Unicef: la crisi climatica minaccia i bambini, si fa molto poco per proteggerli 

La crisi climatica non sta cambiando solo il Pianeta, ma sta cambiando anche i bambini. Tutti i bambini, anche quelli che vivono nei paesi più ricchi, sono in pericolo e il mondo non sta facendo abbastanza per proteggerli. Questo è il monito contenuto nel rapporto The Climate Changed Child, realizzato dall’Unicef. 

23 Novembre 2023, 09:19

Unicef: la crisi climatica minaccia i bambini, si fa molto poco per proteggerli 

La crisi climatica non sta cambiando solo il Pianeta, ma anche i bambini. Dal momento del concepimento fino all’età adulta, la salute e lo sviluppo del cervello, dei polmoni, del sistema immunitario e di altre funzioni critiche dei bambini sono influenzati dall’ambiente in cui crescono e questo ambiente non è più sano. Non c’è angolo del Pianeta che possa dirsi al sicuro. Tutti i bambini, anche quelli che vivono nei paesi più ricchi, sono in pericolo e il mondo non sta facendo abbastanza per proteggerli.

Questo è il monito contenuto nel rapporto The Climate Changed Child, realizzato dall’Unicef, in cui vengono messe in evidenza le conseguenze della crisi climatica sull’infanzia. “Nonostante la loro vulnerabilità unica, i bambini sono stati ignorati o largamente trascurati nella risposta al cambiamento climatico”, si legge nel report. “Solo il 2,4% dei finanziamenti per il clima provenienti dai principali fondi multilaterali per il clima sostiene progetti che includono attività a favore dei bambini”, aggiunge. 

I bambini sono più vulnerabili agli effetti dei cambiamenti climatici

Secondo l’Unicef, i bambini non possono essere considerati come dei piccoli adulti. I loro corpi e le loro menti sono particolarmente vulnerabili all’inquinamento, alle malattie e alle condizioni meteorologiche estreme. “Le malattie infantili mortali si stanno diffondendo sempre più a causa del degrado ambientale e dei cambiamenti climatici”, sottolinea il report dell’Unicef. “I bambini hanno maggiori probabilità di soffrire per l’inquinamento atmosferico rispetto agli adulti”, aggiunge. I più piccoli sono anche meno capaci di regolare la temperatura corporea e più inclini alla disidratazione, e sono quindi più a rischio durante le ondate di caldo estreme.

“La malnutrizione infantile è aggravata dai fallimenti dei raccolti e dall’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari, causati dalle temperature più elevate e dall’aumento delle precipitazioni legate al cambiamento climatico”, spiega l’Unicef. Inoltre, ogni anno 40 milioni di bambini sono costretti a interrompere la loro istruzione a causa di disastri aggravati dai cambiamenti climatici, e questo numero continua ad aumentare. Infine, il caldo estremo è associato ad un aumento dei problemi di salute mentale, tra cui il disturbo da stress post-traumatico e la depressione nei bambini e negli adolescenti. 

Una responsabilità collettiva

Come ha sottolineato il Comitato delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia, tenere conto dei diritti dei bambini e delle loro opinioni porterebbe a politiche più ambiziose ed efficaci in materia di protezione ambientale. “Eppure i bambini non hanno quasi alcun ruolo formale nelle politiche e nelle decisioni sul clima, e raramente vengono presi in considerazione nei piani e nelle azioni esistenti di adattamento, mitigazione o finanziamento del clima”, c’è scritto nel documento. “L’adeguamento dei servizi essenziali, il risarcimento delle perdite e dei danni, la riduzione del rischio di catastrofi, l’allarme tempestivo e maggiori investimenti nella decarbonizzazione possono fare la differenza tra la vita e la morte, tra un futuro o un disastro, per i bambini del pianeta”, aggiunge l’organizzazione. Secondo l’Unicef, i governi del mondo hanno l’obbligo di garantire un ambiente pulito, sano e sostenibile per proteggere e realizzare i diritti dei bambini.

“È nostra responsabilità collettiva mettere i bambini al centro di un’azione urgente per il clima per garantire che tutti, compresi i più vulnerabili, abbiano un futuro vivibile”, sottolinea l’Unicef. “L’incapacità globale di affrontare la crisi climatica – la più grande minaccia di questa generazione – ha creato una crisi dei diritti dell’infanzia”, conferma il direttore generale dell’Unicef, Catherine Russell. “Sta mettendo a repentaglio il diritto fondamentale di ogni bambino alla salute e al benessere. La COP28 (Conferenza globale delle parti, ndr) non può continuare come al solito. Non possiamo continuare a percorrere la stessa strada. Facciamo in modo – continua – che la COP28 diventi un punto di svolta per mettere finalmente i bambini al centro della nostra lotta condivisa contro il cambiamento climatico”. 

 

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739 milioni di bambini esposti a scarsità d’acqua

Lo storico rapporto del 2021 Children’s Climate Risk Index (CCRI) dell’Unicef ha rilevato che un miliardo di bambini corre un rischio estremamente elevato per gli impatti della crisi climatica ed ha esaminato otto componenti degli shock e degli stress climatici e ambientali. Questo rapporto si basa sul CCRI ed esamina uno di questi componenti: la scarsità idrica (la disponibilità fisica di acqua) insieme alla vulnerabilità idrica (la combinazione di scarsità idrica e mancanza di accesso al servizio di acqua potabile).

“Che sia troppo, troppo poco o troppo inquinato, il cambiamento climatico si avverte attraverso l’acqua”, spiega l’Unicef. “La sicurezza idrica per tutti può essere raggiunta solo se le persone hanno accesso all’acqua potabile che sia sicura, conveniente, sostenibile e resistente alle minacce legate alla scarsità d’acqua, agli eventi meteorologici estremi e agli shock climatici”, aggiunge. A partire dal 2022, 739 milioni di bambini sono stati esposti a una scarsità d’acqua elevata o estremamente elevata e 436 milioni di bambini vivono in aree ad elevata o estremamente elevata vulnerabilità idrica. Ogni regione del mondo, compresi i paesi ad alto reddito, si trova ad affrontare sfide legate alla scarsità d’acqua e, con il cambiamento climatico, si prevede che il problema peggiorerà notevolmente nei prossimi decenni.  

Le proposte alla COP28 per rendere il Pianeta vivibile ai bambini e non solo

“La COP28 rappresenta un momento cruciale nella lotta al cambiamento climatico”, sottolinea l’Unicef. “I leader mondiali e la comunità internazionale devono adottare misure cruciali con e per i bambini per elevare i loro bisogni e diritti nel quadro dell’UNFCCC per garantire un Pianeta vivibile”, aggiunge. Sempre ai più piccoli, così come anche alle donne incinte, è rivolto l’appello contenuto in un documento di Advocacy diffuso congiuntamente, oltre che dall’Unicef, anche dall’Onu e dall’Unpfa sempre in vista dei negoziati della COP28. Nel documento “Proteggere la salute materna, neonatale e infantile dagli impatti dei cambiamenti climatici”, le agenzia Onu sottolineano che gli effetti degli eventi climatici sulla salute materna e infantile sono stati trascurati, sottostimati e sottovalutati.

Si evidenzia inoltre che pochissimi piani di risposta al cambiamento climatico menzionano la salute materna o infantile. L’invito all’azione evidenzia sette azioni urgenti per affrontare questi rischi crescenti. Tra queste, riduzioni durature delle emissioni di gas a effetto serra e azioni sui finanziamenti per il clima, insieme all’inclusione specifica delle esigenze delle donne incinte, dei neonati e dei bambini nelle politiche relative al clima e alle catastrofi. Le agenzie chiedono anche ulteriori ricerche per comprendere meglio gli impatti del cambiamento climatico sulla salute materna e infantile. “Il futuro dei bambini deve essere protetto consapevolmente, il che significa intraprendere un’azione per il clima ora per il bene della loro salute e sopravvivenza, garantendo al contempo che le loro esigenze uniche siano riconosciute nella risposta al clima”, commenta Bruce Aylward, Assistant Director General for Universal Health Coverage, Life Course presso l’Oms.