A Torino l’aria è ancora pesante
Qualità dell’aria a Torino: secondo i dati del rapporto ‘MobilitAria 2024’ sono diverse ancora le criticità con valori oltre i limiti attuali e lontani dalla nuova direttiva UE 2030
31 Maggio 2024, 07:49
Sommario
Il recente rapporto ‘MobilitAria 2024’ evidenzia una riduzione dell’inquinamento dell’aria da biossido di azoto e polveri sottili a Torino. Tuttavia, molte concentrazioni superano ancora i limiti attuali e la città risulta ancora molto distante dalla nuova Direttiva UE 2030.
MobilitAria 2024 “premia con riserva” Torino
MobilitAria 2024 “premia con riserva” Torino, si legge nelle testate locali. Secondo il nuovo rapporto annuale prodotto da Kyoto Club e dall’Istituto sull’Inquinamento Atmosferico del Cnr, a Torino nel 2023 si è registrato un miglioramento della qualità dell’aria.
Dal report emerge infatti una riduzione media dell’8% delle concentrazioni medie di biossido di azoto (NO2). Anche per quanto riguarda il PM2.5 Torino segna un significativo calo pari al -23%, e del -12% per il PM10.
PM10 e biossido di azoto oltre i limiti annuali
Nonostante la generale tendenza di decrescita delle concentrazioni, Torino, insieme a Milano, Cagliari, Napoli e Venezia, segna, per un altro anno ancora, diversi casi di superamenti dei limiti annuali e valori ancora distanti dalle nuove soglie UE 2030.
Per quanto riguarda le polveri sottili (PM10) infatti tutte le stazioni (3) monitorate a Torino nel rapporto hanno superato il limite attuale fissato a 50 µg/m3 da non superare più di 35 volte/anno.
La stazione di Consolata è quella dove si respira “aria più pulita” con 53 giorni di superamenti, seguita dalla stazione Rubaudengo con 63 sforamenti e Grassi, che indossa maglia nera con 66 giornate fuorilegge.
Per quanto riguarda invece le concentrazioni di biossido di azoto (NO2) presenti nell’aria torinese, il rapporto presenta i dati di due stazioni. Per questo inquinante l’attuale soglia è di 40 mg/mc, mentre la nuova Direttiva europea 2030 la riduce a 20 mg/mc. Secondo le ultime linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), le concentrazioni di NO2 non dovrebbero superare i 10 mg/mc annui.
Con un valore medio rispettivamente di 44 mg/mc e 35 mg/mc annui, entrambe le stazioni di Rubaudengo e Consolata collocano Torino ancora molto lontana dalle soglie di sicurezza definite dalla nuova normativa europea, e ancor più lontane dalle indicazioni OMS.
Non solo, con la centralina di Rubaudengo dunque, nel 2023 Torino risulta fuorilegge anche rispetto agli attuali limiti.
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Nuovi limiti UE 2030: “una sfida ambiziosa”
“L’arrivo della nuova normativa sulla qualità dell’aria, seguendo i limiti più severi dell’OMS, rappresenta una sfida ambiziosa”, ha dichiarato Francesco Petracchini, Direttore f.f. del Dipartimento scienze del sistema Terra e tecnologie per l’ambiente del Cnr e co-curatore del Report. La nuova normativa ricorda infatti l’esperto, “punta alla riduzione di questi impatti sanitari attraverso degli interventi che dovranno essere messi in campo a livello nazionale e locale per ridurre l’inquinamento e ottenere un beneficio ambientale e anche economico”.
Proprio rispetto ai nuovi limiti UE sull’inquinamento atmosferico, Torino, e molte altre città metropolitane analizzate, continua a mostrarsi ben lontana, come ricordano anche cittadini e associazioni attraverso una crescente mobilitazione.
Complessivamente, nelle tre centraline di Torino analizzate (Grassi, Consolata e Rubaudengo) le concentrazioni medie di inquinanti rilevate nel 2023 sono state ben oltre le future soglie previsto entro il 2030.
Per il PM10 l’attuale Direttiva prevede una concentrazione media annua pari a un massimo di 40 microgrammi per metro cubo (mg/mc) mentre la nuova Direttiva UE riduce a 20 mg/mc la soglia limite.
Le stazioni registrano una concentrazione media che supera di oltre il 50% il nuovo limite UE: Grassi segna infatti 36 mg/mc, Rubaudengo 33 mg/mc, e Consolsata 31 mg/mc.
Infine, per l’ultimo inquinante analizzato nel rapporto MobilitAria 2024 nella città di Torino, il PM2.5, sono disponibili solo i dati della centralina di Rubaudengo. Qui nel 2023 le concentrazioni di PM2.5 hanno registrato una concentrazione media di 20 mg/mc. Un dato che risulta entro l’attuale soglia di 25 mg/mc ma superiore al nuovo limite UE pari a 10 mg/mc.
Stando alle concentrazioni medie registrate a Torino lo scorso anno secondo i dati MobilitAria 2024, il capoluogo piemontese dovrà ridurre le concentrazioni di NO2 e PM2.5 del 70%, e del 50% nel caso del particolato fine PM10 per rientrare nelle nuove soglie prevista dalla Direttiva UE sulla qualità dell’aria 2030.