Stop alla plastica: 3 strategie per ridurne la produzione
Scopri 3 strategie efficaci per stoppare la produzione di plastica, salvaguardare l’ambiente e promuovere uno stile di vita sostenibile.
11 Dicembre 2024, 15:30
Sommario
Stop alla plastica: 3 strategie per ridurne la produzione
I rappresentanti di 175 nazioni si sono riuniti a Busan, in Corea del Sud, per discutere l’elaborazione di un trattato legalmente vincolante delle Nazioni Unite finalizzato a ridurre drasticamente l’inquinamento da plastica. L’obiettivo? Concordare strategie globali per affrontare una delle maggiori sfide ambientali del nostro tempo. I ricercatori sperano che dal quinto e ultimo ciclo di negoziati emerga un accordo forte e incisivo, ma c’è il rischio che il trattato finale sia debole o venga posticipato. Nel frattempo, molte città e nazioni stanno già implementando politiche locali per affrontare il problema.
Politiche locali e la necessità di un approccio globale
Secondo Trisia Farrelly, antropologa ambientale presso il Cawthron Institute in Nuova Zelanda e co-responsabile della Scientists’ Coalition for an Effective Plastics Treaty, alcuni paesi stanno già adottando misure preventive indipendentemente dall’esito del trattato globale. “Alcuni paesi si stanno proteggendo in anticipo, a prescindere da ciò che accadrà con il trattato,” afferma.
Le politiche locali dimostrano quali approcci possono funzionare, ma evidenziano anche la necessità di un coordinamento globale. Alcuni gruppi, tra cui la coalizione degli scienziati, sostengono un trattato che limiti la produzione di plastica non essenziale, il cui utilizzo ha raggiunto livelli insostenibili. Tuttavia, nazioni produttrici di petrolchimici preferirebbero concentrare l’attenzione sulla gestione dei rifiuti, come il riciclo. “Se perdiamo questa opportunità per creare politiche unificate con linee guida standardizzate, rischiamo di rimanere indietro di decenni o più,” avverte Douglas McCauley, dell’Università della California a Santa Barbara.
Tre strategie per combattere l’inquinamento da plastica
Le principali strategie per salvaguardare l’ambiente sono tre:
- Vietare la plastica monouso
Più di 90 nazioni e territori hanno introdotto divieti parziali o totali sui prodotti in plastica monouso, come le borse della spesa. Questi divieti possono essere estremamente efficaci. Uno studio ha dimostrato che in cinque stati e città degli Stati Uniti il consumo di buste di plastica monouso è diminuito di circa 6 miliardi di unità all’anno grazie ai divieti.
Anche tasse e commissioni possono essere utili. Nel Regno Unito, l’introduzione di una tariffa obbligatoria per le buste di plastica ha portato a una riduzione dell’80% delle buste abbandonate sulle spiagge. Tuttavia, è stato osservato un aumento di altri tipi di rifiuti.
Un divieto mal concepito o scarsamente applicato può essere controproducente. In California, ad esempio, i negozi sono passati a borse più spesse, teoricamente riutilizzabili, ma i consumatori hanno continuato a gettarle via, portando a un aumento complessivo dei rifiuti di plastica.
Per essere efficaci, i divieti devono essere monitorati e continuamente migliorati, afferma McCauley: “È necessario implementare una politica, raccogliere dati e poi correggere le falle man mano che emergono“.
- Far pagare i produttori
Molti paesi e stati americani richiedono alle aziende produttrici di imballaggi in plastica di sostenere i costi per il loro riciclo. Questo approccio può aumentare significativamente i tassi di riciclo. In Spagna, ad esempio, una politica di responsabilità estesa del produttore ha fatto salire il riciclo di carta e plastica dal 5% all’81%.
Tali politiche possono anche incentivare le aziende a ripensare il design dei loro imballaggi. Nel Regno Unito, ad esempio, i produttori di plastica devono pagare una tassa di 217,85 sterline (circa 274 dollari) per tonnellata di plastica se l’imballaggio contiene meno del 30% di materiale riciclato. “Incentivi come questi orientano la domanda nella giusta direzione,” afferma Richard Thompson, scienziato marino presso l’Università di Plymouth.
Tuttavia, non tutte le politiche sono efficaci o sicure. Farrelly sottolinea come alcune politiche abbiano portato a un maggiore utilizzo di centri di riciclo in regioni come le isole del Pacifico, dove spesso mancano standard di sicurezza adeguati per i lavoratori.
- Ridurre le microplastiche
Tra le forme più insidiose di inquinamento da plastica ci sono le microplastiche: minuscoli frammenti che derivano, ad esempio, dall’usura degli pneumatici, dal lavaggio di tessuti sintetici o dall’uso di prodotti cosmetici. Si stima che le microplastiche rappresentino il 15-31% dei 9,5 milioni di tonnellate di plastica che ogni anno finiscono negli oceani.
Più di una dozzina di paesi ha vietato le microplastiche nei prodotti cosmetici, costringendo le aziende a eliminarle dai loro ingredienti.
La Francia è il primo paese a richiedere, a partire da gennaio 2024, che tutte le nuove lavatrici siano dotate di un filtro per le microfibre. Uno studio condotto dal team di Thompson ha testato sei di questi filtri, rilevando che uno di essi è riuscito a ridurre il contenuto di microfibre nelle acque reflue di oltre il 75%.
Sebbene i filtri siano utili, non rappresentano una soluzione definitiva, poiché circa metà delle fibre di un tessuto vengono rilasciate durante l’uso, e non solo durante il lavaggio. Una soluzione più efficace sarebbe ripensare il modo in cui i tessuti vengono prodotti, ma questo rappresenta una sfida per le legislazioni nazionali. “Questo è un esempio classico del perché abbiamo bisogno di un trattato internazionale,” spiega Thompson.
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Le soluzioni per ridurre l’inquinamento da plastica sono molteplici, ma richiedono impegno, monitoraggio e coordinamento a livello globale. Divieti mirati, incentivi economici per i produttori e misure specifiche contro le microplastiche hanno dimostrato di funzionare, ma la loro efficacia dipende da un’applicazione rigorosa e da miglioramenti continui.
Un trattato globale forte e vincolante potrebbe rappresentare una svolta, garantendo standard uniformi e prevenendo i danni futuri legati all’inquinamento da plastica. Fino ad allora, le iniziative locali rimangono un laboratorio essenziale per individuare le strategie più efficaci.