I rifiuti urbani in Spagna: l’Europa sollecita a migliorare il trattamento

Rifiuti urbani: perché la Spagna deve migliorarne il trattamento? La procedura d’infrazione e la situazione attuale in Spagna: le criticità della legge spagnola e i dati dei report europei.

10 Aprile 2024, 09:19

I rifiuti urbani in Spagna: l’Europa sollecita a migliorare il trattamento

Anche la Spagna non è stata esente dai “rimproveri” della Commissione Europea. La stessa ha, infatti, deciso di avviare una procedura di infrazione (INFR(2024)2013) per la non corretta applicazione della direttiva relativa ai rifiuti urbani.

Migliorare il trattamento dei rifiuti e attuare quanto asserito anche nella direttiva sulle discariche dei rifiuti è l’appunto che l’Europa muove al Paese spagnolo.

Il Green Deal Europeo e l’obiettivo inquinamento zero, continuano ad essere gli obiettivi principali dell’azione congiunta di tutti i Paesi Europei che adottano misure salva-vita per il Pianeta Terra e per gli uomini.

Per la Spagna, il problema sembra essere la direttiva 1999/31/CE e quella 2008/98/CE. Quest’ultima, in particolare fissa per le discariche norme volte a prevenire ripercussioni negative per la salute umana, l’acqua, il suolo e l’atmosfera.

Perché la Spagna è al centro di una procedura d’infrazione per i rifiuti urbani?

In realtà, la decisione della Commissione Europea non è stata repentina, ma è arrivata molti anni dopo una sentenza della Corte di Giustizia che regolava esattamente il trattamento dei rifiuti, servendo la soluzione a tutti quei Paesi europei come la Spagna che hanno trovato difficoltà. Infatti, nella sentenza del 15 ottobre 2014, la Corte di giustizia dell’UE ha stabilito che, prima di essere collocati a discarica, i rifiuti devono essere trattati nel modo più adeguato al fine di ridurre il più possibile gli impatti negativi sull’ambiente e sulla salute umana. I dati più recenti dimostrano tuttavia che il 12,7% dei rifiuti urbani raccolti in Spagna non è stato sottoposto al trattamento necessario prima di essere collocato a discarica. Inoltre – si legge nella motivazione europea – la Spagna non ha istituito una rete integrata e adeguata di impianti di gestione dei rifiuti urbani non differenziati estesa a tutte le discariche di tutto il territorio. La Commissione pertanto, ha inviato una lettera di costituzione in mora alla Spagna, che dispone ora di 2 mesi per rispondere e rimediare alle carenze segnalate, trascorsi i quali, in assenza di una risposta soddisfacente, la Commissione potrà decidere di inviare un parere motivato.

In Spagna molte discariche e poco riciclo: gli ultimi dati

Secondo l’ultimo rapporto di Rethinking e Greenpeace, relativo al 2023, sui rifiuti da imballaggi domestici, il tasso di raccolta dell’84,4%, dichiarato dai Sistemi di responsabilità estesa del produttore per gli imballaggi in Spagna non corrisponde al tasso reale che si attesta invece al 37,3%. Si tratta di tassi di riciclaggio effettivamente troppo bassi rispetto a quelli ufficiali che sottolineano l’ambiguità della legge spagnola sul punto.

Sempre dati di greenpeace Spagna dichiarano che la produzione di imballaggi domestici in Spagna nel 2022 ammontava a 5,1 milioni di tonnellate, ovvero il 47,23% in più rispetto agli imballaggi dichiarati da Ecoembes ed Ecovidrio (3,4 milioni di tonnellate). La maggiore discordanza tra i dati delle due fonti si riscontra negli imballaggi in plastica. Nel 2022 sono stati raccolti in modo differenziato solo due milioni di tonnellate di imballaggi domestici, ovvero solo il 39,6% del totale dei rifiuti di imballaggi domestici prodotti e non il 61,9% come si può dedurre dai dati pubblicato da Ecoembes ed Ecovidrio.

Dato che il Regio Decreto 1055/2022 fissa la raccolta differenziata complessiva degli imballaggi al 60% per il periodo transitorio fino al 2025, i risultati di questo studio mostrano che questo obiettivo  – dichiarato come già raggiunto nel 2022– è, un anno dopo, ancora ben lontano dall’essere raggiunto.

Il tutto è ora rafforzato da una presa di posizione da parte della Commissione europea.

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La gestione dei rifiuti: una questione fondamentale per il futuro climatico europeo

In tempi di transizione ecologica, compostare e riciclare sono le due azioni cardine per salvare il Pianeta e assolvere agli obiettivi europei. Dalla direttiva del ’98, anche l’Europa si è evoluta. Una prima revisione del documento si è avuta nel 2008quando è stato definito il quadro giuridico per il trattamento dei rifiuti e sono stati stabiliti dei punti chiave per le normative successive.

In particolare:

  • gerarchia dei rifiuti;
  • concetto di responsabilità estesa del produttore;
  • chiarimenti in merito alla gestione dei rifiuti (da farsi senza creare pericolo o disturbo);
  • obbligo per i paesi di istituire piani per il trattamento dei rifiuti;
  • introduzione degli obiettivi di riciclaggio e recupero;
  • conferma in merito ai soggetti che si devono occupare dei costi di gestione dei rifiuti, ovvero coloro che causano inquinamento.

Nel 2018, la stessa direttiva è stata inserita nel pacchetto misure per l’economia circolare e sono stati posti degli obiettivi a breve termine, traducibili in:

  • entro il 2025 bisognerà arrivare a riciclare al 55% i rifiuti urbani in peso;
  • entro il 1° gennaio 2025 sarà necessario istituire la raccolta differenziata dei materiali tessili e dei rifiuti pericolosi prodotti dai privati;
  • entro il 31 dicembre 2023 sarà necessario garantire che i rifiuti organici siano raccolti separatamente o riciclati alla fonte.

Nel 2023, l’aggiornamento ha portato ad un report sulla situazione attuale, ad un aggiornamento relativo ai metodi e normative sulla spedizione dei rifiuti e al successivo bollettino, in cui si è trovata citata anche la Spagna, il centro della procedura d’infrazione di cui stiamo parlando.

Il report pubblicato pochi giorni fa dalla Commissione Europea parla di 18 Paesi che rischiano di non raggiungere gli obiettivi posti in tema di rifiuti urbani.

Rifiuti urbani, imballaggi, riciclo e “politiche che mantengano e migliorino ulteriormente i livelli di prestazioni”: ecco i suggerimenti da parte della Commissione Europea.

Perché è importante che la Spagne gli altri Paesi UE si conformino alle direttive?

La Commissione Europea insiste sull’attuazione delle direttive sulla gestione dei rifiuti urbani per diversi motivi, tutti necessari alla nostra sopravvivenza e a quella del Pianeta.

  1. In primis, la tutela dell’ambiente: una corretta gestione dei rifiuti urbani contribuisce alla protezione dell’ambiente, alla riduzione dell’inquinamento e al miglioramento della qualità dell’aria, dell’acqua e del suolo.

 

  1. Di pari passo va la salvaguardia della salute pubblica: un’adeguata gestione dei rifiuti urbani riduce il rischio di contaminazione e diffusione di malattie infettive, migliorando la salute pubblica.

 

  1. Inoltre, la corretta gestione dei rifiuti urbani consente il recupero e il riciclo di materiali preziosi, contribuendo alla riduzione dello sfruttamento delle risorse naturali e promuovendo un’economia circolare.

 

  1. gli Stati membri dell’Unione Europea sono obbligati a rispettare le direttive europee sulla gestione dei rifiuti urbani e la Commissione Europea si impegna a garantirne l’attuazione per garantire il rispetto delle normative vigenti.

 

L’attuazione delle direttive sulla gestione dei rifiuti urbani è fondamentale per proteggere l’ambiente, la salute pubblica e promuovere un’economia sostenibile e circolare in Europa. Agire immediatamente è assolutamente necessario per la Spagna, per gli altri 17 Paesi non conformi alle direttive e per tutta la comunità.