Smog e qualità dell’aria, Verona tra le 18 città peggiori

A Verona, nel 2023, aria oltre i limiti di legge per 55 giorni. Il massimo consentito è 35. Il report di Legambiente “Mal’Aria di città”

19 Luglio 2024, 09:00

Smog e qualità dell’aria, Verona tra le 18 città peggiori

Smog, Pm10 e cattiva qualità dell’aria non accennano a placarsi a Verona. Secondo il report di Legambiente “Mal Aria di città 2024”, redatto nell’ambito della Clean Cities Campaign, è tra le 18 città peggiori d’Italia. 

Smog e qualità dell’aria, le 10 città più inquinate d’Italia 

Il report di Legambiente “Mal’Aria di città ha analizzato i numeri del 2023 nei capoluoghi di provincia in relazione ai livelli delle polveri sottili (PM10, PM2.5) e del biossido di azoto (NO2). Nel dettaglio, 18 città sulle 98 monitorate, hanno superato gli attuali limiti normativi per gli sforamenti di PM10 (35 giorni all’anno con una media giornaliera superiore ai 50 microgrammi/metro cubo). Nel 2022 le “fuorilegge” erano state 29 e nel 2021 ad oltrepassare i limiti di legge erano state 31 città.  

Considerando la top ten delle città più inquinate d’Italia, in testa alla classifica e con i superamenti maggiori c’è Frosinone con 70 giorni di sforamento, il doppio rispetto ai valori ammessi. Segue Torino (Grassi) con 66, Treviso (strada S. Agnese) 63 e Mantova (via Ariosto), Padova (Arcella) e Venezia (via Beccaria) con 62. 

Tra le tre città venete, Rovigo (Centro),Verona (B.go Milano), e Vicenza (Ferrovieri), superano i 50 giorni, rispettivamente 55, 55 e 53. Milano (Senato) registra 49 giorni, Asti (Baussano) 47, Cremona (P.zza Cadorna) 46, Lodi (V.le Vignati) 43, Brescia (Villaggio Sereno) e Monza (via Machiavelli) 40. Chiudono la lista Alessandria (D’Annunzio) con 39, Napoli (Ospedale Pellerini) e Ferrara (Isonzo) con 36.  

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Verona tra le città con i valori medi di PM10 più elevati 

Il livello di PM10 nell’aria è uno dei parametri principali da monitorare in relazione allo smog e all’inquinamento atmosferico. Sono particelle di diametro inferiore a 10 micrometri che restano nell’atmosfera per un lungo periodo di tempo. Le PM10 sono pericolose perché in grado di penetrare nell’apparato respiratorio e causare problemi irritativi agli occhi ma anche a naso e gola.  

Le città con i valori medi più elevati, emersi dai numeri di Legambiente, sono: Padova, Vicenza e Verona (tutte con 32 µg/mc), Cremona e Venezia (31 µg/mc), Rovigo, Treviso, Torino, Cagliari, Brescia e Mantova (30 µg/mc).  

Ma il dato più allarmante è che, a parte L’Aquila (15 µg/mc), nessuna città mostra valori di PM10 inferiori a quelli previsti dalle linee guida OMS (15 µg/m) e città come Padova, Verona e Vicenza dovrebbero ridurre le loro concentrazioni di oltre il 50% per raggiungere questo obiettivo. Questi dati dimostrano che la popolazione italiana è a rischio perché subisce livelli di inquinamento dannosi per la salute e che l’Italia è tra i peggiori paesi in Europa per l’esposizione alle polveri sottili PM10. 

Situazione critica anche per il PM2.5 

Il particolato da polveri sottili PM2.5 è tra i più dannosi per la salute umana. Le sue dimensioni sono inferiori a 2,5 micrometri e per questo riesce ad arrivare in profondità nei polmoni e può costituire un serio pericolo per l’uomo 

Anche per il PM2.5 le situazioni più critiche ed al limite con la normativa vigente si sono registrate a Padova (24 µg/mc), Vicenza (23 µg/mc), Treviso e Cremona (21 µg/mc), Bergamo e Verona (20 µg/mc). 

Italia distante dai limiti normativi previsti dall’Ue per il 2030 

L’analisi di Legambiente parla chiaro: nonostante una diminuzione dei livelli di inquinanti nel 2023, le città italiane ancora non riescono a raggiungere un sostanziale miglioramento della qualità dell’aria. In linea generale, i valori attuali sono stabili da diversi anni in rapporto alla normativa attuale. Ma molto distanti dai limiti normativi che verranno approvati a breve dall’UE, previsti per il 2030, e soprattutto dai valori raccomandati dall’OMS.  

Se il 2030 fosse già qui, il 69% delle città risulterebbe fuorilegge per il PM10. Abbiamo visto che le situazioni più critiche si registrano a Padova, Verona e Vicenza con 32 µg/mc. La situazione è analoga anche per il PM2.5: saranno oltre i futuri limiti l’84% delle città, con i valori più alti registrati a Padova (24 µg/mc), Vicenza (23 µg/mc), Treviso e Cremona (21 µg/mc), Bergamo e ancora Verona (20 µg/mc).  

L’NO2 è l’unico inquinante in calo negli ultimi 5 anni, ma il 50% delle città resterebbe comunque fuori legge. Napoli (38 µg/mc), Milano (35 µg/mc), Torino (34 µg/mc), Catania e Palermo (33 µg/mc), Bergamo e Roma (32 µg/mc), Como (31 µg/mc), Andria, Firenze, Padova e Trento (29 µg/mc) sono le città con i livelli più alti.