Smog e allergie in aumento: c’è un legame?
C’è una relazione tra inquinamento e allergie? La risposta è sì, secondo diversi studi internazionali. Approfondiamo l’argomento
27 Febbraio 2024, 10:52
Sommario
La correlazione tra smog e allergie è un argomento di grande interesse per la comunità scientifica e medica. L’inquinamento atmosferico, in particolare, può avere un impatto significativo sulla salute umana, compresa la suscettibilità alle allergie. Ecco alcuni dei meccanismi attraverso i quali l’inquinamento può influenzare le allergie.
Infiammazione delle vie respiratorie:
Diverse recenti ricerche sostengono che le particelle inquinanti presenti nell’aria possono infiammare le vie respiratorie. Questo può rendere le persone più suscettibili a reazioni allergiche, in quanto il sistema respiratorio è compromesso e meno in grado di difendersi dalle sostanze allergeniche.
L’influenza delle particelle inquinanti presenti nell’aria sull’infiammazione delle vie respiratorie è un meccanismo chiave nella relazione tra inquinamento atmosferico e allergie. Quando le persone sono esposte a elevate concentrazioni di inquinanti atmosferici come particelle sottili (PM2.5), ozono (O3), biossido di azoto (NO2), e altri composti chimici, le loro vie respiratorie possono subire danni e infiammazioni.
Le particelle inquinanti possono irritare e danneggiare la mucosa delle vie respiratorie, che comprende il naso, la gola, la trachea e i bronchi. Questo danno può compromettere le difese naturali del corpo contro gli allergeni, consentendo loro di penetrare più facilmente nei tessuti e causare reazioni allergiche.
L’infiammazione causata dalle particelle inquinanti può aumentare la permeabilità delle mucose delle vie respiratorie. Ciò significa che sostanze estranee come polline, muffe o altri allergeni possono penetrare più facilmente nei tessuti e scatenare una risposta allergica.
L’infiammazione delle vie respiratorie può poi attivare le cellule immunitarie presenti nei tessuti, come i mastociti e le cellule dendritiche. Queste cellule sono coinvolte nella risposta allergica e possono essere più facilmente attivate in un ambiente infiammato, aumentando così la probabilità di reazioni allergiche.
Le particelle inquinanti possono stimolare la produzione di citochine infiammatorie, sostanze chimiche coinvolte nell’infiammazione e nella regolazione della risposta immunitaria. Queste citochine possono contribuire all’infiammazione delle vie respiratorie e alla sensibilizzazione agli allergeni.
Aumento della sensibilizzazione allergica
L’esposizione a determinati inquinanti atmosferici può favorire la sensibilizzazione allergica, cioè rendere il corpo più reattivo agli allergeni. Ciò significa che le persone possono sviluppare allergie più facilmente o che le loro reazioni allergiche possono essere più intense.
L’aumento della sensibilizzazione allergica è un altro importante meccanismo attraverso il quale l’inquinamento atmosferico può contribuire allo sviluppo e all’aggravamento delle allergie. La sensibilizzazione allergica si verifica quando il sistema immunitario di una persona reagisce in modo eccessivo a sostanze normalmente innocue, come polline, muffe, peli di animali o acari della polvere. Questo processo può essere favorito dall’esposizione a determinati inquinanti atmosferici, con diversi meccanismi che possono contribuire a tale fenomeno.
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Come detto, gli inquinanti atmosferici possono compromettere l’integrità della mucosa delle vie respiratorie, rendendola più permeabile agli allergeni. Ciò significa che gli allergeni possono penetrare più facilmente nei tessuti, entrare in contatto con le cellule del sistema immunitario e innescare una risposta allergica. Alcuni inquinanti atmosferici possono influenzare la regolazione della risposta immunitaria, favorendo una maggiore attivazione delle cellule coinvolte nella sensibilizzazione allergica, come i linfociti T e le cellule dendritiche. Questo può rendere il corpo più reattivo agli allergeni e aumentare il rischio di sviluppare allergie.
Gli inquinanti atmosferici possono contribuire alla produzione di immunoglobulina E (IgE), un tipo di anticorpo coinvolto nelle reazioni allergiche. Livelli elevati di IgE nel sangue possono indicare una sensibilizzazione allergica e predisporre le persone a reazioni allergiche più intense.
Alcuni studi suggeriscono che l’esposizione a inquinanti atmosferici durante lo sviluppo fetale o nei primi anni di vita possa influenzare l’espressione genica attraverso meccanismi epigenetici. Questi cambiamenti epigenetici possono predisporre i soggetti alla sensibilizzazione allergica e aumentare il rischio di sviluppare allergie nel corso della vita.
Inoltre, è importante considerare che l’inquinamento atmosferico può interagire con altri fattori di rischio per le allergie, come la genetica, l’esposizione agli allergeni e lo stile di vita, contribuendo così a una maggiore suscettibilità alle allergie e a reazioni allergiche più gravi.
Modifica della risposta immunitaria
Alcuni inquinanti atmosferici possono influenzare il sistema immunitario, alterando la sua capacità di regolare le risposte allergiche. Ciò può portare a una maggiore incidenza di allergie e a sintomi più gravi. La modifica della risposta immunitaria è dunque un altro, importante meccanismo attraverso il quale l’inquinamento atmosferico può contribuire alla maggiore incidenza di allergie e all’aggravamento dei sintomi. Gli inquinanti atmosferici possono influenzare il sistema immunitario in diversi modi, alterando la sua capacità di regolare le risposte allergiche e predisponendo così le persone a sviluppare allergie e a manifestare sintomi più gravi.
Il sistema immunitario è progettato per distinguere tra sostanze innocue e potenzialmente dannose. Tuttavia, l’esposizione cronica agli inquinanti atmosferici può interferire con questa capacità di tolleranza immunitaria, facendo sì che il sistema immunitario reagisca in modo eccessivo agli allergeni e altre sostanze innocue, contribuendo così allo sviluppo di allergie.
Gli inquinanti atmosferici possono stimolare l’attivazione delle cellule immunitarie coinvolte nelle risposte allergiche, come i mastociti, i linfociti T e le cellule dendritiche. Questo può portare a un’infiammazione cronica delle vie respiratorie e a una maggiore suscettibilità alle allergie.
Alcuni inquinanti atmosferici possono polarizzare il sistema immunitario verso una risposta allergica anziché una risposta protettiva. Ad esempio, possono favorire lo sviluppo di linfociti T helper di tipo 2 (Th2), che promuovono le reazioni allergiche, a scapito dei linfociti T helper di tipo 1 (Th1), che sono coinvolti nella difesa contro le infezioni.
Gli inquinanti atmosferici possono stimolare la produzione di citochine pro-infiammatorie, sostanze chimiche coinvolte nell’infiammazione delle vie respiratorie e nella regolazione della risposta immunitaria. Queste citochine possono favorire la sensibilizzazione allergica e contribuire all’aggravamento dei sintomi allergici.
Inoltre, è importante considerare che l’esposizione agli inquinanti atmosferici può influenzare il sistema immunitario in modo differenziale a seconda dell’età, del sesso, del background genetico e dello stato di salute individuale, con alcuni gruppi di persone che possono essere particolarmente suscettibili agli effetti immunomodulatori degli inquinanti atmosferici.
Aumento dell’esposizione agli allergeni
L’aumento dell’esposizione agli allergeni a causa dell’inquinamento atmosferico è un importante meccanismo che può contribuire allo sviluppo e all’aggravamento delle allergie. Gli inquinanti atmosferici possono influenzare la distribuzione, la concentrazione e la dispersione degli allergeni naturali, come polline, muffe e altri allergeni, con conseguente aumento dell’esposizione delle persone a queste sostanze e al rischio di sviluppare reazioni allergiche.
Gli inquinanti atmosferici, come l’ossido di azoto e il biossido di azoto, possono favorire la crescita di piante allergeniche, come l’ambrosia, che producono grandi quantità di polline altamente allergenico. L’aumento delle concentrazioni di questi inquinanti può promuovere la fioritura e la diffusione di piante allergeniche, aumentando così l’esposizione delle persone al polline.
Gli inquinanti atmosferici possono influenzare i modelli di dispersione del polline nell’aria. Ad esempio, le particelle inquinanti possono alterare la viscosità e la densità dell’aria, influenzando così la capacità del polline di muoversi nell’ambiente. Questo può portare a una maggiore persistenza del polline nell’aria e a una più ampia distribuzione geografica dei grani di polline, aumentando l’esposizione delle persone agli allergeni.
Alcuni inquinanti atmosferici, come l’umidità e le temperature più elevate, possono favorire la crescita di muffe negli ambienti interni ed esterni. Le muffe producono spore altamente allergeniche che possono essere trasportate dall’aria e inalate dalle persone. L’aumento delle concentrazioni di inquinanti atmosferici può quindi contribuire a una maggiore esposizione alle spore di muffa e al rischio di reazioni allergiche.
Gli inquinanti atmosferici possono influenzare il clima e le condizioni meteorologiche, come la temperatura, l’umidità e la frequenza delle precipitazioni. Queste variazioni climatiche possono influenzare la stagionalità della fioritura delle piante allergeniche e la crescita delle muffe, con conseguente prolungamento della stagione allergica e aumento dell’esposizione agli allergeni.