L’Ue invita la Polonia ad adeguarsi sulle emissioni industriali 

È stata avviata una procedura d’infrazione da parte dell’UE e nei confronti della Polonia per non aver recepito correttamente tutte le disposizioni della direttiva riguardante le emissioni industriali.

6 Marzo 2024, 10:08

L’Ue invita la Polonia ad adeguarsi sulle emissioni industriali 

Anche la Polonia ha ricevuto una condanna dalla Commissione Europea nel mese di febbraio, con riguardo ad alcune procedure d’infrazione sulle emissioni industriali. Il Paese si è reso inadempiente con riguardo alla direttiva 2010/75/UE relativa alle emissioni industriali e alle azioni di prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento, in particolare  

“per non aver rimediato alle carenze nel recepimento della direttiva sulle emissioni industriali”. 

La direttiva in questione centra l’attenzione sulle emissioni industriali e stabilisce norme comuni per la prevenzione e il controllo dell’inquinamento causato dalle attività industriali in tutta l’Unione Europea. Essa definisce standard minimi per la riduzione delle emissioni di sostanze inquinanti nell’aria, nell’acqua e nel suolo provenienti da impianti industriali, al fine di proteggere la salute umana e l’ambiente. La direttiva prevede inoltre l’adozione di misure per la promozione dell’efficienza energetica e la riduzione dei consumi energetici, nonché per la gestione dei rifiuti prodotti dalle industrie. Questi ultimi hanno un impatto significativo sull’ambiente e sulla salute umana. È per questo che è urgente rispettare in maniera precise le limitazioni imposte dalla legislazione UE. 

Perché la Polonia è destinataria della procedura d’infrazione? 

Gli obiettivi europei del Green Deal, con particolare riguardo all’obiettivo inquinamento zero parlano chiaro e il recepimento di tutte le direttive che hanno a cuore la questione ambientale, devono essere rispettate nel minor tempo possibile. Il rischio di collasso del pianeta è urgente.  

La Commissione Europea ha spiegato in maniera chiara che, in questo momento, “la legislazione della Polonia non recepisce correttamente diverse disposizioni della direttiva, tra cui alcune definizioni fondamentali, norme sulle condizioni di autorizzazione per le autorizzazioni integrate e le autorizzazioni per gli impianti di incenerimento e co-incenerimento dei rifiuti, disposizioni sui valori limite di emissione e norme di qualità ambientale. Inoltre, le norme relative all’informazione del pubblico e all’accesso alla giustizia non sono state recepite correttamente, il che ostacola la partecipazione del pubblico al processo decisionale in materia di emissioni industriali. Anche molti requisiti tecnici che figurano negli allegati della direttiva non sono stati recepiti correttamente”.  

Su queste premesse, perciò, la Commissione ha inviato una lettera di costituzione in mora alla Polonia. Da questo momento, il governo polacco dispone di un tempo massimo di 2 mesi per rispondere e rimediare alle carenze segnalate dalla Commissione. In assenza di una risposta soddisfacente, la Commissione potrà decidere di emettere un parere motivato che comporterà inevitabilmente la presa di posizione dell’UE nei confronti della Polonia, senza escludere una possibile condanna.  

 

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Emissioni industriali: la direttiva e le ultime novità in tema 

Le emissioni industriali contribuiscono all’inquinamento atmosferico riconosciuto come uno dei principali fattori nocivi per la salute umana, ma anche di tutto l’ecosistema.  

La direttiva 2010/75/UE è lo strumento principale che viene utilizzato dall’Unione Europea per riuscire a dare una linea di direzione ai Paesi membri in tema di emissioni industriali. Questo atto legislativo serve a regolare l’inquinamento provocato dagli impianti industriali, dagli allevamenti di bestiame, che devono operare in conformità a quanto previsto all’interno della direttiva, in conformità alla normativa nazionale, utilizzando come standard le migliori tecniche disponibili (BAT). 

Efficienza energetica, economia circolare e decarbonizzazione sono gli obiettivi che la direttiva si è posta, attraverso degli strumenti che possono aiutare gli Stati a monitorare gli impianti industriali. Uno di questi è il valore limite di prestazione ambientale EPLV che le autorità fisseranno per stabilire i limiti di autorizzazione all’esercizio degli impianti.  

Inoltre, la direttiva prevede l’istituzione di norme vincolanti. È per questo che nell’ultimo incontro del novembre 2023, sono stati previsti degli ulteriori accorgimenti.  

Ulteriori previsioni normative a corredo della direttiva 2010/75/UE

Per consentire autorizzazioni più efficienti e meno onerose, è stato introdotto l’obbligo per gli Stati membri di istituire un sistema di autorizzazione elettronica (e-permit) entro il 2035.  

Inoltre, è stato previsto all’interno della norma il diritto di richiedere un risarcimento, qualora si sia verificato un danno alla salute a seguito della violazione delle disposizioni vigenti in materia, proprio perché questo è uno dei tipi di inquinamento più pericolosi esistenti, prevedendo tutte le norme di flessibilità per consentire alla legislazione nazionale di recepire quanto disposto a livello europeo.  

È stato fissato al 2028e successivamente ogni cinque anni, l’appuntamento con la clausola di revisione per valutare ed eventualmente rivedere l’attuazione della direttiva, ma entro il 2026 la questione “allevamenti di bestiame e prodotti agricoli” dovrà essere gestita al meglio per riuscire a ridurre un importante apporto di inquinamento proveniente da queste due attività. 

Tra le nuove regole a cui mirare, rientrano certamente: 

  • Inclusione di più installazioni in ambiti di impianti industriali (in particolare più allevamenti intensivi su larga scala); 
  • Rendere i permessi più efficaci; 
  • ridurre gli oneri amministrativi; 
  • aumentare la trasparenza e dare maggiore sostegno alle tecnologie rivoluzionarie e ad altri approcci innovativi.  

Per tutte queste motivazioni, è stata proposta la redazione di atti legislativi complementari che possano modificare e aggiornare la direttiva 2010/75/UE ma anche la direttiva 1999/31/CE sui rifiuti. Entrambi gli ambiti sono oggetto delle decisioni riguardanti la Polonia.  

Tra l’altro, è stata prevista la realizzazione di un nuovo portale per le informazioni sulle emissioni industriali, E-PRTR, al fine di consentire l’accesso al pubblico delle informazioni relative alle emissioni industriali e facilitare il processo decisionale ambientale. 

A questa decisione, poi, si è affiancata la previsione di una clausola di revisione generale per valutare le attività e gli inquinanti, aggiungendo due ulteriori sostanze indicate come inquinanti pericolosi. Entro il 2026, la Commissione dovrà pubblicare nuove indicazioni sulla metodologia di misurazione per queste sostanze. 

Il diritto a respirare aria pulita rimane uno dei massimi obiettivi del Green Deal Europeo e, oltre a tutti i rimedi che possono interessarci nel quotidiano, quello di essere cittadini attivi e consapevoli rimane uno dei più importanti.