’atmosfera. Per produrre 300 sigarette (equivalenti a 15 pacchetti), viene consumato un intero albero durante il processo di essiccazione delle foglie di tabacco. Inoltre, la coltivazione del tabacco richiede l’uso di sostanze chimiche, come pesticidi e fertilizzanti, che possono contaminare le risorse idriche.

Il consumo di risorse

La coltivazione e l’uso del tabacco hanno gravi conseguenze sull’ambiente. Ogni anno, la produzione di tabacco richiede la deforestazione di 3,5 milioni di ettari di terreno, compromettendo la fertilità del suolo e la disponibilità di risorse idriche. Questo impatto è particolarmente grave nei Paesi in via di sviluppo, dove si concentra la maggior parte della produzione di tabacco, mettendo a dura prova già scarse risorse e ecosistemi fragili.

Le ripercussioni della produzione di tabacco colpiscono principalmente i Paesi meno sviluppati, mentre i profitti vanno principalmente alle multinazionali con sede nei Paesi ad alto reddito, alimentando disuguaglianze sociali ed economiche. Sebbene molti agricoltori nei Paesi a basso e medio reddito vedano nel tabacco una fonte di reddito, i benefici a breve termine sono spesso cancellati dagli effetti negativi a lungo termine, tra cui insicurezza alimentare, debiti, malattie e povertà.

L’industria del tabacco è anche una delle principali fonti di emissioni di anidride carbonica. Nonostante gli sforzi delle multinazionali per presentarsi come eco-sostenibili, la produzione e il consumo di tabacco generano una vasta gamma di inquinanti, con ogni sigaretta che contiene oltre 600 ingredienti che rilasciano migliaia di sostanze chimiche dannose quando bruciano.

Fumo e inquinamento: i punti in comune

La combustione della sigaretta produce sostanze simili a quelle presenti in luoghi ad alta concentrazione di inquinanti. La differenza sta nella concentrazione di queste sostanze, che risulta molto più elevata per i fumatori.

Tra le sostanze comuni ai due fenomeni, troviamo il monossido di carbonio, che è pericoloso perché inodore, incolore e insapore, ma altamente tossico. Nei fumatori, questo gas può influire negativamente sull’ossigenazione del sangue, causando danni alla pelle, ai capelli e al sistema circolatorio, oltre a causare affaticamento e limitare le prestazioni fisiche.

Le polveri sottili sono un’altra sostanza condivisa. Classificate in base alla dimensione delle particelle, queste polveri possono avere effetti dannosi sulla salute respiratoria e generale degli individui esposti.