Smog a Novara: polveri sottili in calo, ma non basta
Secondo i dati ARPA cala lo smog a Novara, che nel 2023 registra un calo delle polveri sottili. Ma i livelli restano lontani dai nuovi obiettivi per la qualità dell’aria
22 Marzo 2024, 13:34
Sommario
“A Novara la qualità dell’aria che respiriamo è stabile e in città non si sono registrate variazioni rispetto ai dati del 2022”. A comunicarlo è Arpa Piemonte in occasione della pubblicazione degli ultimi dati ufficiali sulle polveri sottili, relativi al 2023.
Secondo le recenti rilevazioni, rispetto al 2022 i livelli di inquinamento atmosferico in città risultano praticamente invariati, con un “miglioramento qualitativo” legato alla diminuzione della concentrazione delle polveri sottili (PM10 e PM2.5).
Tuttavia, guardando agli altri inquinanti nell’aria, in particolare al biossido di azoto (NO2) e alle nuove soglie limite definite in sede UE, nonché con le linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), anche a Novara emerge la necessità di accelerare la riduzione degli inquinanti.
Novara 2023: PM10 in calo
Buone notizie dunque per i polmoni, ma non solo, dei novaresi. Secondo le «Prime valutazioni sulla qualità dell’aria nel 2023» diffuse da Arpa Piemonte, nel 2023 in città migliorano in modo significativo i livelli di polveri sottili presenti nell’aria. In particolare per il PM10, si osserva un calo delle concentrazioni medie giornaliere, che porta la città a ridurre i giorni di sforamento per questo inquinante.
Contro i 27 giorni registrati nel 2022, e i 34 del 2021, lo scorso anno la centralina di Novara ha superato il limite attualmente previsto di 50 microgrammi al metro cubo di media giornaliera solo in 19 giorni. Un progresso importante se si considera che fino a pochi anni fa Novara superava anche 70 giorni di sforamento e soprattutto se si guarda ai nuovi obiettivi che la città, come il resto d’Italia, deve perseguire secondo quanto stabilito dalla nuova Direttiva UE.
La normativa sulla qualità dell’aria su cui di recente le istituzioni europee hanno raggiunto un accordo, infatti, riduce i giorni di sforamento consentiti per il PM10 da 35 a 18. Non solo, la nuova normativa per questo inquinante prevede la soglia massima giornaliera da non superare ribassata a 45 mg/mc e riduce in modo più significativo la soglia di sicurezza su base annua. Secondo i nuovi obiettivi UE, entro il 2030 le concentrazioni medie annuali di PM10 non devono superare i 20 mg/mc, contro i 40 mg/mc consentiti attualmente.
Anche rispetto a questo parametro Novara mostra un miglioramento. Secondo l’ultimo “Mal’Aria di città 2024” Novara nel 2023 scende da 30 mg/mc di PM10 a 23 mg/mc di media annua.
Complessivamente per il PM10, la città appare dunque entro gli attuali limiti di legge e di poco oltre le nuove soglie europee. Tuttavia, le attuali concentrazioni si confermano lontane dalle più stringenti linee guida OMS, che prevedono un massimo di 3 giorni di sforamento all’anno e una media annua non superiore a 15 mg/mc.
Particolato fine PM2.5
Scende, sebbene in modo meno marcato e non sufficientemente per raggiungere i nuovi obiettivi UE ed OMS, anche il particolato fine PM2.5.
Secondo l’ultimo rapporto annuale di Legambiente “Mal’Aria di città 2024” (relativo al 2023) Novara registra 15 mg/mc di media annua per questo inquinante, mentre erano 19 mg/mc nel 2022.
Anche in questo caso, le concentrazioni risultano entro i limiti attuali, pari a 25 mg/mc, ma oltre i 10 mg/mc previsti dalla Direttiva UE per il 2030 e i 5 mg/mc indicati dall’OMS.
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Biossido di azoto
Va male, anzi peggio, per quanto riguarda invece l’inquinamento dell’aria da biossido di azoto. Novara, infatti, secondo i dati contenuti nell’ultimo rapporto di Legambiente risulta la seconda città per concentrazioni di NO2 in regione. Nel 2023 con 26 mg/mc di media annua la città si posiziona solo dietro Torino, che segna 34 mg/mc.
Tali concentrazioni di biossido di azoto, appaiono pressoché uguali a quelle registrate nell’anno procedente, e anzi, leggermente in aumento. Secondo quanto si legge in Mal’Aria 2023, Novara nel 2022 riporta una media annua di NO2 pari a 25 mg/mc.
Per questo inquinante, l’attuale normativa permette un massimo di 40 mg/mc di concentrazione media annuale, mentre la nuova Direttiva UE la dimezza a 20 mg/mc, con l’obiettivo di aiutare le città nel raggiungimento della soglia OMS di 10 mg/mc.
Per rientrare nei nuovi limiti UE, Novara dovrà ridurre il biossido nell’aria di circa il 22% entro il 2030. Un obiettivo che risulta non semplice se si considera che secondo la media di Legambiente la città mostra una riduzione media annua del -3% (Mal’Aria di città 2023).
Miglioramento “senza precedenti”
I dati 2023 e le prime rilevazioni 2024 relative all’inquinamento in Piemonte sono stati accolti con grande entusiasmo da istituzioni locali e regionali. Tuttavia, associazioni ambientaliste, come anche esperti e cittadini esortano ad accelerare il processo di riduzione e implementare strategie più incisive per raggiungere i nuovi obiettivi dell’Agenda 2030.
“Tutti i capoluoghi di provincia – ha dichiarato il Direttore Generale di Arpa Piemonte Secondo Barbero – rientrano nei parametri previsti dai limiti di legge, 35 giornate di sforamento all’anno, tranne Torino, che pur mostra un importante miglioramento. Su 32 centraline di rilevamento presenti sul territorio piemontese, nel 2021, le centraline che avevano superato i 35 giorni di sforamento delle polveri sottili nell’aria erano state 13; nel 2022, 12 e nel 2023, con una riduzione di circa l’84%, il superamento si è registrato solo in 2 centraline”.
“Questo importante risultato evidenzia il netto miglioramento, senza precedenti storici, di tutti i parametri che mostrano come le misure strutturali messe in campo e gli investimenti effettuati sulla mobilità pubblica e privata, sul riscaldamento, sull’efficientamento energetico e le misure adottate in ambito agricolo e industriale, dimostrano la loro efficacia in maniera strutturale”, hanno commentato il presidente Alberto Cirio e l’assessore all’Ambiente Matteo Marnati.
“Le misure strutturali messe in campo e gli investimenti effettuati sulla mobilità pubblica e privata, sul riscaldamento, sull’efficientamento energetico e le misure adottate in ambito agricolo e industriale dimostrano la loro efficacia”, hanno aggiunto quindi questi.
Necessaria “accelerazione”
Tuttavia, in una recente intervista a Futura News Secondo Barbero, analizzando i dati degli ultimi 15 anni, individua un trend di miglioramento, particolarmente significativo fino alla fine del decennio scorso ma che ha visto una flessione “negli ultimi 3-4 anni perché, evidentemente, è necessaria un’accelerazione delle azioni che devono essere fatte, ma anche perché́ quelle che sono state messe in atto finora stanno progressivamente riducendo la loro efficacia”.
“Le polveri sottili sono la sfida maggiore per i prossimi anni per il Piemonte e la Pianura padana in generale. La conformazione orografica della Pianura padana, con una difficoltà di ricambio dell’aria, ci pone rispetto ad altre realtà̀ europee di fronte a una sfida molto maggiore. Quindi noi dobbiamo lavorare a ridurre le emissioni molto di più̀ delle altre nazioni”, ricorda infine Barbero.