La situazione in Toscana tra fenomeni estremi e inquinamento dell’aria 

In Italia, il 2023 vede un preoccupante aumento degli eventi climatici estremi, inclusi allagamenti e ondate di calore. La Toscana è tra le regioni particolarmente colpite, con rischi per la salute pubblica e impatti psicologici. L’inquinamento atmosferico, già critico, persiste nella Regione, con concentrazioni di ozono, PM10 e biossido di azoto che rappresentano sfide significative. 

17 Novembre 2023, 11:15

La situazione in Toscana tra fenomeni estremi e inquinamento dell’aria 

Da gennaio a giugno 2023, secondo i dati dell’Osservatorio Città Clima di Legambiente, l’Italia ha registrato un +135% degli eventi climatici estremi rispetto al 2022, contando nei soli primi cinque mesi 122 fenomeni. Con gli allagamenti da piogge intense considerati la tipologia più frequente, già a giugno 2023 Emilia-Romagna, Sicilia, Piemonte, Lazio, Lombardia e Toscana erano state definite le sei regioni più colpite. 

Le alluvioni devastanti, come quella che ha recentemente colpito la Toscana, non solo causano danni immediati al territorio, ma comportano anche rischi significativi per la salute dei cittadini, nel breve come nel lungo termine. Secondo gli specialisti della Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima) infatti, le conseguenze non sono limitate ai tragici decessi diretti dovuti alla distruzione causata dalle inondazioni, ma si estendono ad impatti indiretti con ripercussioni sulla salute fisica e psicologica della popolazione coinvolta. 

Accanto ai possibili rischi legati all’esposizione a contaminanti presenti nelle oltre 100mila tonnellate di rifiuti che si sono riversati nelle strade insieme all’enorme quantità di fango, e la massiccia presenza di zanzare e insetti legata all’acqua stagnante che incrementa il rischio di trasmissione all’uomo di malattie, altre possibili conseguenze saranno visibili solo nel lungo periodo, fanno sapere gli esperti che sottolineano inoltre l’impatto sul fronte psicologico. “Le alluvioni generano disturbi post-traumatici come ansia, depressione, disturbi psicosociali che possono sfociare in suicidi. Disturbi mentali determinati sia dalla condizione di sfollamento, sia dai danni arrecati alle abitazioni e dalla perdita di beni familiari”, ha spiegato il presidente SIMA, Alessandro Miani. 

Inquinamento atmosferico in Toscana

I rischi per la salute e il malessere psicologico legato alle preoccupazioni per l’ambiente noto come ecoansia, sono tuttavia verosimilmente già presenti tra la popolazione toscana che, come nel Nord del Paese ma non solo, si trova a respirare ormai da anni aria malsana. 

L’inquinamento atmosferico infatti, fenomeno strettamente legato anche all’incremento degli eventi climatici estremi, non è un problema nuovo neanche per la Toscana dove, pur registrando “una situazione complessivamente positiva per il 2022” secondo quanto dichiarato da Arpat, persistono diverse criticità.  

Come si evince anche dal rapporto Ecosistema Urbano 2023 di Legambiente pubblicato di recente, tra i problemi principali della regione resta l’inquinamento dell’aria e in particolar modo le concentrazioni di ozono, di PM10 e biossido di azoto. Nella classifica complessiva relativa alla sostenibilità ambientale e basata sull’esame di 19 indicatori suddivisi in cinque macroaree (ambiente, aria, acqua, mobilità, rifiuti), la prima provincia toscana si trova al 31° posto con Lucca, seguita da Siena e Pisa (36°), Livorno (48°) e Firenze (53°) e infine Pistoia che occupa la 92° posizione su 105. 

Dall’analisi dei dati contenuti nel rapporto relativo al 2022 tuttavia, a Lucca come in molte altre città toscane analizzate emerge un peggioramento dei livelli di inquinamento. 

Il problema delle concentrazioni di ozono nelle città toscane

La prima città classificata a livello regionale, mostra infatti difficoltà nel ridurre gli inquinanti presenti nell’aria. Mentre mantiene stabile la concentrazione media annua di biossido di azoto (pari ad una media annua di 20 ug/mc), peggiora per i giorni di sforamento da ozono (che passano da 13 giorni nel 2021 a 41 nel 2022) e i livelli di PM10, che sale da una concentrazione media annua di 24,5 a 26 ug/mc. 

In relazione all’ozono, peggiora in modo rilevante anche Pisa che vede quasi raddoppiato il numero dei suoi sforamenti (da 7 giorni registrati nel 2021 a 13 nel 2022). In città tuttavia, non migliorano, e anzi peggiorano, le concentrazioni di PM10 e di biossido di azoto. 

Se è già nota la situazione di Prato, inserita nella lista delle 58 province italiane più inquinate a livello comunitario, meno nota è forse la situazione di Firenze, che pure desta preoccupazione perdendo non solo posizioni nella classifica generale (era al 43° posto del report 2022 e al 39° l’anno precedente), ma mostrando un peggioramento della qualità dell’aria.  

 

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Ancora una volta, è l’aumento degli sforamenti dei livelli di ozono a preoccupare in particolar modo: Firenze passa infatti dai 26 giorni di sforamento registrati nel 2021 ai 36 del 2022. Non solo, nella classifica relativa ai livelli di biossido di azoto si posiziona 97esima, registrando un aumento delle concentrazioni rispetto all’anno precedente mentre peggiora anche per il PM10, passando da una concentrazione media annua di 18,5 a 22 ug/mc. 

Non va meglio, e anzi peggiora, anche Livorno: il biossido di azoto con una concentrazione media di 25 ug/mc colloca la città 74 su 105 analizzate, mentre si registrano 38 giorni di sforamento da ozono contro 25 nel 2021. 

Nonostante la probabile insufficiente rilevanza alla luce degli elevati livelli di inquinamento osservati sul territorio, si notano dati positivi nelle città di Arezzo e Grosseto. Nel dettaglio, mentre i livelli di ozono rimangono costanti a Grosseto, si osserva addirittura un miglioramento ad Arezzo, che nel corso del 2022 registra solo 3 giorni di superamento, rispetto ai 23 dell’anno precedente. 

Il legame tra inquinamento atmosferico ed eventi climatici estremi

I fenomeni meteorologici estremi, come ormai ampiamente dimostrato da studi scientifici, sono legati al surriscaldamento globale e aggravati dall’attività dell’uomo e dall’inquinamento atmosferico da questa prodotto. L’aumento delle temperature globali è infatti associato a un aumento della frequenza e dell’intensità di eventi climatici estremi mentre l’inquinamento atmosferico derivante attività antropogeniche, in particolare le emissioni di gas serra prodotte dalla combustione di combustibili fossili, è stato identificato come una delle principali cause del surriscaldamento globale. 

Per contrastare i sempre più violenti eventi climatici è necessario dunque adottare politiche e azioni mirate alla riduzione dell’inquinamento atmosferico, promuovendo fonti di energia sostenibili, migliorando l’efficienza energetica, e incoraggiando comportamenti responsabili a livello individuale e industriale. La lotta all’inquinamento atmosferico costituisce un passo cruciale per mitigare i cambiamenti climatici e preservare la salute del nostro pianeta.